In cammino

Da Wall a Steel Rigg


  Stavo dormendo come un angioletto quando una voce simil suadente.... "Sandrinooo, Sandruccio bello.... San...." passo dal sonno alle lacrime, Luca si deve essere convinto di essere uno dei due cowboy gay, "Ciao!" penso - è finita.... Per fortuna è solo la fame che lo fa sragionare, vuole scendere a mangiare, ma sono le 6 e fino alle 7 e 1/2 non distribuiscono i vettovagliamenti, cerco di farglielo capire ma non ci sente, lo minaccio e si calma un po', ma subito riprende a sbavare. Alle 7 siamo già pronti e questa volta riesce a vestirsi prima di me. Scalpita come un capretto inseguito da una tigre, arriva come un razzo davanti alla sala da pranzo e viene placcato dalla ragazza che la sera precedente ci ha accolti che ci fa aspettare, il socio è pallido, per ingannare il tempo si nicotinifica un paio di polmoni e infine iniziano le danze. Terence Hill e Bud Spencer in :"Lo chiamavano trinità", quando mangiano l'avvoltoio sembrano due anoressici. Alla fine ingurgito: un litro di tea con latte e almeno 1 etto di zucchero più la solita "full british breakfast" 3 o 4 yogurt, un 1/2 litro di succo d'arancia, salsicce, bacon,  marmellata, pane, burro, e un paio di bambini che passavano di lì. Quando ci alziamo: il socio assomiglia a  un barilotto, io all'omino Michelin. Nonostante la sveglia all'alba riusciamo a partire, come al solito, dopo le 9, stiamo perdendo colpi. Il cielo è scuro e non promette nulla di buono, ma con la pancia piena non ho problemi. Partiamo; muscoli, tendini e altro materiale organico scricchiolano e danno un po' di fastidio, ma passo dopo passo il sistema va in temperatura e ci si muove in scioltezza, incontriamo i nostri amici, scambiamo un paio di parole e un paio di foto e poi ci salutiamo e subito visitiamo il forte di Chollerford. Il Vallo di Adriano era il confine più settentrionale dell'impero Romano e serviva a controllare le orde barbariche provenienti dalla Scozia, si estendeva da costa a costa per un'estensione di 135 km, ad ogni miglio romano (900mt ca) c'era un milecastle, una torre che faceva da casa per le pattuglie di guardia che lo presidiavano, normamelte c'era anche un cancello per permettere e a merci e persone di passare il confine, 4 forti con guarnigioni rifornivano i milecastle, il vallo attraversava 3 fiumi. Una volta tramontato l'Impero romano, i milescstle furono usati come case dai pastori e il muro smontato per fare chiese, case e muri di confine tra i pascoli, uno dei forti fu trasformato in un paese ed è tuttora abitato. Il vallo era formato da: lato nemico un fossato profondo 3 mt, il muro con un camminamento e un muretto merlato per proteggere le guardie, una strada militare e un altro fossato minore verso l'interno, la maggior parte delle pietre utilizzate vennero ricavate dagli scavi dei fossati. I pascoli sono interotti, di tanto in tanto, da alberi spettacolari come questo, che ha più di trecento anni.     La monotonia delle pecore invece   è interrotta da qualche bel rappresentante equino come dimostrato qui sotto, il ragazzo aveva deciso di fare il trekking con noi e ci ha accompagnato sino al muro di cinta. Dopo tre giorni di cammino, gli argomenti di discussione scarseggiavano, la stanchezza si faceva sentire e si camminava per ore senza parlare, solo il rumore ovattato dei passi nell'erba mi accompagnava insieme a qualche migliaio di pensieri, in certi momenti avevo l'imressione che i passi che facevo non servissero a spostare il mo corpo sul mondo, ma che fosse il mondo a muoversi sotto di me spinto dai miei passi, una sensazione strana, persino bella, vengo poi distratto dai miei pensieri dal vento che si alza, questa sera avremo superato la metà del cammino. Oggi oltre ai soliti 23 e km, dobbiamo aggiungere il fuori programma della visita ai resti del vallo sul fiume e un salto al forte, alle 11 siamo solo a 2 km dall'albergo di partenza, ma ci sediamo ad un chiosco e facciamo di nuovo il pieno, sulla cartina non sono segnati luoghi di ristoro e quindi ci premuniamo di calorie in anticipo. Un cartello stradale.  Non sono riuscito ad abituarmi alla circolazione a sinistra delle auto e tantomeno non mi orientavo con i cartelli messi dal "lato sbagliato" della carreggiata. Siamo andati su mezzi a motore ben 3 volte, il panico per me. Resti del vallo sul fiume Tyne. Per raggingere questo pilone siamo passati in mezzo ad uno sterminato recinto di rete strapieno dei miei amici ovini, al ritorno ho iniziato a belare con l'accento del Nothumberland. Il ponte è stato abbattuto da alcune alluvioni.  