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Messaggi di Gennaio 2015

IL VESTITO SENZA CUCITURE DI DIO .LINA LADU.

Post n°1208 pubblicato il 30 Gennaio 2015 da linaladu

http://i.imgur.com/AbEe525.jpg?2

Quando i soldati crocifissero Gesù, presero il Suo vestito, per dividerlo in 4 parti una per ognuno di loro, lasciandolo in indumenti intimi. Questo vestito era senza cuciture, tagliato in un pezzo dalla cima al fondo. “Non dividiamolo”, dissero fra di loro, Decidiamo a sorte chi lo otterra’. Questo accade per adempiere alle Scritture di Giovanni 19:23-24.

“’Alleluia! Perche’ il nostro Signore onnipotente regna. Gioiamo e siamo contenti e diamo a Lui la gloria! Poiche’ il matrimonio dell’Agnello presto viene, e la sua sposa si prepara. Lino fine, lucido e pulito, le verra'dato da indossare, (il lino fine e’ un simbolo per indicare la giustizia dei Santi)” Apo. 19:6-8.

Se allora la tunica del Signore rappresenta la Sua giustizia, come quella offerta alla sposa per il suo giorno di nozze, allora noi dobbiamo tentare di prendere su di noi quel vestito. Paolo scrive,un pensiero simile, “dunque, come gente scelta di Dio, amata, vestitevi con compassione,amore, gentilezza, umilta’, mitezza e pazienza. Sopportatevi gli uni con gli altri e perdonate le mancanze che possiate avere gli uni con gli altri. Perdonate come il Signore vi ha perdonati”.

cari lettori,Noto che il Signore non ci lascia pezze per rammendarci: “quasi tutte le nostre azioni sono come un panno sporco” Isaia 64:6. Gesu’ dice che se tenti di cucire un vestito mentre e’ bagnato, la cucitura tirera’il vestito,che non potrai piu' indossare, cosi’ avrai bisogno di un nuovo vestito anziche’ quello bagnato. Adamo ed Eva tentarono di coprire la loro vergogna con foglie di fico, ma il Signore non li lascio’ cercare ulteriormente foglie piu’ grandi e piu’ spesse. Egli provvide una copertura per loro, proprio come Gesu’ si e’ sacrificato per darci un vestito nuovo con la Sua morte. Ci diede il Suo vestito senza cuciture. Paolo disse agli Ebrei “voi non conoscete la giustizia che viene da Dio e cercate di stabilire la vostra giustizia, cosi’ non vi sottomettete a quella di Dio. Cristo e’ la fine della legge cosi che possa esservi giustizia per ogni persona che crede”.

Cosa puo’ significare che il suo vestito e’ senza cuciture? Esso e’ tutto intrecciato insieme, combinando tutte le potenziali minacce con l’obbedienza a Dio. “Confidiamo ed obbediamo, poiche’ non vi e’ altra strada per essere felici in Gesu’ se non quella di confidare ed obbedire”. Giacomo, scrisse  2: 21-24 che, “voi vedete che la fede di Abramo e le sue azioni lavorarono insieme, la sua fede fu completata dalle sue azioni. E fu adempiuta cosi’ la scrittura che dice, “Abramo credette e cio’ gli fu imputato a giustizia”.Il signore Gesu’ non ci ha chiesto di indossare un vestito religioso. Egli rende ogni cosa cosi’ semplice che anche un bambino puo’ indossare i Suoi vestiti. I primi cristiani non avevano edifici come chiese, pulpiti, corali o cerimonie. Egli disse, “dove due o tre sono riuniti nel Mio nome io sono nel loro mezzo” Matteo 18:20.Le azioni sono descritte in Atti 2:42, “Essi si votarono all’insegnamento degli apostoli, e alla comunione, al rompere il pane e a pregare … Essi rompevano il pane nelle loro case e mangiavano insieme con cuori grati e sinceri, lodando Dio e gioiendo nel favore di tutte le altre persone”. Questo e'il vestito tutto di un pezzo: l’insegnamento e la comunione costruirono la loro fede ed obbedienza.quando noi mangiamo insieme ,nella nostra casa,l'uomo tagli il pane ofrendone a tutti i presenti come ha fatto  GESU' con gli apostoli,(non togliendo L'EUCARESTIA )il corpo rotto del Signore per la nostra guarigione, e ricordiamo il Suo spargimento di sangue per il nostro perdono, aiutiamo la nostra fede e la nostra obbedienza. Allora le nostre preghiere saranno facilmente risposte,  Atti 2:42.

