Messaggi di Dicembre 2014
Post n°1202 pubblicato il 31 Dicembre 2014 da linaladu
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Post n°1201 pubblicato il 26 Dicembre 2014 da linaladu
Del grande martire s. Stefano, si ignora la provenienza, si suppone che fosse greco, in quel tempo Gerusalemme era un crocevia di tante popolazioni, con lingue, costumi e religioni diverse; il nome Stefano in greco ha il significato di “coronato”. Si è pensato anche che fosse un ebreo educato nella cultura ellenistica; certamente fu uno dei primi giudei a diventare cristiano e che prese a seguire gli Apostoli e visto la sua cultura, saggezza e fede genuina, divenne anche il primo dei diaconi di Gerusalemme.Gli Atti degli Apostoli, ai capitoli 6 e 7 narrano gli ultimi suoi giorni; qualche tempo dopo la Pentecoste, il numero dei discepoli andò sempre più aumentando e sorsero anche dei dissidi fra gli ebrei di lingua greca e quelli di lingua ebraica, perché secondo i primi, nell’assistenza quotidiana, le loro vedove venivano trascurate.Allora i dodici Apostoli, riunirono i discepoli dicendo loro che non era giusto che essi disperdessero il loro tempo nel “servizio delle mense”, trascurando così la predicazione della Parola di Dio e la preghiera, pertanto questo compito doveva essere affidato ad un gruppo di sette di loro, così gli Apostoli potevano dedicarsi di più alla preghiera e al ministero. La proposta fu accettata e vennero eletti, Stefano uomo pieno di fede e Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas, Nicola di Antiochia; a tutti, gli Apostoli imposero le mani; la Chiesa ha visto in questo atto l’istituzione del ministero diaconale. Alla domanda del Sommo Sacerdote “Le cose stanno proprio così?”, il diacono Stefano pronunziò un lungo discorso, il più lungo degli ‘Atti degli Apostoli’, in cui ripercorse la Sacra Scrittura dove si testimoniava che il Signore aveva preparato per mezzo dei patriarchi e profeti, l’avvento del Giusto, ma gli Ebrei avevano risposto sempre con durezza di cuore. Fu il colmo, elevando grida altissime e turandosi gli orecchi, i presenti si scagliarono su di lui e a strattoni lo trascinarono fuori dalle mura della città e presero a lapidarlo con pietre, i loro mantelli furono deposti ai piedi di un giovane di nome Saulo (il futuro Apostolo delle Genti, s. Paolo), che assisteva all’esecuzione.In realtà non fu un’esecuzione, in quanto il Sinedrio non aveva la facoltà di emettere condanne a morte, ma non fu in grado nemmeno di emettere una sentenza in quanto Stefano fu trascinato fuori dal furore del popolo, quindi si trattò di un linciaggio incontrollato.Mentre il giovane diacono protomartire crollava insanguinato sotto i colpi degli sfrenati aguzzini, pregava e diceva: “Signore Gesù, accoglimi”, “Signore non imputare loro questo peccato”. Gli Atti degli Apostoli dicono che persone pie lo seppellirono, non lasciandolo in preda alle bestie selvagge, com’era consuetudine allora; mentre nella città di Gerusalemme si scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani, comandata da Saulo.Tra la nascente Chiesa e la sinagoga ebraica, il distacco si fece sempre più evidente fino alla definitiva separazione; la Sinagoga si chiudeva in se stessa per difendere e portare avanti i propri valori tradizionali; la Chiesa, sempre più inserita nel mondo greco-romano, si espandeva iniziando la straordinaria opera di inculturazione del Vangelo.Dopo la morte di Stefano, la storia delle sue reliquie entrò nella leggenda; il 3 dicembre 415 un sacerdote di nome Luciano di Kefar-Gamba, ebbe in sogno l’apparizione di un venerabile vecchio in abiti liturgici, con una lunga barba bianca e con in mano una bacchetta d’oro con la quale lo toccò chiamandolo tre volte per nome. Gli svelò che lui e i suoi compagni erano dispiaciuti perché sepolti senza onore, che volevano essere sistemati in un luogo più decoroso e dato un culto alle