arance a colazione

Ti conosco, mascherina


Ho sempre rifuggito il Carnevale, e varie altre festività comandate, come la peste. Tutta questa allegria, 'sto friccicore e affolamento di gente di solito mi fa venire voglia di rintanarmi in casa ad imprecare contro il mondo che va in malora ma, complice il tango - che in questo periodo si va nelle sale tutti travestiti - non mi ti vado a cercare dei costumi adeguati per le occasioni?! Non ho fatto troppa fatica, a trovare un'idea. Mi era venuta voglia di rispolverare maschere classiche, così ho deciso di impersonare un difensore del popolo, un vendicatore di ingiustizie (che se fossi uomo pure prestante ed atletico). Insomma, chi non si è mai vestito da Zorro in vita sua? Io mai. E neanche da Superman. Comunque, sono riuscita a rimediare il cappello, la mascherina nera con la zeta sopra, la spada e perfino a confezionarmi da sola un mantello. E siccome non volevo rinunciare alla poca femminilità che riacquisisco ogni tanto soprattutto grazie alle scarpe da ballo, ho messo un vestitino nero su cui ho cucito una rosa rossa, e le calze a rete - che faceva molto argentino (con Zorro non c'entra niente, ma col tango sì). Solo che, ballando, una volta posi la spada; poi ti levi il mantello; poi anche il cappello comincia a diventare ingombrante. Verso la fine della milonga togli anche la mascherina, che sei ormai tutta sudata. Così resti in mezzo alla stanza sola e accaldata, col vestitino nero con la rosa rossa e le calze a rete, il che può fuorviare dallo scopo iniziale, dandoti vagamente l'aria della zoccola.