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FT: Letta condottiero contro l'austerity

Post n°3 pubblicato il 30 Aprile 2013 da miketymo
 

Dopo i tumulti di Cipro, il tribunale portoghese che ha respinto le proposte del governo sulle misure di austerit giudicate non costituzionali, lo stallo della politica italiana dovuto a elezioni inconcludenti, senza contare le manifestazioni in Spagna che fanno rischiare la rivolta civile, si inizia a “sospettare” che in Europa ci sia voglia di combattere contro l’austerit dominante. A differenza di quanto affermano gli analisti che vivono guardando i trend di mercati drogati dalle iniezioni di liquidit che supportano un’euforia assolutamente immotivata. Evidentemente loro non avvertono il rischio di una fuga di depositi bancari verso i paesi più sicuri e i segnali di contrazione economica che da Parigi e Berlino si stanno preoccupantemente moltiplicando. E il fatto che la stessa Bundesbank, estremamente rigorosa sulle misure di controllo dei conti, si staia aprendo, seppur timidamente, a una certa forma di tolleranza, fa capir che qualcosa sta succedendo. La Commissione europea prevede che la disoccupazione regionale continuer ad aumentare e a raggiungere il record dell’11% di media in tutto il continente per il 2014 e anche per questo motivo anche i vertici di Bruxelles stanno rivedendo le raccomandazioni. Dopo un forte richiamo al riordino del debito, adesso si orientano verso uno stimolo della crescita e anche verso una rinegoziazione dei tempi per i paesi che si avviano su una strada di riforme. Spagna e Italia, colonne portanti dell’economia europea, potrebbero essere il punto di svolta. A differenza di quanto fatto finora per gli altri Paesi sar ben difficile riuscire a gestire la crisi di due protagonisti della scena e il fatto che siano due nazioni too big to fail di certo no aiuta. Anzi, paradossalmente, proprio la loro situazione potr essere un campanello d’allarme contro l’austerity.

, Secondo il Financial Times, quello del nuovo primo ministro Enrico Letta è un esempio che presto potr , anzi essere accettato da altri paesi che invece di stringere ulteriormente la cinghia come hanno fatto Grecia, Irlanda e Portogallo alzeranno la testa e chiederanno, se non altro, più tempo e meno rigidit . MA per farlo, dovranno rendersi conto anche del loro peso economico. Nel bene e nel male. Infatti, il FT fa notare che l'Italia è la terza più grande economia della zona euro, e il suo debito pubblico va oltre i 2 mila miliardi di euro, il più grande in Europa , quindi potr dettare legge quasi al limite del ricatto stando anche attenti alle elezioni tedesche di settembre. E nel momento in cui le concessioni saranno date a Roma, per precedente creatosi, dovranno essere anche girate a Madrid. In Spagna, infatti, il crollo dell’immobiliare non accenna a diminuire, e la penisola iberica non può rilanciare la sua economia, o migliorare gli indici di indebitamento, senza concessioni da parte dei suoi creditori.

 
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