Il nostro sistematico darci a GESU' obbedienti all’Evangelo, e in buone opere, verra' intessuta la tunica senza cuciture,nel nostro riunirci insieme. Paolo avviso’“Il primo giorno della settimana, Quando i Filippesi credenti si incontravano,mandavano a Paolo “aiuto in continuazione, mentre lui era nel bisogno,nella predicazione ed allora, “Dio andava incontro a tutte le loro necessita’ secondo le Sue ricchezze in gloria!” Filippesi 4:16-19. Gesu’ comando’ ancora dicendo, “Cercate prima di ogni cosa il Regno di Dio e la Sua giustizia, e tutto il resto vi sara’ aggiunto” (Matteo 6:3 qui' viene descritta anche la carita'....verso coloro che vivono nell'indigenza..dunque :Indossiamo sempre il VESTITO SENZA CUCITURE DI DIO,cercando il REGNO SANTO,senza porre resistenza all'amore infinito di GESU',amiamoci gli uni agli altri,come GESU'ama noi...IN FEDE...

LINA LADU.

 
 
 

LA NOSTRA CASA SARA' TUA GESU'....LINA LADU..

Post n°1207 pubblicato il 19 Gennaio 2015 da linaladu

http://www.partecipiamo.it/Aforismi_e_citazioni/religione/immagini/qac_cristo.jpg

Canto per Te, Gesù,canto per Te!
Oggi mi rendi felice.Canto per Te, Gesù,

presto tu verrai e insieme a noi vivrai,
Hai scelto la mia casa,per abitar con me:
è piccola, Signore,ma io vivrò con Te.

Nel Pane che mangiamo,Gesù, Tu vieni a noi:
e un giorno su nel cielo saremo uniti a te.

Mi parli con amore di grandi verità:
ti ascolterò, Signore,con gioia e fedeltà.

Gesù, Tu sei risorto e vivi in mezzo a noi:
fedele nostro amico,ci rendi amici tuoi.

I bimbi che abbracciavi ti amavano, Gesù,
a Te noi promettiamo di amarti sempre più.

Passavi tra la gente,chiedevi la bontà:
con Te l'amore vero ,piu'facile sarà.

La strada spesso è buia:il Sole ci sarà?
Amici non temete:Gesù ci guiderà.

Quest'oggi ho pochi amici che pregano con me:
ma il cielo è ancor più grande io l'amerò con Te!

La gioia del mio cuore,a tutti canterò
Perché Gesù mi ha detto:"Per sempre ti amerò!"

Lo Spirito che doni,la vita cambierà:
Signore, noi speriamo,nel Regno che verrà..

ALLELUJA AL CRISTO RE*

 
 
 

GESU' E AMORE TOTALE VERO SIMILE A DIO.LINA LADU

Post n°1206 pubblicato il 13 Gennaio 2015 da linaladu

 

http://www.sardegnaterramia.altervista.org/img/fiori.jpg

L’Amore totale. Gesù è stato tra gli uomini e Lui, l’Emmanuele, vi resta perché ci ama. Per accorgerci di questo amore e viverne dobbiamo prima di tutto essere semplici. I semplici, come i bambini, sentono d’istinto chi li ama, gli credono, e sono felici quando arriva anche il viso diventa subito un altro e il loro volto si intristisce quando riparte. Questi semplici, questi poveri ascoltano Cristo perché capiscono che è venuto apposta per loro, per annunziare loro la buona e lieta novità dell’Amore di Dio. Nessuno aveva parlato di loro come Lui. Nessuno aveva mostrato di amarli tanto.

