ROMA (Reuters) - Il giornalista Domenico Quirico, di cui si erano perse le tracce in Siria da met aprile, è in mano a un gruppo più vicino alla criminalit organizzata che ai militanti islamici, con il quale sono in corso contatti, secondo una fonte d'intelligence a conoscenza del dossier.
"Non sono insorti doc, per così dire. Non sono neanche banditi di strada e basta... Sono tendenzialmente più criminali che politici", ha detto la fonte a Reuters.
"I contatti ci sono e anche abbastanza buoni... Si sa chi ce l'ha in mano e che ci sono margini per portarlo via, ma la Siria non è un posto facile, e c'è bisogno bisogno della necessaria serenit per lavorare".
La Stampa, il quotidiano per cui Quirico lavora, aveva avvertito il ministero degli Esteri della scomparsa dopo alcuni giorni di silenzio da parte del giornalista. Ai primi di maggio la procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando il sequestro con finalit di terrorismo.
A fine giugno il ministro Emma Bonino ha poi annunciato che Quirico era in vita e che aveva avuto un contatto telefonico con la famiglia a maggio.
Intanto i servizi segreti italiano sono al lavoro anche sul caso di Paolo Dall'Oglio, il gesuita rapito a fine luglio da un gruppo legato ad al Qaeda in una citt della Siria orientale, secondo quanto riferito a Reuters da alcuni attivisti dell'opposizione.
Nei giorni scorsi, dopo aver detto che il religioso risultava "irreperibile" ma che non se ne poteva confermare il rapimento, la Farnesina ha parlato di un probabile sequestro da parte di un gruppo qaedista.
"Non è ancora chiaro se sia stato rapito o trattenuto", ha detto a Reuters la fonte d'intelligence. "Abbiamo ragionevoli sospetti su chi l'ha preso, ma la situazione è ancora confusa".
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Inviato da: alexpix1975
il 27/07/2014 alle 01:34