Restauro di uno dei forti principali, baraccamenti delle truppe. Finita la visita riprendiamo il cammino, la glicemia sale in seguuito alla doppia colazione, ma inizia a salire anche la strada, arrivano due bus turistici carichi di figli del sol levante. Sì! Anche quassù. Lasciamo la carrozzabile e attraversiamo una zona collinare di fattorie, le nuvole mi fanno venire sonno e sbadiglio in continuazione, Luca ha problemi ai piedi, continua a aprire e chiudere gli scarponi, io ho un leggero fastidio a un tendine di Achille, mi aiuto scaricando il peso sui bastoncini, se poi cammino nell'erba non me accorgo nemmeno (per adesso...). Quella di oggi sarà la tappa più faticosa e lunga di tutto il trekking, entriamo nella zona delle colline per tutto il giorno saliremo e scenderamo da vari rilievi, è il pezzo più suggestivo e panoramico di tutto il viaggio, peccato che il tempo e il fatto che siamo indietro sul ruolino di marcia, non ci permetta di goderci a fondo la cosa. Di domenica c'è molta gente che ne approffitta per fare una gita fuori porta, con tutta questa umanità, sento venire meno quell'intima solitudine che ci ha accompaganti fino a ieri, il socio non è in forma, è nervoso. Arriviamo in mezzo ad una landa desolata, in fondo un'area pic-nic per gli automobilisti, ci sdraiamo nel prato e mangiamo un paio di biscotti (abbiamo solo quelli), attorno a noi i britannici, tutti belli rotondi mangiano ogni bene di dio, li invidio, si potrebbe fare una deviazione per vedere qualcosa, ma siamo esausti e preferiamo tirare diritto,  incappiamoo nel tempio dedicato alla dea Mitrya, ce n'è uno anche vicino a Brescia, il vaticano gli ha fatto sopra una chiesa, ma la zona è detta ancora oggi La mitria. Luca entra in crisi come vede un gruppo di distratte vacche che presidiano l'entrata del tempio,  non le apprezza se non a pezzi  e sulla griglia. Cinque minuti di sole e poi di nuovo grigio. Appena lasciato il tempio, attraversiamo un prato coperto di fiori gialli, forse ranuncoli, non ricordo, di quel giorno faccio molta fatica a ricordare, verso sera mi viene un gusto strano in bocca, per la prima volta dopo tanti hanni ho l'acetone, è lungo camminare tutto il giorno senza mangiare, ma la cosa non dispiace come visto in foto godo di ricche riserve di adipe da sfruttare in questi frangenti, alla fine del trekking mi stupirò della mia resistenza, Luca perde i colpi è sempre più grigio e taciturno, manco fosse su di un 8000, il mondo scivola lento sotto ai nostri piedi. Ogni giorno muovo più di 32000 passi, dopo una settiman avrò fatto 135 kilometri, mi sembra una cosa immensa, poi penso che per lavoro, certi giorni ne faccio anche 400 di kilometri. La concezione spazio temporale, che avevo si sta frantumando, 6 giorni a piedi per fare ciò che in auto farei in poco più di un'ora e mezzo... Sembra semplice ma la cosa mi da pensare. Nei momenti di maggiore stanchezza, tendo ad abbassare la testa e camminare chino, guardo i piedi appoggiersi a terra e spingermi in avanti, un passo dopo l'altro, ogni tanto quando la schiena fuma mi fermo, bevo, faccio foto, Luca fa foto e fuma, è automatico, come si ferma si sente il rumore dell'accendino, due colpi sulla rotellina e poi si alza una nuvoletta di fumo. Saliamo e scendiamo, scendiamo e saliamo, il vallo sembra un lungo e grigio serpente che taglia le colline.           Come si può vedere ad ogni collina il paesaggio cambia, solo il grigio del cielo ed il verde dei prati sono immutabili, le frequenti piogge hanno formato un lago, uno dei tanti, che fa da specchio alle nuvole minacciose, più avanti eccone un'altro, poi arriviamo affamati al forte di Vindolanda,  dal cielo iniziano a cadere gocce di pioggia, Luca si riprende dal torpore e parte a smadonnare, c'è un centro di accoglienza per i turisti, hanno un frigo con tramezzini, li prendiamo tutti; la coppia di gestori sta facendo la raccolta di cd rom con un corso di italiano e mi ritrovo a spiegare la pronucia delle parole, sono simpatici, ma sono coì rovinato che non so nemmemo che cosa vada dicendo. Usciamo e ritorniamo sul cammino, entriamo in un boschetto al riparo da aria e