In cammino

Prologo


E' un caldo pomeriggio di luglio, cerco un po' di fresco in casa, le finestre sono aperte e ottengo un po' di corrente, si respira. Che giornata inutile, poco lavoro, i clienti stanno chiudendo per le ferie e io non so come ammazzare il tempo, trovo una rivista che ho preso da qualche giorno e la sfoglio distrattamente quando, più o meno a metà vedo un articolo che parla di un trekking che segue il tracciato del Vallo di Adriano e come ogni volta che leggo di un viaggio interessante mi metto a volare con la fantasia. Sono appena decollato che squilla il telefono, è Luca un compagno di merende con cui vado spesso a scarpinare su per montagne. Gli accenno del trekking e subito mi sembra quasi infastidito, ma fa parte del personaggio, l'argomento cade e parliamo di altro. Pochi giorni dopo mi richiama e mi dice se va bene partire per l'Inghilterra ad agosto, io non capisco e lui mi ricorda dell'articolo, ci resto secco. Il pomeriggio ci troviamo e scattiamo come faine a cercare un volo dal prezzo accettabile per andare a Newcastle, alla quarta agenzia troviamo un tipo molto folkloristico che ci fa un'offerta particolarmente interessante, prendiamo un giorno per pianificare la cosa e prenotiamo viaggio e volo. Il tour operator che organizza questi viaggi è un po' misterioso ma dopo vari giri sul web lo rintraccio, facciamo tutte le carte via e-mail, qualche telefonata a Erika che si occupa delle prenotazioni, ne sarebbe bastata una ma la sua voce è talmente suadente e bella che unita alla sua cadenza emiliana che mi manda in brodo di giuggiole perciò trovo ogni scusa per chiamarla e rimanere in estasi ad ascoltarla, ma alla fine non so più che cosa chiederle. I giorni passano e i preparativi fervono, scatta l'operazione zaino e attrezzatura varia, Luca si perde per giorni in tutti i magazzini di attrezzture sportive e militari della zona, mi ricorda Stallone in Rambo II che passa mezzo film a oliare 6000 fucili che puntualmente perde dopo 5 secondi di combattimento e stronca i cong a raffiche di legnate. Per non farci mancare nulla decidiamo di fare un passeggiata di riscaldamento sul Rocciamelone amena montagna alle porte di Torino che tocca i 3538 metri, si parte da quota 1800 e in poco meno di 4 ore si è in cima. Alla fine della gita Luca avrà lo stesso colore (mantenuto per settimane) dello scienziato astice di Futurama, io squamerò come un Visitor, di antica memoria televisiva, per i successivi 4 giorni, tanto da creare la psicosi da lebbra all'aeroporto di Parigi. Il giorno successivo camminiamo come Frankenstein, tendenzialmente rigidi e unti di doposole come cotechini, due giorni dopo si parte e inizia il panico da bagagli tra una spalmata di doposole e un po' di stretching (si scrive così?) per attenuare i crampi da Rocciamelone, riusciamo ad affardellare tutta la rumenta necessaria per svernare al polo, ma il nostro motto era: "Meglio un pezzo in più che uno in meno, tanto i bagagli li porta il corriere espresso da un B&B all'altro", oggi il motto è:"Meglio portare di meno così, non ci viene l'ernia dalla stazione della metro al B&B perchè in quel kilometro di strada non c'è il corriere espresso e portare 40 kg di roba inutile a mano è da fenomeni!!"