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DIFFERENZIATI!


( Nella foto ValliDa vi invita alla differenziazione, saranno Benvenute altre foto che ci mostrano cittadini che “si differenziano”, differenziando)... Fermo restando il fatto che la produzione dello RSU (rifiuto solido urbano), non è che un pezzo dell’ingranaggio, visto che i rifiuti tossici sono quelli che causano, oggi, una mortalità che chiamiamo comunemente “cancro”.Nel processo quotidiano di differenziazione dell’immondizia occorre ricordare semplici regole: la plastica va separata dal vetro, dalla carta,dall’alluminio e dai rifiuti organici biodegradabili, che vengono chiamati umido, e infine dal secco. L’attività quotidiana consiste quindi anche nel separare ciò che la produzione ha unito, perchè se osserviamo la maggior parte dei prodotti che acquistiamo non possiamo non notare che si compongono di materiali di diversa natura: la commistione maggiore, se osserviamo i prodotti di un supermercato, è quella di carta e plastica insieme, ma ci sono casi frequenti dove fanno la loro comparsa sia metalli, che il vetro, insieme a plastica e carta in una unica soluzione produttiva di nome confezione o prodotto finito. Il tetra pack è un esempio di contenitore dove sono accoppiati più materiali e che nei comuni non organizzati per lo smaltimento viene trattato come rifiuto secco non riciclabile, anche se potrebbe esserlo attreverso un procedimento di scissione.  (http://www.tetrapak.it/hpm00.asp?IdCanale=222) Ma il tetrapack è solo un esempio, infatti ce ne sono molti altri con uno spettro di variazione che va dal semplice al complesso. Un barattolo di alluminio con l’etichetta di carta incollata sull’involucro è un esempio semplice (anche se il problema in pratica è risolto dal calore cge fonderà l’alluminio, bruciando la carta), mentre un automobile, con la stoffa o la pelle (per chi se la può permettere), il vetro, il ferro, la plastica e la gomma, i liquidi della batteria, i fili di rame del circuito elettrico, ne è uno complesso. Gli oggetti che circondano i nostri orizzonti visivi appaiono, anche a causa della loro funzione “connaturata”, come prodotti in modo indifferenziato. Se spesso la funzione intrinseca dell’oggetto implica che la produzione venga fatta con l’utilizzo di materiali diversi, che dovranno essere smaltiti o riciclati con procedimenti distinti, per cui si rende necessaria una scomposizione delle singole parti, una osservazione attenta mi sembra che riveli come in molte situazioni una produzione differenziata, che limiti il numero dei materiali, sia possibile senza pregiudicare la destinazione d’uso degli utensili.  Procedimenti per la riduzione di materiali differenti potrebbero essere studiati nel dettaglio e essere applicati a vari tipi di produzione e se le aziende in qualche modo, pagassero le spese di smaltimento dei rifiuti più selettivamente, ossia premiando chi “differenzia” alla base, sarebbero spinte a farlo di più. Sistemi di produzione che cercano di contenere il numero dei materiali impiegati potrebbero essere applicati anche per la fabbricazione di prodotti più strutturati agevolando, in questo modo, la raccolta differenziata dei rifiuti. L’attenzione in questo periodo si è concentrata sulle fasi finali di raccolta e smaltimento, ma la filiera di un rifiuto inizia con la sua produzione, quando ancora non è considerato rifiuto. Ed anche dal concetto che “tutto ciò che entra in casa, prima o dopo diviene rifiuto”, per cui dovremmo almeno accertarci che “venga consumato davvero”.Se la necessità di uno sviluppo sostenibile sia industriale  che sociale ci impone di ripensare razionalmente allo smaltimento di ciò che viene scartato, tale ripensamento non può essere tanto riduttivo da escludere i metodi di produzione e un cambiamento del modo di vivere. Anche il non utilizzo delle buste di plastica nei supermercati, affinché chiunque, dopo i primi vani tentativi di equilibrismo, inizi a portare con sé una borsa con le rotelle, avrebbe un senso, pur non dimenticando che le buste si fanno, appunto, con plastica riciclata. Uno sviluppo sostenibile implica di ripensare la produzione, lo smaltimento e lo stile di vita. Agire su uno solo di questi aspetti non può che rimanere un intervento parziale. SITO INTERESSANTE:http://www.gianodo.it/ri-media/Press-Compost/ Bieffe