arance a colazione

Daddy


Che mio padre fosse un bambino me ne sono accorta quand'ero bambina anch'io. Sono cresciuta senza fidarmi di chi provava emozioni più scomposte, incontrollate e impulsive delle mie. Più che con amore incondizionato, l'ho sempre guardato con un condizionato sospetto. Ho cercato da sempre esempi diversi, sperando che fossero esempi migliori. Non sono tanto sicura poi di esserci riuscita. Più cercavo modelli da emulare, più riscontravo gli stessi vizi e gli stessi infantilismi del mio povero padre. E ancora oggi, che sono ormai coetanea di gente più che adulta, trovo bambini intorno a me. Bambini che si gettano avidi sui loro giocattoli, rifuggendo responsabilità e impegni scomodi. Allora ho rivalutato mio padre, che almeno non si è mai sottratto ad un compito oneroso, che ha camminato per quanto possibile con onestà e dignità sulla strada subdola e tortuosa della politica attiva, che ha tenuto fede ai suoi impegni di padre e marito: a suo modo, ma meglio che ha potuto. Se non l'ho rivalutato del tutto, ho comunque perdonato mio padre, e la sua candida, ingenua innocenza di bambino testardo, incauto e puro.