Ma'pe iabbu

Il grande sonno


Ermes perde sangue dalle zampe. Le vesciche si aprono e colano. E' sangue come il mio Rosso ed appiccicoso. Calore affricano e maledetto, coagula e s'addensa come uno smalto da gran puttana. I suoi grandi occhi gialli mi parlano: sei sempre bello, Ermes. Le mosche gli si posano sulle ferite e le succhiano avide. Proprio come fanno certi uomini.O certe donne. L'angoscia è che dovrei ucciderti. Io che vedo come mangi di gusto, seppure il male dentro ti corrode. Corro a lavare il tuo sangue sulle vecchie pietre dei camminamenti. Strofino e maledico, che sarà mai un po' di rosso sangue? Chi non ce l'ha? Scappo fingendo di non averti visto, In un nugolo di schifose mosche. in quell'angolo sdraiato ad aspettare la fine. Che venga da sola, mentre io non ci sono. Eppure so che se te la dessi io, mi salverei.