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Migranti


Lo scorso giorno, guardando dalla finestra, ho visto dei rami muoversi sulla riva di fronte. Non era il solito muovere causato dagli uccelli, si intuiva un animale più pesante. Dopo poco ho visto la ragione: uno scoiattolo nero. Non so da dove sia arrivato, ma era in ottima forma, saltava di ramo in ramo, come mi sarebbe da sempre piaciuto fare. Sicuramente lo scorso anno non c’era, e neanche quelli precedenti. Stamani l’ho rivisto e mi sono goduto le sue evoluzioni, pensando che tra poco, quando le gaggie avranno tutte le foglie, sarà difficile poterlo vedere. E’ rispuntato, dopo qualche anno d’assenza, il picchio rosso, l’ho visto uscire da un buco scavato in una pianta quasi secca. Ho trovato, nascosti dall’erba, dei formicai mai visti da queste parti, di terra, circolari, alti una spanna.Anche le viole hanno allargato di parecchio il loro aerale, all’epoca della fioritura era uno spettacolo salire verso casa vedendo il centro strada ricoperto di viole e grandi macchie spuntare sulle rive. Incredibilmente ho trovato dei muscari, che non mi paiono propio indigeni. Ne ho viste altre piantine a un paio di chilometri da casa, ai bordi della strada.Lo spettacolo migliore, comunque, sono i pappagalli: grandi, verde smeraldo acceso. Lo scorso anno ne ho contati sei. Si vedranno più avanti, fine maggio – inizio giugno, se sono riusciti a passare l’inverno in qualche fienile abbandonato. Mi chiedo se con un attento controllo ai confini potrei respingere queste invasioni animali e vegetali, magari creando a terra una zona diserbata (cosparsa con antigerminativi e veleni) e prendendo a fucilate ogni animale che tenti di passare questa zona di sicurezza. I pappagalli, invece, sarà opportuno catturarli e riportarli al loro proprietario: avrò sicuramente diritto a una taglia.