acqua, addentiamo i tramezzini, roast beef e marmellata di mirtilli rossi, buonissimo, mentre mangio avidamente, ripenso ad una signora sui sessanta, che incurante del tempo era seduta nell'erba appoggiata al vallo che leggeva e noi che arrancavamo come Nobile e il suo equipaggio disperso al polo, saltare i  pasti in questi frangenti non è il massimo, infatti sembriamo degli zombies, si riprende il cammino, Luca è più grigio del solito ha il colore del fumo delle sue amate cicche. Alla fine di una ripida discesa (che io decido di affrontare con le terga invece che con le suole),  comincia una nuova salita, il socio chino sul mondo rantola che è meglio passare da sotto, lo si accontenta e da qui mi posso gustare la scena di una bovina incavolata che muggendo a squarciagola corre verso un gruppo di tedeschi (foto sotto poco prima dell'incontro), poi una volta raggiunti, li affianca e con un atletico dietro-front su terreno  inclinato e riprende a muggire a fianco dei teutonici, che dopo un primo momento di sgomento se la ridono, ora hanno anche il picchetto d'onore bovino che li scorta lungo il cammino. Il mio socio è verde, vedendo la scena inorridisce, ha il terrore per i bovini e teme che la cornuta possa venire a muggirci sul muso da un momento all'altro. Non avviene. Camminiamo ancora un po' e incrociamo la prima carrozzabile della giornata, avendo preso il sentiero inferiore dobbiamo risalire, mi viene da ridere quando penso al collega di suola che ha voluto stare a fondovalle per evitare la salite, ma se vogliamo raggiungere il B&B dobbiamo scollinare, lo aspetto, come passa l'ultimo cancello si siede e armeggia con uno scarpone, alza la testa e mi dice:"Tu va pure, io resto qui." il tono greve non ammette repliche, senza rispondere mi giro e prendo a salire lungo il nastro di asfalto, in cuor mio gli sto dicendo addio e scoppio a ridere, la situazione è grottesca, ma sono troppo stanco per pensare, arrivo in cima alla salita e trovo un parcheggio. Devo telefonare al B&B che ci vengano a prendere, ma mi prende il panico, io parlo inglese esclusivamente a gesti e come faccio a farmi capire per telefono? Come un macigno, il secondo dubbio, sono in Gran Bretagna ma il mio cellulare è italico, ho bisogno del prefisso internazionale inglese che non conosco, sono nel panico, come faccio, le indicazioni che ho portano solo a questo parcheggio, non so dove sia il B&B. Ad un tratto, dalla salita vedo spuntare un testone, penso al socio, poi un altro e un altro ancora, 4, un'intera famiglia albionica che viene verso di me che sono accanto all'unica auto del parcheggio, infine spunta Macchia grigia alias Luca, alias Il socio, alias Padre Ralph, alias Il capitano Kirk, gli spiego la cosa, in cambio ottengo un muggito, lo lascio fumare seduto sull'asfalto e punto diritto verso la famigliola, mi schiarisco la voce e chiedo alla signora il prefisso internazionale, la madama mi squadra e in italiano mi scandisce i numeri. Penso, - Ho le allucinazioni e glielo dico, in italinano, la figlia ride, sono in mezzo ai campi al confine con la Scozia con 4 inglesi che parlano l'italico idioma e pure bene, allora ne approfitto per per fare 4 parole e scopro che hanno casa in Umbria, consiglio loro di venire in Piemonte che ha il vino migliore, poi le chiedo se mi fa la telefonata, è gentilissima e chiama. Ci salutiamo. Arriva un defender nero con un omone che ci carica e ci porta al B&B che sa molto di agriturismo, piove quei 10 minuti poi smette, la stanza è molto accogliente, tranquilla. Si scende per la cena e incontriamo la solita coppia albionica, si fanno le solite due parole e poi se ne vanno a bere un aperitivo a base di birra; noi proseguiame verso la sala da pranzo, mi tremano le mani quando afferro il menù, abbiamo preso vento e umidità tutto il giorno, voglio una bella minestra di verdura, bollente, c'è! Poco dopo, mi portano un piatto fondo con dei cubetti di patata e un'altra verdura non identificata, il tutto affondato in un acquerugiola calda e giallastra, il socio ride poi gli faccio pena e mi da una forchettata del suo primo, recupero col secondo, i cow boy gay sono di nuovo in pista! Finita la cena il Luca si accascia su una panca davanti all'entrata e fuma, io vado a vedere la caldaia a legna e i pannelli solari della fattoria. Il giorno più lungo è finito, siamo stanchissimi.