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Post N° 30


Scivolo leggera dall’alcova colorata e mi svelo in tutto il mio fascino. Disfatta dai baci, dopo pochi minuti – anche un solo momento, se il desiderio brucia – mi offro ancora, intatta e sorridente: ogni volta risorgo più splendida dalle mie ceneri.Sono l’amante, e la sorella, la madre: Nicot volle che in me, nel mio soffice scrigno, fosse racchiuso l’eterno femminino. Io conforto l’attesa, freno l’ansia, stimolo il coraggio; sono la musa degli artisti, la consolazione degli afflitti: sono l’estremo desiderio. Al mio bacio aspira il condannato a morte per soffocare, nelle voluttuose spire, l’ultimo palpito del cuore.Non altro (e quanto avrei da dire!). Le rammento soltanto che, schivandomi, Ella offende la mia vanità; calunniandomi, offende la mia dignità: in questo caso, se persistesse, sarei costretta ad adire le vie bronchiali.Sua (anzi, non sua).                                                                                                               SIGARETTA