Quando Gesù aveva finito di parlare si accorgevano che gli anziani, i farisei, gli uomini che sapevano leggere e guadagnare, scuotevano la testa in atto di malaugurio, e si alzavano storcendo la bocca e ammiccando tra loro, fra dispettosi e scandalizzati, borbottando una cauta disapprovazione.

Ma nessuno rideva, per paura degli ultimi: i Poveri, i Pastori, i Contadini, gli Ortolani, i Fabbri, i Pescatori, i Lebbrosi, insomma i Rifiutati. Questi non potevano staccare gli occhi da Gesù. Avrebbero voluto che continuasse ancora a parlare, perché un sollievo di luce veniva (e viene) dalle sue parole di sapiente amore.

Queste parole d’amore Gesù le dice pure per chi lo interroga, anche se lo faceva per metterlo alla prova. Al dottore della Legge che Gli chiede:Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?Gesù dà una risposta semplice ed efficace e cita due versetti della Torah che racchiudono l’esperienza di Israele, ricordandoci che solo amando Dio con tutto noi stessi saremo in grado di amare veramente il prossimo, perché lo ameremo con lo stesso amore di Dio. Cristo ribadisce che il cuore, l’anima, la mente sono attratti dall'amore eterno di Dio, e ci dice anche che dei due comandi, antichi, il secondo è simile al primo. Il prossimo allora diventa simile a Dio,. Dio non riserva lo spazio del nostro cuore solo per Lui, ma lo amplifica e ci rende capaci di amare di un amore pieno il prossimo: la moglie, il marito, i figli, gli amici, i fratelli e le sorelle.

Al sapiente della Legge Gesù rispondeva da Sapiente del cuore. Lui sa che la creatura ha bisogno di molto amore per vivere bene. E offre il suo Vangelo come via per la pienezza e la felicità di questa vita. “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”Per tre volte nel vangelo di Matteo, quattro volte in quello di Marco che aggiunge “con tutte le tue forze” (Mc 12, 30), Gesù ripete che l’unica misura dell’amore è amare senza misura,Se amiamo Dio senza mezze misure, il cuore è capace di amare tutti senza distinzione,gli amici, noi stessi, Dio è geloso, ma non ruba il cuore: lo moltiplica. Totalità non significa esclusività, dunque:

Ama Dio

con tutto il cuore: Gesù non parla di “cuore” col significato che oggi daremmo noi a questa parola. Egli la usa in senso biblico, come termine che esprime la realtà più profonda della persona umana. “Amare Dio con tutto il cuore” vuol dire allora voltare tutto il proprio essere e il proprio agire verso Dio, in uno slancio di amore.

“Con tutta l'anima”, che vuol dire la vita, il nostro “spazio intimo” abitato da Dio.“L'amore è l’ala, che Dio ha dato all’anima per salire sino a lui” (Michelangelo Buonarroti)dice . Chi ama con l’anima vede meglio che con gli occhi e il suo amore è puro.

Con tutta la mente, la quale racchiude il pensiero e l’intelligenza. L’amore rende intelligenti, fa capire prima, andare più a fondo e più lontano.

Con tutte le forze,vuole dire l’insieme di tutte le energie. L’amore rende forti, capaci di affrontare qualsiasi ostacolo e fatica..

Nel Vangelo di Matteo,ritroviamo Gesù alle prese con i farisei, che vivevano nella tentazione di ridurre la morale a una serie di norme esteriori preoccupandosi solo dell'apparenza.La risposta del Messia è semplice ed efficace e cita due versetti della Legge dell’Antico Testamento,che racchiudono l’esperienza di Israele, ricordandoci che solo amando Dio con tutto noi stessi saremo in grado d'amare veramente il prossimo, perché lo ameremo con lo stesso amore di Dio.

