PENTOLE,NON COPERCHI

Le lacrime che salgono ***


Quando si ha qualcosa dentro e ti capita il migliore dei casi, riesci a piangere e magari, al tempo giusto, anche a parlare quel crogiolo dittatoriale che ti tiene prigioniero il petto in 1 morsa strana.Siamo abituati a pensare le lacrime fisiologicamente: si condensano dentro, in 1 nocciolino duro, escono da quel buchino che pare scoppiare, vicino al naso, e un Niagara più o meno violento, più o meno secco, scende silenzioso, aiutato dalla gravità.Meno siamo abituati a pensare invece, il percorso di ritorno: le lacrime che salgono.Beninteso, non mi riferisco all'evaporazione, che cancella il bagnato in cui ci siamo versati. Ma non c'è lacrima che non abbia 1 effetto, prima che sugli altri, su noi stessi.Siete liberi di pensare a che tipo di effetto, a vostro parere positivo e/o negativo e/o altro, a seconda del vertice di pensiero che vi fornisce i criteri di giudizio.Mi voglio soffermare su delle lacrime in particolare, tra tutte quelle che salgono (e quindi ci ritornano dentro). Quelle che salgono 2 volte, dove la seconda è perchè FANNO SALIRE tutto il nostro essere. Salire verso dove? C'è chi dice Dio, chi Allah, chi dove gli pare, purchè sia crescita.Gli altri sono la risorsa più grande che abbiamo perchè ci sono sempre da specchio, anche quando non stiamo pensando minimamente a guardarci. Sono il nostro limite, il nostro obiettivo, il nostro amore, la nostra persecuzione, i nostri amici, purchè, facciamoci caso... sempre NOSTRI sono! Ognuno di noi non può mettersi in relazione senza, in qualche modo, elaborare quest' incontro. Possiamo fare tutte le proiezioni che vogliamo, possiamo anche non considerarli affatto come entità separate da noi, possiamo non vederli , anche non sentirli, ma la nostra psiche ha dovuto lavorare su questo, anche per arrivare a risultati così paradossali.E così, questi "altri" con cui noi "tuzzuliamo" (perdonatemi il vezzo napoletano che indica qualcosa di simile a "un urto che è una bussata da un signore discreto e gentiluomo") possono a volte gettare delle reti, pescare come noi peschiamo in loro. Noi e gli altri, lavoriamo continuamente per poterci pensare l'un l'altro, sostenere l'essere insieme (nel migliore dei casi).Così oggi ringrazio una persona che ha la classica saggezza che ci raccontano nei libri, di chi ha superato gli "anta": non ha pipa, nè barbone ma solo tanto amore negli occhi. Con questo sguardo guarda l'altro, lo sente, ne ha la voglia e pazienza, chiunque esso sia, anche solo 1 non conoscente di vecchia data come me.Le sue parole in un giorno, sostenute dall'osservazione a lunga distanza, dette col tono costruttore della gentilezza, in forma di domanda, neanche di teorema, mi hanno fatto piangere .Non c'era niente di male, niente di brutto, nessun rimprovero.Ma ha visto uno dei buchi che non trovavano in me possibilità di parola. Con una carezza ha portato la mia mano lì sopra,e come se avesse detto "Senti?", ora lo vedo anche io.E già domani è cambiato qualcosa.- GRAZIE -
[ eSALIRòsALIRòsALIRàranciapancia ]