ArancioVitamina

Follia e normalità


“Questa è una prigione?”“No. Un manicomio.”“Io non sono matta.”“È quello che dicono tutti, qui dentro.”“Va bene. Allora sono matta. E che cos’è un matto?” Una donna, matta in mezzo ai matti di quel manicomio, le risponde: “Matto è colui che vive nel proprio mondo. Come gli schizofrenici, gli psicopatici, o i maniaci. Quelle persone, cioè, che sono diverse dalle altre.” “Di certo […] avrai sentito parlare di Einstein, che sosteneva che non esistono né il tempo né lo spazio, ma un’unione di questi due elementi. O di Colombo, che affermava che all’altro capo del mare non c’era un abisso, bensì un continente. Oppure di Edmund Hillary, che asseriva che l’uomo poteva arrivare in cima all’Everest. O, ancora, dei Beatles, che hanno creato una musica diversa, e si vestivano come persone totalmente al di fuori della loro epoca. Tutti questi uomini, come migliaia di altri, vivevano nel proprio mondo.” Il binomio genio e follia non ci è nuovo…“Una volta, ho visto una donna con un vestito rosso scollato e lo sguardo vitreo che girava per le vie di Lubiana; il termometro segnava cinque gradi sotto lo zero. Pensai che fosse ubriaca e mi avvicinai per aiutarla, ma lei rifiutò la mia giacca.””Nel suo mondo, forse, era estate. E magari il suo corpo era riscaldato dal desiderio di qualcuno che l’aspettava. Anche se questa persona fosse esistita soltanto nel suo delirio, lei aveva il diritto di vivere e morire come voleva, non credi?”Ma chi è davvero in grado di stabilire con certezza qual è la “normalità”?Normale è chi è come gli altri, direbbe qualcuno. E folle è chi è fuori dal comune. Chi non è come gli altri.Ma davvero può bastare, questo, ad avere la certezza che la follia non sia, invece, proprio la normalità?“Ti voglio raccontare una storia […] Un potente stregone, con l’intento di distruggere un regno, versò una pozione magica nel pozzo dove bevevano tutti i sudditi. Chiunque avesse toccato quell’acqua, sarebbe diventato matto.”Il mattino seguente, l’intera popolazione andò al pozzo per bere. Tutti impazzirono, tranne il re, che possedeva un pozzo privato per sé e per la famiglia, al quale lo stregone non era riuscito ad arrivare. Preoccupato, il sovrano tentò di esercitare la propria autorità sulla popolazione, promulgando una serie di leggi per la sicurezza e la salute pubblica. I poliziotti e gli ispettori, che avevano bevuto l’acqua avvelenata, trovarono assurde le decisioni reali e decisero di non rispettarle.”Quando gli abitanti del regno appresero il testo dei decreti, si convinsero che il sovrano fosse impazzito, e che per tanto ordinasse cose prive di senso. Urlando, si recarono al castello, chiedendo l’abdicazione.“Disperato, il re si dichiarò pronto a lasciare il trono, ma la regina glielo impedì, suggerendogli: ‘Andiamo alla fonte, e beviamo quell’acqua. In tal modo, saremo uguali a loro.’ E così fecero: il re e la regina bevvero l’acqua della follia e presero immediatamente a dire cose prive di senso. Nel frattempo, i sudditi si pentirono: adesso che il re dimostrava tanta saggezza, perché non consentirgli di continuare a governare?“La calma regnò nuovamente nel paese, anche se i suoi abitanti si comportavano in maniera del tutto diversa dai loro vicini. E così il re potè governare sino alla fine dei suoi giorni.”Ho tratto questi stralci da Veronika decide di morire di Paulo Coelho. Qualcuno di voi l’avrà sicuramente letto e molti avranno già fatto per conto loro questa riflessione. Ma ora io faccio come Veronika, la protagonista del libro, e vi chiedo: che cos’è un matto? Vi sentite un po’ folli o avete paura della follia? Avete mai fatto follie? Qual è la follia più grande che avete fatto?