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Post N° 95

Post n°95 pubblicato il 12 Giugno 2008 da aquadiparma

Si era sempre chiesto perché una persona prende una chiave e ti fa una riga sull’auto .

Non si arrabbiava come un cane come tutte le persone normali quando trovano una riga sull’auto, lui pensava e cercava di capire perché .

Si chiedeva  sempre un sacco di cose,  lui.

Quando fai una cosa così, pensava,  devi essere veramente  nero col mondo e gli veniva come una sorta di malinconia perché non riusciva a capire e perché non aveva mai provato rancore e odio per qualcuno .

Scrollò le spalle, e tornò al fluire delle cose di  tutti i giorni , tenendosi la riga sull’auto e pensando tutte le volte che la vedeva, come ci si sarebbe sentiti  ad essere cattivi .

era una cicatrice quella riga,  ma non solo sulla portiera..

Prima di aprire la porta di casa, ebbe un esitazione, come se avesse paura di entrare nel bel mezzo di una festa, clandestina . Percepiva le sensazioni come nessuno,  lui .

Dentro la sua casa regnava un meraviglioso disordine che sapeva di assoluta libertà dove tutto, anche l’arnese più piccolo,  era fuori dalla sua collocazione naturale  e  il colpo d’occhio che si aveva a prima vista era un diluvio di colori , proprio così, nella casa di quell’omino vestito così di tutto punto . Oddio, a guardarlo bene l’omino aveva qualcosa di particolare, addosso. Sempre .

Quella sera a guarnire un vestito in fresco di lana più serio che mai , aveva una cintura di tessuto con le faccine Maya ricamate a mano , era un ricordo portato dal Messico quando ancora viaggiava in cerca di luoghi magici .

E aprì la porta come se non volesse farsi accorgere della sua presenza .

Il silenzio regnava assoluto, la prima cosa che vide fu un set di attrezzi di quelli che usano gli orologiai, piccoli cacciaviti, pinzette e tanti oggettini minuscoli che stavano conversando con i suoi orologi .

Chissà che diavolo avevano da dirsi pensò, ma erano così intenti a parlare tra loro, a scambiarsi un opinione su una lancetta o un cinturino da cambiare che rimase affascinato come un bimbo guarda un trenino elettrico in movimento . Pareva stessero seduti ad un bar per l’aperitivo delle sette . Sono orgoglioso dei miei orologi, lo sono sempre stato , gli passò per la mente .

Sapeva di dare fastidio, e aveva paura che tutto sarebbe svanito, ma non resistette alla tentazione di allargare lo sguardo . La sua casa non era grande,  ma tanto abbastanza da poter  contenere tutto quel che gli serviva,  era un po’ come la sua anima  e aprendo la porta ancora quel tanto che bastava per vedere la scala di accesso al piano di sopra rimase ancora una volta di stucco accorgendosi che le sue piante grasse erano alle prese con una sfilata, sì, una sfilata di moda, alla faccia dei clichè che vogliono le modelle tutte con le gambe lunghe e la vita snella .

Erano allegre pensò l’omino,  e davano l’impressione di divertirsi molto .

Il maledettissimo  cellulare suonò proprio nel momento in cui la stilista,  una splendida palma nana , stava per essere applaudita dal pubblico e dalle sue ragazze .

Socchiuse gli occhi, tirò un sospiro  e con un’aplomb tutto  inglese che però nascondeva tutta la rassegnazione a quello squillo, tirò fuori il maledetto dalla tasca della giacca e sbirciò distratto il display per vedere chi diavolo aveva interrotto una cosa tanto simpatica . Era Lei .

L’omino la amava . La amava  perché lei gli  aveva regalato il cellulare, perché alla domenica usciva con lui e poi aveva anche un bel culo . A volte al sabato andavano anche a cena insieme, a mangiare l’aragosta, ne andava pazza .

Amore, stasera andiamo…, non dirmi che ti sei dimenticato !!!

Tutti abbiamo un segreto nel cuore . L’omino dal vestito grigio con la cintura Maya sognava una donna che volesse una cena romantica a base di aragosta, anche se  in fondo sapeva dal principio a cosa stava andando incontro . Ma era cocciuto e poi l’idea gli piaceva e basta, e poi lei aveva un bel culo e tutto concorreva a rendere una vita schifosa in qualcosa di più dolce .

Amore, stasera usciamo, non dirmi che ti sei dimenticato !!!

Arrivò sul luogo dell’appuntamento vestita in modo un po’ troppo forte . A lui non è che andasse molto, l’unico vezzo che si concedeva era, appunto, la cintura Maya , era sobrio l’omino, ma intelligente e quindi tollerante . Ma gli dava fastidio che la gente pensasse che la sua amica era una donnina qualunque, lui sognava una compagna con cui saziarsi prima di tutto mentalmente e stasera gliel’avrebbe detto. Era deciso . Lo aveva deciso quando lei era spuntata dall’angolo .

Tesoro, questo trucco è un po’ pesante non trovi ?  ed il rosso con il rosa non è proprio una abbinamento che illumina il tuo viso.

Il crostaceo stava soffrendo sotto i morsi nervosi di lei, che faceva finta di sorvolare e a lui dell’aragosta non poteva più fregare di meno . E  poi era dolciastra, troppo  , hai presente quando una cosa prende il sapore della situazione che ti circonda  ? Così .

Lui in cuor suo aveva già preso una decisione , doveva soltanto trovare il modo più opportuno per metterla in atto  ma era determinato .

Fece tutto quel che un uomo galante deve fare fino in fondo, perché lui lo era, un uomo galante, compreso l’accompagnarla a casa con auto con riga cattiva sulla portiera .

Ma ad arte, prima che lei scendesse, con una malizia molto sottile, buttò lì un “ tesoro , e poi quei tacchi “.. Lei che non era intelligente, ma furba come solo le donne sanno essere, faticò a controbattere, complice un  muller  che si era scolato praticamente da sola , ma afferrò al volo e disse  :- amore, è stata una bella serata, potresti prestarmi il cellulare che ti ho regalato, il mio sì è rotto ...

Non si sarebbero più rivisti, ma l’omino, accorto e mica proprio rimbambito del tutto neppure lui, levò la scheda, restituì il maledetto arnese  con una punta di malcelata soddisfazione  e pensò che finalmente ne aveva combinata una giusta nella vita .

La mattina dopo l’omino si svegliò con un senso di leggerezza che gli riempiva l’anima, era la stessa sensazione che provava quando indossava un abito o un paio di scarpe nuovi, le scarpe nuove lo facevano impazzire e quella mattina prima di andare in ufficio passò deciso a comprarne un paio, cioè, “ il paio “ .

 Era un pezzo che faceva la corte a quei mocassini e non fece nemmeno caso alle belle gambe della commessa mentre le provava , eh sì, il nostro omino era un po’ vanesio, ma era contento di esserlo e questo lo rendeva in fondo simpatico .  

Le lasciò ai piedi, e la giornata ebbe tutto un altro sapore .

 

 
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