Da dove cominciare per amare? Dal lasciarsi amare da Lui, che entra, dilata,allarga le pareti di questo piccolo vaso che è ciascuno di noi. Noi siamo degli amati che diventano amanti di Cristo. La conseguenza, come la si vede in una coppia di innamorati in cui uno ama ciò che l’altro ama, è che dobbiamo amare quello che Cristo ama. E non solo: dobbiamo

amare come Lui ama sopratutto.

Dunque dobbiamo vivere Cristo come ideale della nostra vita. E cosa vuol dire che Cristo è l’ideale della nostra vita? E’ l’ideale per il modo con cui trattiamo le persone, per il modo con cui viviamo l’affetto, con cui concepiamo la vita e guardiamo alle cose e alle persone. Con cui viviamo i rapporti in famiglia, in parrocchia, in comunità sul posto di lavoro. Cristo quale ideale della vita pone due caratteristiche, non sono le sole ma oggi sottolineo queste: la gratitudine e la gratuità.

Un cuore grato è sempre un cuore fedele e la capacità di essere grati, di dire: “grazie”, è il segno –secondo me- della maturità cristiana.

Ci sono momenti nella vita - credo valga per tutti- in cui si sperimenta, già qui sulla terra, il ‘paradiso’, la vera grandezza e bellezza dell’uomo, ed è stato quando ci si è sente amati da qualcuno (mamma, papà, fidanzato/a, moglie, marito). Un’esperienza di amore, quello vero, quello del cuore, che non ho dubbi di poterla paragonare ad un ‘assaggio’ di Paradiso e di dire che il modo migliore di gustarla è quella di dire : “Grazie”, riconoscendo che non ci facciamo da noi, che tutto ci è donato. La gratitudine poi innesta in noi la gratuità: ami senza pensare di essere amato. Guardi all’Altro e all’altro, come la Madonna guarda a Cristo: non perché è suo figlio, ma perché c’è.

Questa è la purezza assoluta. Facciamo umilmente lo sforzo di immedesimarci in questa assolutezza della purezza. Una purezza di gratuità che rende la vita vera: Nella gratuità il rapporto umano non è caduco, perché con Cristo e in Cristo non si sta insieme per un interesse, per un calcolo, per un tornaconto, ma per fede e per amore.

Certo, l’amore per Dio è il più grande e il primo: il primato di Dio è affermato senza esitazione. L’amore per l’uomo viene per secondo. Dicendo però che “il secondo è simile al primo”, Gesù afferma che tra i due comandamenti c’è un legame molto stretto.

Certo è diversa la misura: l’amore per Dio è “con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente”. L'amore per l’uomo è “come se stessi”. La totalità appartiene solo al Signore: Lui solo deve essere adorato. Ma l’appartenenza al Signore non può essere senza l’amore per l'uomo. Non si tratta di due comandamenti paralleli, semplicemente accostati. E neppure basta dire che il secondo si fonda sul primo. Molto di più: il secondo concretizza il primo.

Un esempio di come vivere questi due comandamenti lo possiamo vedere nei profeti nel mondo. Il loro stile di vita e il loro modo di essere è quello di partire dalla loro chiamata a Dio e parlare sempre di Dio soprattutto con la testimonianza della vita. Queste donne mostrano che Dio va sempre messo al primo posto e che l’essere umano è fatto per Dio: ecco ciò che non va mai dimenticato, neppure là dove la povertà e l’ingiustizia sono grandi, là dove la società tende a costruirsi senza Dio e ciò è sempre contro l’uomo. Queste o questi vivono la vita come missione e con la grazia di Dio mostrano che è possibile amare senza limiti, perdonare completamente, servire gratuitamente e gioiosamente. In loro il cuore ha preso il comando, ma è il Cuore di Cristo che unicamente devono ascoltare.

IN FEDE BUONA LETTURA LINA.

 
 
 

GESU' VERITA' ETERNA...LINA LADU GERUSALEMME..

