La pace non è semplicemente l’assenza della guerra, non è il
“quieto vivere” in cui trovare una nostra collocazione
tranquilla, senza problemi.
La pace vera è un dono di Dio fatto a noi per mezzo di Cristo, Colui che è
riconciliazione e unità che ha realizzato il dono messianico della pace
proprio nel suo sangue e realizzando nel suo corpo
“un solo uomo nuovo”.
La pace è dunque l’unità ritrovata, la riconciliazione con Dio e con i fratelli
riconquistata, la gioia che nasce da tutto questo e che
riempie il cuore dei credenti.
Nella costruzione della sua Chiesa.
Cristo è la pietra angolare su cui tutto l’edificio si colloca e si fonda,
è il fondamento che da’
“pace“ a tutta la sua Chiesa.
La pace di Cristo si differenzia da quella del mondo perché non si impone
per decreto o per prepotenza, ma per amore.
Inoltre porta il nuovo ordine della carità a cominciare dal cuore
dell’uomo e poi si espande su tutte le opere umane vivificandole con la luce
gioiosa dello Spirito Santo che porta e fa crescere la pace.
La nostra vita ha bisogno di pace, il mondo ha bisogno di questo
dono sublime e lo cerca, piu volte sbagliando direzione e mezzi,
ma è la pace ciò che tutti gli uomini desiderano e agognano anche
quando fanno la guerra.
L’uomo non può non desiderare la gioia che nasce dall’equilibrio
e dall’ordine che la pace promette, gode dell’armonia maestosa della
natura, della bellezza delle cose che suggeriscono al cuore
dell’uomo la lode profonda che a Dio è dovuta.
Il canto della pace e dell’amore è il canto dei redenti,
Cristo è Re dell’universo perché è il
“Re della pace”, perché in Lui tutto acquista significato e senso,
tutto si armonizza e si incontra, tutti ritrovano il proprio spazio
e il giusto tempo. Per questo Egli è “riconciliazione” proprio attraverso il
suo corpo donato a noi sulla croce, attraverso quel
sacrificio sublime in cui l’uomo vecchio e l’uomo nuovo si incontrano, uno per
morire l’altro per rinascere, tutti e due per ritrovare l’amore
che salva nell’unico gesto redentore di Cristo.
La Chiesa si dice sia annunciatrice di pace perché celebra il mistero della
riconciliazione e dell’amore, perché attraverso i sacramenti
annuncia la possibilità dell’unità e dell’incontro attraverso l’amore
salvifico di Cristo, ma in verita' vi dico; ogni uomo chiamato da Dio
puo'esercitare il ministero purche' guidato dallo Spirito del
Signore tale persona puo'rendere efficace e viva l’opera redentrice di
Cristo e ogni uomo può trovare finalmente la vera pace se
realmente ascolta quel sussurro che all'orecchio le dice
quanto sia grande la grazia del
CRISTO RISORTO
Chiediamo dunque al Signore questo grande dono, invochiamolo con fiducia,
facciamoci mendicanti di questa grazia: “dona nobis pacem”.
Nella congiuntura storica contemporanea in cui vediamo l’uomo
armarsi contro il suo fratello, vediamo il cuore dell’uomo
inaridirsi fino a morire sotto il giogo maligno dell’inimicizia,
dell’orgoglio, dell’odio, la nostra preghiera per ottenere
la pace si fa urgente e necessaria.
Questa preghiera non può prescindere però dalle nostre opere di pace
e soprattutto dall’annuncio di Colui che è il datore della pace:
Cristo Redentore.
"Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo io la dono a voi”,
queste espressioni ci indicano chiaramente la direzione e il metodo.
Bisogna annunciare Cristo, portare la sua grazia, invocarne l’aiuto e
la presenza, farlo amare affinché il mondo conosca il Principe della Pace
e a Lui si rivolga per ottenerla.
Facciamo dunque nostro l’invito del nostro papa Giovanni XXIII
nei primi anni Sessanta: “dona nobis pacem.”
La pace tra gli uomini nasce sempre dalla pace con Dio che si realizza
a cominciare dal loro cuore per poi aprirsi alle famiglie, alle nazioni,
ai popoli, al mondo.
Gridiamo anche noi con forza al Signore affinché ci esaudisca:
“dona nobis pacem in terris”.
IL MIO GRIDO SALE A TE SIGNORE ABBI PIETA' DI NOI ALLELUJA
IN FEDE GERUSALEMME