Arcobaleno

Pedofilia e Prostituzione infantile.


Il fenomeno della violenza sui minori, subisce spesso un processo di rimozione dalla coscienza collettiva che ne nega la rilevanza per una sorta di ripugnanza emotiva, riconducendo le violenze ad isolati casi di patologie adulte appartenenti a determinate sacche di povertà socioculturali.Sulla base delle attuali statistiche disponibili è possibile affermare che la violenza sui minori è un fenomeno diffuso capillarmente in tutte le classi sociali e in tutto il nostro territorio, nelle città come nei piccoli paesi.I pedofili sono persone "vicine" ai bambini o frequentano luoghi dove li possono conoscere facilmente. Il pedofilo è una persona che fondamentalmente ama i bambini, ma questo sentimento si distorce al punto da spingerlo a manipolarli, ad ingannarli e ad abusare sessualmente di loro.Il pedofilo non prova rimorso, perché si autogiustifica con l'amore che è convinto di manifestare, e non pensa ai danni che provoca e che le vittime si porteranno dentro per tutta la vita.E' sempre presente il tentativo di dare una giustificazione di normalità alle devianze della pedofilia, sostenendola anche culturalmente o cercando di giustificarla come una malattia dalla quale non si può guarire (nessuno ha mai considerato però che è l'unica malattia che non provoca danni al malato ma solo alle sue vittime?).Il pedofilo è inoltre responsabile di buona parte della pornografia infantile che è prodotta proprio su loro domanda. Immortalare le proprie vittime rappresenta il trofeo della conquista.I pedofili raccolgono materiale per vari motivi: per favorire l'eccitazione, per legittimare le loro azioni, per estorcere ai bambini la promessa del silenzio, per indebolire le loro inibizioni e facilitarne la seduzione.In questo modo i bambini sono doppiamente vittime dello sfruttamento sessuale: da un lato per le ferite fisiche e psicologiche causate dalle violenze perpetrate durante le riprese, dall'altro per la consapevolezza che tali immagini vagheranno di mano in mano per anni.Non hanno nessuna possibilità di impedire quest'ultima, continua, umiliazione.Ma dagli anni novanta la telecamera è stata superata dalla comunicazione telematica, che rende ancora più clandestini e difficilmente intercettabili i canali della distribuzione illecita.Una delle ragioni per cui il computer facilita il pedofilo, è che egli riesce ad ottenere una risposta immediata ed ha accesso a milioni di bambini attraverso Internet .La pornografia su Internet è quindi doppiamente temibile: sia perché rimane una delle grosse cause del traffico dei minori a fine di prostituzione, sia perché è in grado di raggiungere direttamente i bambini che giocano con il computer.Come ogni schiavitù, anche la prostituzione assolve ad una funzione economica, ma non è il solo aspetto. Vi è infatti anche una forte influenza culturale, che ha radici nell'immagine di uomo e di donna trasmessa dalla società.In questo lucroso mercato, che ha per oggetto il piacere dell'uomo o il suo desiderio, sono infatti il corpo e l'intimità di donne e bambini la merce più preziosa.E la conseguenza peggiore è l'alienazione della persona nel suo aspetto pregnante, cioè la perdita della dignità, del rispetto di sé, della propria interiorità. Per questo la prostituzione è più grave di ogni altra schiavitù: ciò che si mercanteggia non è la forza lavoro di una persona, ma il suo stesso essere.Come si fa allora a lottare contro la pedofilia, la pornografia e la prostituzione infantile?E', innanzi tutto, necessaria un'azione concertata a livello nazionale, europeo e internazionale, il che presuppone anche la mobilitazione di tutti i soggetti interessati ai vari livelli: governi, agenzie internazionali, ONG e associazioni private, industria del turismo, mass media.Il coordinamento e la cooperazione tra diversi livelli e soggetti può però diventare un enorme scaricabarile nel quale finiscono stritolati anche i diritti più forti.Per questo bisogna puntare su obiettivi chiari, verificabili, e dove ogni governo dichiari la propria parte di responsabilità.