loro reliquie e certamente Dio avrebbe salvato il mondo destinato alla distruzione per i troppi peccati commessi dagli uomini.Il prete Luciano domandò chi fosse e il vecchio rispose di essere il dotto Gamaliele che istruì s. Paolo, i compagni erano il protomartire s. Stefano che lui aveva seppellito nel suo giardino, san Nicodemo suo discepolo, seppellito accanto a s. Stefano e s. Abiba suo figlio seppellito vicino a Nicodemo; anche lui si trovava seppellito nel giardino vicino ai tre santi, come da suo desiderio testamentario.Infine indicò il luogo della sepoltura collettiva; con l’accordo del vescovo di Gerusalemme, si iniziò lo scavo con il ritrovamento delle reliquie. La notizia destò stupore nel mondo cristiano, ormai in piena affermazione, dopo la libertà di culto sancita dall’imperatore Costantino un secolo prima. Da qui iniziò la diffusione delle reliquie di s. Stefano per il mondo conosciuto di allora, una piccola parte fu lasciata al prete Luciano, che a sua volta le regalò a vari amici, il resto fu traslato il 26 dicembre 415 nella chiesa di Sion a Gerusalemme. Che scempio hanno osato fare trafugare ossa e farne delle relique...dovranno dare conto al CRISTO di tutte queste malefatte,ancora adesso ,tolgono i morti dalle tombe per farne scempio...tutto per guadagnare danaro...abbiamo visto da poco PADRE PIO imbalsamato come una bestie,lo gridero' per sempre,che L'ETERNO li condannera' per tutto questo. IN FEDE GERUSALEMME LADU.... |
Post n°1200 pubblicato il 20 Dicembre 2014 da linaladu
SARÀ COMPLETATA LA REDENZIONE DELL'UOMO L'intero principio della Redenzione esige il ritorno di Cristo. Non soltanto Egli "ci ha comprati dalla schiavitù di Satana" ma i medesimi schiavi sono stati "fatti eredi e partecipi del Suo trono". Quando Gesù disse "È compiuto", il prezzo del nostro riscatto fu pagato ed iniziò la redenzione, la quale continua in questa dispensazione mediante lo Spirito Santo e terminerà, rimanendo completata, alla seconda venuta. Mentre molte profezie del Vecchio Testamento predicono la prima venuta del Signore, moltissime guardano oltre, guardano alla Sua seconda venuta. Io vi dico: «Il grande piano di redenzione esige il ritorno di Cristo. Fa parte del piano divino che, come Egli è venuto una volta per riscattare, così verrà una seconda volta per prendere la Sua eredità, da Lui comprata con gran prezzo. Egli venne una volta perchè il Suo calcagno fosse ferito, verrà ancora una volta per schiacciare il capo del serpente. Egli venne una volta per portare la corona di spine, verrà di nuovo per portare il diadema d'un dominio universale. Siate sicuri di questo, che l'intero dramma della redenzione non può essere perfetto senza quest'atto del ritorno del Re!». Nell'Apocalisse, capitolo 5, dopo il rapimento dei Santi, le quattro creature viventi ed i ventiquattro Anziani cantano "Tu sei degno... perchè... hai comprato a Dio col Tuo Sangue, gente d'ogni tribù e lingua e popolo e nazione". La redenzione è il tema del loro canto, la redenzione perfetta. Vi è una duplice referenza all'ultima redenzione nel Nuovo Testamento ed è connessa con le due fasi della seconda venuta. In Efesini 4:30, siete stati suggellati per il giorno della redenzione", cioè: per la redenzione della Chiesa e l'apparizione di Gesù. leviamo il capo, perchè la nostra redenzione è vicina", cioè:la Rivelazione di Cristo sulla terra. Egli verrà prima per la Redenzione dei Santi e dopo per la redenzione di tutti La Redenzione dei Santi è una Redenzione eterna (Ebrei 9:12) ed una redenzione perfetta dalla penalità, potenza e presenza del peccato (Ebrei 9:28) ed i credenti aspettano quest'ultima fase, la redenzione dalla presenza del peccato, quando gli schiavi comprati, parteciperanno con Cristo nel Suo trono (Apoc. 3:21). Considerando il culmine della nostra redenzione nel rapimento, dobbiamo notare in 1 Corinzi 15: "in Cristo saremo tutti vivificati; ma