Post n°1204 pubblicato il 08 Gennaio 2015 da linaladu

http://www.sologiardino.it/system/posts/img/coltivareiciclamini.jpg?1349784543

Come il mondo non poté sopraffarLo nel meriggio dei tempi, così oggi il mondo non può fare a meno di Lui, e nemmeno noi. Il Suo scopo è «fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo». Per cui Egli venne a me, e proclamò nuovamente il piano,di redenzione,straordinario su di Lui per donare la vita eterna a tutti coloro,che amano la sua verita'...

E vidi attorno al trono santi angeli e moltitudini,
ed esseri santificati provenienti dai mondi che furono,
che adoravano in santità Dio e l’Agnello,
per sempre e in eterno. Amen e Amen.
Ed ora, dopo tutte le prove che sono state date di Lui,
da veri testimoni, tramite i quali Egli era conosciuto,
questa è la mia, ultima di tutte, che Egli vive; sì, Egli vive!
E siede alla destra di Dio, sul Suo trono.
E udii una grande voce, che testimoniava dal cielo,
Egli è il Salvatore, l’Unigenito di Dio—
da Lui, tramite Lui, e mediante Lui tutti i mondi furono creati,
e tutto quello che[ fluttua] nell’immenso universo.
I cui abitanti anch’essi, dal primo all’ultimo,
sono salvati dallo stesso Salvatore nostro;
e certamente, sono generati figlie e figli per Dio,
mediante le stesse verità e gli stessi poteri.

Abbiamo con noi oggi gli apostoli del Signore debitamente ordinati. Fedeli alla loro sacra chiamata di «testimoni speciali del nome di Cristo in tutto il mondo»,noi dichiariamo:«Gesù è il Cristo vivente, l’immortale Figlio di Dio. Egli è il grande Re Emmanuele che oggi sta alla destra di Suo Padre. Egli è la luce, la vita e la speranza del mondo. La Sua via è la strada che conduce alla felicità in questa vita e alla vita eterna nel mondo a venire. Sia ringraziato Dio per il dono infinito del Suo divin Figliolo»Io vi esorto,cari lettori,non siate di dura cervice,non  basta,andare a messa ho ricevere l'EUCARESTIA,per avere l'animo in pace..le opere sono quelle che contano,d'avanti agli occhi dell'ETERNO,il vero servo del SIGNORE si distingue dalle  sue opere,se poi e' stato chiamato da DIO,si denota dall'obbedienza,e dalla mansuetudine,verso Colui che lo ha chiamato..anche per me all'inizio furono tempi duri,nessuno mi credeva,non avevo nulla se non l'amore e' la forza dello SPIRITO SANTO,che guidava i miei passi,DIO mi ha forgiata,ne ha fatto in me un uomo nella sua parola,affinche    io potessi parlare hai sacerdoti e ha tutti coloro,che il Signore mi inviava...ora e'giunto il      mio tempo,fra breve GESU' tornera'ed io saro' legata a LUI ricevendo ogni dono promesso   il tempo si avvicina ,dunque prepariamoci,a ricevere la vita eterna....Gesù, se sol io penso a Te di gioia indescrivibile s’empie il mio cuor. Questo pensiero controlla ogni parte del mio essere. La mia vita, i miei affetti, le mie ambizioni vengono modellati, ravvivati e dotati di uno scopo per il fatto che io so che Tu sei il Cristo, il Santo.

Ringrazio Dio della mia testimonianza di Gesù che ogni giorno vi porto,e prego che tutti possano essere similmente benedetti, nel nome di Gesù Cristo. Amen.

IN FEDE GERUSALEMME LINA LADU.

 
 
 

PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO.

