Creato da amnerisdgl1 il 11/09/2011

DIVERSA-MENTE

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1998

Post n°19 pubblicato il 16 Dicembre 2011 da amnerisdgl1

Ci sono suicidi invisibili. Si rimane in vita per pura diplomazia, si beve, si mangia, si cammina. Gli altri ci cascano sempre, ma noi sappiamo, con un riso interno, che si sbagliano, che siamo morti.

Gesualdo Bufalino

Era il 12 di aprile. O forse la notte fra il 12 e il 13. Non lo ricordo bene...Ricordo invece il pigiama che indossavo, verde con una stella rosa appiccicata sulla maglia, sgradevole quanto il vago odore di muffa che sembrava avere. Sapevo di sbagliare a non vestirmi con cura, a prepararmi con ordine. Ma non volevo perdere tempo in cose, in fondo, inutili. Non pensavo che a fare in fretta, in fretta, in fretta...In fretta ad ingoiare le mie pastigline bianche e celesti, che mi ricordavano le caramelle comprate al carretto che si fermava fuori alla scuola. Buone uguali. In fretta tutte e giù insieme a grandi sorsi d'acqua...Ecco...fatto, a posto, finito.... Non mi restava che sdraiarmi, ma non per terra, dove avevo urlato per tante notti, ma sul divano a grandi foglie e fiori colorati. E non mi restava che chiudere gli occhi per non riaprirli più...davvero mai più.

La mia angoscia tra porta e parete, uno spazio sempre più corto, sempre più corto. Avanti e indietro, dieci, cento, mille volte. Piango. Con rabbia. Con disperazione. Piango e soffoco la gola per non urlare. Quello che ho perso. Quello che non ho mai avuto e che non potrò mai avere. Perchè? Perchè questa vita? che non mi piace...che non mi piacerà mai e che non cambia...che non riesco a cambiare... Perchè a me? Risposte non ne trovo. Non ne ho. O non ce ne sono. Ecco...forse non ci sono. Non ho niente e se non posso avere niente, me ne vado. E scrivo ridicole parole. Perchè dovrei essere perdonata? Io? Proprio io? Colpevole? e di cosa? Di non saper vivere? Di non saper scegliere una vita a mia misura? Vorrei davvero potervi dire quello che sento e cioè che vi odio. Sì, vi odio. Dove siete stati in tutti questi anni? Spariti. Spariti tutti quanti. E ora sono arrivata al capolinea. Sola e senza di voi. Anche senza di voi. E me ne vado. Certo che me ne vado. E sola. E piango, piango piango...

Me l'hanno raccontato. Dopo. Molto tempo dopo. Quando è stato inevitabile accennarne. Con mezze frasi e ad occhi bassi, voltando le spalle in fretta, cercando altro da dire o da fare. Ma non mi hanno mai chiesto niente. Nè i come nè i perchè. Del resto che importanza potevano avere, ormai il tentativo era fallito ed era meglio dimenticare. Un pò come se non fosse successo. E in effetti...L'ambulanza. Non la ricordo. Il pronto soccorso. Non lo ricordo. La lavanda gastrica. Non la ricordo. "Ancora in tempo" così pare abbiano detto i dottori. Quattro giorni di torpore. Che non ricordo. "C'è l'ha fatta" così pare abbiano detto i dottori. Ma è come se non fosse successo niente. Ma è come se non fosse successo a me. E gli elettroshock? davvero non li ricordo...almeno quelli del primo periodo. Niente, niente, nemmeno il viaggio, l'ospedale, il reparto, le persone che ho avuro intorno. Il peggio l'ho dimenticato. Molto o tutto. Diciamo che ricordo il tanto giusto. E sono ancora quì. Viva o a far finta di esserlo perchè protagonista, forse casualmente, di una storia che non si racconta, che non si raccoglie, che non succede. Che in fondo non è mai successa. E se è successa riavvolgiamo la pellicola.

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