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Tre poltrone sono troppe ma Petralia non rinuncia: il caso in Parlamento


Leonardo Donofrio:Chi troppo, chi niente: “Mo' vene Natale ... nun tengo denaro,. me fummo 'na pippa. e me vac''a cuccà. .... !” Commenti Provveditore a Milano, reggente a Lecco, capogruppo di Forza Italia nel consiglio comunale di Bergamo. Una legge lo vieterebbe. Corsini presenta un'interrogazione al Ministro Carrozza di Luca SalviMilano, 14 dicembre 2013 – Tre poltrone per Petralia. Per la legge sono troppe ma lui non intende rinunciare. E il caso finisce in parlamento.Provveditore a Milano, reggente a Lecco e capogruppo di Forza Italia al consiglio comunale di Bergamo. Nonostante ad aprile il governo abbia sancito per legge che «gli incarichi dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni... sono incompatibili... con la carica di componente del consiglio di un Comune con» più di «15.000 abitanti». E Bergamo ne ha 115mila.Di questo si è subito accorta la Direzione scolastica regionale lombarda, la quale ha invitato Giuseppe Petralia a porre rimedio alla sua incompatibilità, optando tra la carica dirigenziale e quella politica. Echiedendo conferma al Ministero dell’Istruzione.Da allora la situazione è rimasta in stallo. Petralia non ha optato. Da viale Trastevere hanno fatto orecchie da mercante. Nessuna risposta all’Ufficio scolastico regionale. E nessun provvedimento.Così ci ha pensato il senatore del Pd Paolo Corsini, l’ex sindaco di Brescia, che tre giorni fa ha presentatoun’interrogazione al Ministro Maria Chiara Carrozza, con richiesta di risposta urgente. Due le questionisul piatto: se il Ministero è “a conoscenza del caso”. E se intende adottare le “necessarie misure” atte a rimuovere l’incompatibilità, “imponendo a Giuseppe Petralia di scegliere” tra continuare a fare il dirigente o il politico. Tra gestire la scuola milanese e lecchese o impegnarsi nella rinascita di Forza Italia a Bergamo.“Penso che sia una situazione insostenibile - afferma Corsini - a prescindere dalla collocazione politica. Vorrei capire perché, dopo la segnalazione al Ministero, non si sia mosso nulla”. Il senatore ricorda il proprio caso:“Quando diventai sindaco di Brescia ero parlamentare. E mi dimisi subito da Montecitorio, per l'incompatibilità tra le due cariche”.Ora che la legge ha allargato la platea ai dirigenti amministrativi “deve essere fatta rispettare - sostiene Corsini - a tutti. Anche per dissipare ombre su eventuali conflitti di interesse, a vantaggio dello stesso Petralia”.Già la nomina a provveditore di Milano da parte dell'ex direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio, nel marzo 2011, aveva attirato su Petralia polemiche per il triplo incarico e l’incompatibilità, sollevata allora dalla Cgil, in base alla legge Brunetta.