Post n°1203 pubblicato il 05 Gennaio 2015 da linaladu

http://i.imgur.com/DiOkMOV.jpg?1

 

 

“Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosé, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore: "ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore"; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.”
Luca 2,22-24


La "Presentazione di Gesù al Tempio" è una delle dodici Grandi feste bizantine. La festa venne introdotta nella Chiesa occidentale intorno alla fine del settimo secolo, durante il pontificato di papa Sergio I, un siciliano proveniente dalla tradizione bizantina, con il titolo di "Purificatio Sanctae Marie", cioè purificazione di Maria. Solo dopo la riforma liturgica (Concilio Vaticano II), divenne una festa del Signore e prese il nome di "Presentazione di Gesù al Tempio".
La legge ebraica, contemplata nel Levitico, prevedeva che se non fossero stati compiuti i giorni della purificazione previsti per le puerpere, queste non potevano toccare alcunchè di sacro, né tantomeno potevano partecipare a funzioni sacre. "Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole. L'ottavo giorno si circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora trentatre giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione." (Levitico 12,1-4). Compiuti che furono i giorni della purificazione, Giuseppe condusse la sua sposa e il Bambino al tempio del Signore, così come prescriveva la legge. Molto frequentemente il modulo iconografico prevedeva la rappresentazione di Giuseppe nella posizione più esterna alla scena, volendo così mettere in evidenza il suo ruolo di protettore della Sacra Famiglia, colui che è  sempre presente e con affetto e discrezione provvede ai bisogni della sua famiglia. Ma la famiglia di Gesù non è ricca, il povero falegname non ha i mezzi per acquistare un agnello, egli può permettersi di offrire soltanto due colombi. "Se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l'olocausto e l'altro per il sacrificio espiatorio. Il sacerdote farà il rito espiatorio per lei ed essa sarà monda". (Levitico 12,8).
I valori teologici che caratterizzano questa festa sono molto forti, pertanto lo schema iconografico si è fin dall'inizio mantenuto abbastanza stabile. Da un lato la Beata che porge il bambino a Simeone, dall'altro il Santo vegliardo che lo riceve. Fanno contorno le figure di Giuseppe e della profetessa Anna. L'unico elemento importante che può differenziare le icone sta nella rappresentazione di Simeone con il bambino in braccio, in altre la tensione del gesto di Simeone per prendere in braccio Gesù. In secondo piano, ma sempre al centro della scena, si intravedono gli elementi che schematizzano il concetto del Tempio: un baldacchino (ciborium), una rappresentazione del presbiterio (vima), o frequentemente una chiesa bizantina. Non è raro vedere sullo sfondo anche degli elementi architettonici esterni; si tratta di un richiamo visivo al pinnacolo su cui il diavolo portò Gesù per tentarlo. "Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio."(Matteo 4,5)
Il centro della scena è comunque sempre dominato da MARIA, ella simboleggia il Tempio viventE.

È meraviglioso contemplare l'espressione della Madonna mentre porge Gesù a Simeone, Maria era pienamente consapevole di ciò che accadeva e fra sé meditava: "Quale nome troverò per designare Te, figlio mio? Se Ti chiamo uomo, quale appari ai miei occhi, sei al di sopra dell'uomo, Tu che hai conservato intatta la mia verginità. Ti chiamerò l'uomo perfetto? Ma so bene che la tua concezione è stata divina: nessun uomo è stato mai nato senza l'unione nè seme come fosti tu. E se ti chiamo Dio, mi meraviglio vedendoti del tutto simile a me, perché non hai nulla che ti differenzi dagli attributi degli uomini, salvo che sei stato esente dal peccato nella tua concezione e nella tua nascita. Che cosa ti darò: la mia lode?". Simeone vede Maria e le viene incontro, le chiede di poter prendere fra le braccia il Salvatore del mondo. Si china sul Bambino e dopo averlo a lungo contemplato, pieno di spirito Santo si rivolge a Maria e le profetizza: "Egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori." (Luca 2,34-35). La tradizione iconografica attribuisce alla Madonna un mantello (maphorion) di colore rosso, per simboleggiare la grande sofferenza che unirà Maria a Cristo nei momenti della passione. "E anche a te una spada trafiggerà l'anima." (Luca 2,34-35). Il ruolo di Maria sul piano teologico è tuttavia ben presente, lo prova il colore azzurro della veste, richiamo alla luce increata di Dio.
Vale ancora la pena osservare la centralità della figura di Maria in questa icona, Ella incarna veramente la "Lampada splendente" che porta una vera luce, apparsa a coloro che sono nelle tenebre Il ruolo di Gesù è però solo apparentemente secondario, l'atteggiamento del Bambino è quello del "Legislatore". Cristo ha tra le mani un documento, il chirografo su cui è scritto il debito della intera umanità, in esso sono scritti i nostri peccati, e le nostre "condizioni sfavorevoli". Sarà questo il foglio che con il suo sacrificio Gesù straccerà rendendoci definitivamente liberi.


