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Quand’ero ragazzino, nei discorsi degli adulti, coglievo sempre come un allert, la parola “coerenza” e spesso vedevo accalorarsi tra loro i partecipanti alle varie discussioni. All’epoca non avevo contezza del significato della parola e tantomeno delle discussioni che intorno ad essa s’imbastivano. Nel crescere ho iniziato a capire (grossa parola lo so, ma almeno ci provo) cosa, quelle discussioni, mi avessero insegnato. Forse non ho afferrato precisamente come debba essere una persona coerente nei confronti degli altri, ma ho imparato, per prima cosa, a essere coerente con me stesso anche perché una persona a me cara tanti anni fa m’insegnò che per rispettare gli altri dobbiamo innanzitutto imparare a rispettare noi stessi. Or bene, secondo un mio personalissimo parere, parlare di coerenza significa anche voler dire “non ho tradito la mia fiducia e seppur l’avessi tradita, la cosa principale è che non pregiudichi il rispetto per nessuno”. Perché in definitiva di questo si tratta e cioè essere coerenti che quello che si dice si fa e, quando si fa un passo indietro nelle decisioni prese, non vuol dire “incoerenza” ma magari aver riflettuto e aver valutato che quello che si era detto magari poteva essere sbagliato. Solo le grandi persone tornano sui loro passi quando si accorgono di aver preso decisioni affettate. Buone vacanze.