ciascuno nel suo proprio ordine"ancora: "v'è la gloria del sole, altra la gloria della luna, e altra la gloria delle stelle; perchè un astro è differente dall'altro in gloria. Così pure della resurrezione dei morti". Le parole PROPRIO ORDINE hanno un significato militare, indicando file e divisioni proprio come nell'esercito. Ovviamente ci sarà un ordine nel rapimento e glorie diverse nella resurrezione. Vi sarà: Senza dubbio un ordine nella resurrezione e dobbiamo bramare, come Paolo, anche noi di partecipare in quella resurrezione fuori dei morti, quando i corpi dei credenti saranno trasformati come il Suo Corpo glorioso,in CRISTO. Dunque pur ricordando la sua prima venuta,prepariamoci zelantemente alla seconda venuta.La beata speranza del credente è collegata anche con il giudizio delle proprie opere (non il nostro peccato perchè quello è stato giudicato sulla Croce, ma le nostre opere, o il nostro servizio). Quindi, l'Apostolo Giovanni così ci esorta: "Dimorate in Lui affinchè, quando Egli apparirà, abbiamo confidanza e alla Sua venuta non dobbiamo ritrarci da Lui, coperti di vergogna" (1 Giov. 2:28). La verità della seconda venuta dovrebbe ispirare il cuore ed allo stesso tempo risvegliare la coscienza affinchè siamo nella Sua presenza non solo con gioia ma con una grandissima gioia nel futuro che verra'.Amen. IN FEDE LINA LADU...
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Post n°1199 pubblicato il 11 Dicembre 2014 da linaladu
![]() Io lo so Signore che vengo da lontanoprima nel pensiero e poi nella Tua mano io mi rendo conto che Tu sei la mia vita e non mi sembra vero di pregarti così.Padre di ogni uomo e non ti ho visto maiSpirito di vita. Son nata da una donnaFiglia di mio fratello e sono solo una donna, eppure io capisco che Tu sei verità.Io guardo tutto il mondo, con gli occhi trasparenti e' l'innocenza di un bambino insegno sempre a tutti a chiamarti “Padre nostro”ad ogni figlio che diventa uomo.Io so Signore,che tu mi sei vicino,luce alla mia mente guida al mio cammino mano che mi sorregge che guarda e mi perdona e non mi sembra vero che Tu esista così.Dove nasce amore Tu sei la sorgente dove c’è una croce Tu sei la speranza dove il tempo ha fine Tu sei vita eterna io so che posso sempre contare su di Te accoglierò la vita come un dono, cosi'avrò il coraggio di morire anch’io e incontro a Te verrò col mio fratello quello povero e' solo che non si sente amato da nessuno.Gesù è tutto misericordia, Gesu' è tutto amore: è un Dio gioioso!Qual è la gioia di Dio? La gioia di Dio è perdonare!Ognuno di noi è quel figlio che hasciupato la propria libertà seguendo idoli falsi, miraggi di felicità, e ha perso tutto. Ma Dio non dimentica, il Padre non abbandona mai.E’ un padre paziente, ci aspetta sempre! Rispetta la nostra libertà, ma rimane sempre fedele.E quando ritorniamo a LUI, ci accoglie come figli, nella sua casa, perché non smette mai, neppure per un momento, di aspettarci, con amore. E il suo cuore è in festa per ogni figlio che ritorna.E’ in festa perché è gioia. Dio ha questa gioia: quando uno di noi peccatore, va da LUI, e chiede il suo perdono. Dunque cari fratelli restiamo sempreuniti aspettando con amore..il CRISTOREDENTOR... PACE..LINA... |
Post n°1198 pubblicato il 05 Dicembre 2014 da linaladu
Gesù le disse: “Donna, credimi: l’ora viene che né su questo monte, ne a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e in verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede.Dio è Spirito, e quelli che l’adorano devono adorarlo in spirito e in verità
Se qualcuno pensa che Dio possa essere trovato solamente in chiesa si sbaglia di grosso. Gesù con la rivelazione di Giovanni fa un importante affermazione: non esiste un posto specifico dove adorare Dio. L’apostolo Paolo ha scritto che il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo perciò il luogo di culto per adorare Dio deve essere la nostra vita.