Il Cristo Bambino era vestito di bianco, come al momento della sua Trasfigurazione sul monte Tabor, Simeone è invece vestito di verde, colore simbolo della terra. Egli conferisce la potenza dello Spirito a ciò che è terrestre, facendo evolvere, come vedremo, la Legge in Amore. Il momento culmine della rappresentazione è l'istante in cui il Signore giunge fra le braccia di Simeone che simboleggia la figura veterotestamentaria. "Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele." (Luca, 2, 25). In questo momento la storia di Israele trova completamento.
"Uno dei grandi problemi dei primi secoli fu quello della validità per i cristiani dell'Antico Testamento. Se la Legge antica è sostituita dalla nuova, certamente non se ne esige l'osservanza. E se la storia del popolo ebraico arriva al suo compimento in Cristo, perché dovrebbe ancora essere letta nelle assemblee dei fedeli? La risposta dei Padri fu decisiva per salvaguardare l'intera Scrittura. L'antico testamento rimane valido, non più però secondo la lettera, secondo la carne, ma secondo lo Spirito, nel suo senso spirituale. Questo senso nuovo è dato ai testi ebraici dalla realtà della persona di Cristo. In molte e diverse maniere, ma sempre, tutte le scritture parlano di lui: Egli è il vero pane che si offre per nutrire le anime di coloro che si cibano spiritualmente di ciò che fu scritto. Beati gli occhi, dice Origene, che scoprono la gloria del Lògos di Dio sotto l'umile apparenza "La sua misericordia è eterna, e proprio questa misericordia ha suscitato nelle menti degli uomini, ottenebrate dal legalismo, una contraddizione che non ha permesso di riconoscerlo come il proprio Dio.

Lo stesso Paolo nella lettera ai Galati ci dice: "Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa." (Galati, 3, 23-29).
La tradizione stessa sottolinea ulteriormente questo concetto; in molte icone, sull'altare raffigurato in secondo piano sono deposti un libro, o dei rotoli, simbolo delle scritture che avevano bisogno di ricevere uno spirito nuovo.
Colpisce la rappresentazione dinamica di Simeone , che lo ritraggono in tensione verso Gesù. Simeone sembra correre, o precipitarsi verso il Bambino, contrariamente allo schema classico di composizione che privilegia la staticità dei soggetti come simbolo della perfezione divina. Analizzando con attenzione altri dipinti si può trovare in altri due casi una rappresentazione dinamica di "fretta": nella resurrezione di Lazzaro, sembra che Gesù si affretti per far uscire l'amico dal regno delle tenebre, simboleggiato dalla morte del corpo; nell'Icona dell'ingresso di Cristo a Gerusalemme, Gesù sembra aver fretta di restaurare il regno di Davide. Per analogia in questo caso è l'Antico Testamento che si affretta a ricevere il suo vero e autentico senso ultimo, che trova nella persona di Cristo l'autentico completamento del piano di Dio per gli uomini. Simeone ne è pienamente consapevole e sotto l'azione dello Spirito Santo, riconosce in Gesù il figlio di Dio, la Luce, la Salvezza promessa da Dio agli uomini.

RICONOSCIAMOLO ANCHE NOI TUTTI ...AMIAMOLO..MA NON HA PAROLE..HA FATTI..
AFFINCHE POSSIAMO DISTINGUERCI  DI ESSERE VERAMENTE SUOI EREDI .
PACE .LINA LADU .GERUSALEMME.

 
 
 

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