Gesù afferma che per poter adorare realmente Dio devono coesistere due condizioni: spirito e verità. In spirito: Innanzitutto Dio è Spirito, quindi noi abbiamo bisogno di adorarlo con il nostro spirito. Nel nostro cuore deve esserci una continua lode di ringraziamento, nella nostra mente un continuo lottare contro il peccato, e questa lodepoi si deve manifestare con il comportamento di tutti i giorni.In verità vuol dire proprio questo che l’adorazione in spirito a Dio si manifesta a noi e agli altri con un comportamento quanto più possibile in linea con gli insegnamenti lasciati da GESU' ossia con l’amore.Molti dichiarano di essere cristiani ma in realtà non lo sono affatto, perché nonostante dicano di credere veramente in Gesù non permettono allo Spirito Santo di modellare le loro vite.“Non chiunque mi dice; ”Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.Gesù ha detto che non vi sono comandamenti più grandi di: “Ama il Signore Dio tuo e ama il tuo prossimo come te stesso” Ma siamo cosi sicuri di amare come ci indica il Signore? Se guardiamo l’amore di Gesù ci rendiamo conto che è un amore diverso, è un amore disinteressato, non cerca vantaggi dalle relazioni con gli altri ma vuole solo mostrare la verità agli uomini, ossia che l’uomo è schiavo del peccato e senza il suo aiuto saremmo costretti ad una fine orribile e questo amore l’ha dimostrato con i fatti sopportando il terribile peso della croce.Invece il nostro amore verso il prossimo, la nostra amicizia, le nostre relazioni sono, il più delle volte, di facciata, troppo spesso ci avviciniamo agli altri non da unvero sentimento ma solo da interessi egoistici e per avere un qualche vantaggio personale. Poi in questa “non-verità” quando le nostre idee vanno a scontrarsi con gli altri ecco che i rapporti che sembravano solidissimi in un attimo cadono.
Cerchiamo quindi di accostarci alle persone non per interesse ma con vero spirito d’amore. Certo può essere difficile ma in quanto cristiani abbiamo il dovere di provarci. Non possiamo permettere che il nostro spirito si appiattisca sotto la corruzione e gli usi di questo mondo, anzi dobbiamo contrastare queste falsità e mostrare che la chiesa di Cristo è formata da veri adoratori.L’uomo è così povero e debole che non può pretendere di camminare da solo,senza ricercare costantemente la mano del Signore per appoggiarcisi e la Sua luce per illuminare la sua strada. Si può affermare che la preghiera porta il suo frutto solo quando si diventa perfettamente consapevoli della propria miseria e indegnità di fronte all’immensità della perfezione, della bontà e della misericordia di Dio. Non si deve dimenticare che Egli accorda la Suagrazia solo agli umili.queste mie parole sono solo destinate ad aiutare iprincipianti nella preghiera interiore. Quando avranno preso l’abitudine di seguire quest’itinerario mentale, verrà per loro facile “conversare” spontaneamente con il Signore. Non avranno allora più bisogno del metodo.Potete credere a chi ne ha già fatto esperienza: succede che il Signore ci parli”, e risponda alle nostre suppliche. Quando abbiamo appreso a tendere tutto il nostro essere verso di Lui, quando abbiamo fatto il silenzio totale in noi e siamo solo attenti alla Sua voce, il Suo Spirito c’ispira dei pensieri segreti, profondamente intimi, al di là delle parole.È questo la risposta di Dio.tento di spiegare questa meravigliosarealtà così: “Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la voce, Si riconoscono queste “comunicazioni” di Dio, che non sono frutto della nostra immaginazione, a una pace radiosa che, tuttod’un tratto, invade l’anima e il cuore. Allora, le piccole e grandi vicissitudini della vita su questa terra affondano nella magnificenza della presenza divina.In questa nostra epoca in cui gli uomini sono tanto preoccupati per i loro interessi e il loro benessere, è vitale capire che ci conviene rimanere“collegati” a Cristo, perché Egli è il Sole che annienta le nostre tenebre, è laVia che ci porta al buon porto, è la Verità che ci salva dall’errore, è la Vita che ci rende immortali, è il Pane che nutre le anime affamate e l’Acqua viva che le disseta.
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Nickname: linaladu
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