Creato da vannaalbrizio il 11/07/2008

arteecultura

arteecultura

 

 

un Napoletano di Napoli che stima Napoli!

Post n°17 pubblicato il 12 Settembre 2011 da vannaalbrizio
 
Foto di vannaalbrizio

Commenti al Post:
anvivian
anvivian il 04/09/11 alle 18:32 via WEB
ANCHE TU DA NAPOLI???? MA NON HAI 82 ANNI???? PIACERE DI CONOSCERTI!!!!!! TONY

 
 
 

In ricordo di un eroe borghese

Post n°16 pubblicato il 12 Settembre 2011 da vannaalbrizio
 
Foto di vannaalbrizio

Ambrosoli, l'eroe borghese trent'anni dopo

"Mi scusi, signor Ambrosoli": sono queste le parole - decisamente inusuali visto il contesto - utilizzate dal killer italoamericano William Aricò, un attimo prima di scaricare la sua 357 magnum all'indirizzo di Giorgio Ambrosoli. È l'11 luglio del 1979, è da poco passata la mezzanotte e l'avvocato Ambrosoli si trova improvvisamente e inaspettatamente solo davanti alla morte, dopo avere passato le ultime ore della sua vita in compagnia di alcuni amici, per assistere ad un match di pugilato in televisione.
Sono passati trent'anni da quel giorno e ancora oggi conserva intatta tutta la sua freschezza e validità la lezione di vita offerta da quest'uomo che non esitò, in nome e per conto di uno Stato titubante per non dire colluso, a scontrarsi con il sistema mafioso e di corruttela costruito da Michele Sindona.
Giorgio Ambrosoli nasce il 17 ottobre del 1933 a Milano da una famiglia agiata, di estrazione borghese; il padre, pur essendo avvocato, lavora in banca e l'educazione che offre ai figli - Giorgio è il primogenito di tre - è fondata su rigidi principi e una robusta fede cattolica. Durante il periodo degli studi, Ambrosoli manifesta simpatia per la monarchia e quel riferimento si consoliderà anni dopo in una cultura profondamente liberale. Una cultura che, insieme alle radici cattoliche e borghesi, lo renderanno sempre particolarmente diffidente nei confronti della politica, come ben ci ricorda lo scrittore Corrado Stajano nel suo indimenticabile "Un eroe borghese" (Einaudi, Torino 1991): "La politica, per lui, è ancora peggio dell'arte del possibile, è solo l'arte dell'intrigo, dell'imbroglio, della sopraffazione. La politica è la maledetta politica, i partiti sono i responsabili della degradazione nazionale, nemici dell'interesse collettivo, sempre dalla parte dell'interesse particolare, anche se inverecondo, anche se contrario a ogni codice naturale, morale, penale. Uomo dello Stato proverà su di sé che cosa significa avere nemiche le istituzioni e alleati solo uomini anomali e senza potere".

Laureatosi in legge all'Università Statale, contrariamente all'idea del padre che sogna per lui un futuro sicuro in banca, decide di dedicarsi anima e corpo all'avvocatura e alla famiglia, che costruisce con Annalori, conosciuta proprio ai tempi dell'Unione Monarchica e dalla quale avrà tre figli di cui andrà sempre estremamente fiero. Anche dal punto di vista professionale, i motivi di soddisfazione non mancano; specializzatosi in diritto fallimentare, trova un primo serio impegno nella gestione del fallimento della Società Finanziaria Italiana, in capo alla quale si registra un crack di settanta miliardi.

È questo il banco di prova per l'avvocato milanese che, il 24 settembre 1974, viene chiamato dall'allora governatore della Banca d'Italia, Guido Carli, per fare luce sui castelli di carte e di inganni messi in piedi da Michele Sindona: appare fin da subito chiaro che il finanziere siciliano si è mosso certo dell'impunità e andando avanti Ambrosoli si convincerà sempre di più dell'ampia libertà di manovra concessa dal sistema. Grazie alle carte che riesce a collazionare e alle irregolarità e falsità che scopre di giorno in giorno, Ambrosoli risale ai legami che Sindona ha con la politica (Andreotti, Piccoli, Fanfani), la Chiesa (Marcinkus e lo Ior), la massoneria (Gelli e la P2), la finanza (Cuccia), per finire con la magistratura e la mafia siciliana.

Del resto la complessità diabolica di un intreccio tra politica, finanza, massoneria e criminalità mafiosa appare evidente ad Ambrosoli fin da subito, come ben si coglie dalla lettera indirizzata alla moglie, scritta a pochi mesi dall'incarico di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana e trovata per caso dalla donna, all'insaputa del marito: "E' indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese (...) A quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito". Quella lettera, un testamento nei fatti, ha i toni accorati di un forte impegno civile, è una pagina di etica della professione che andrebbe imparata a memoria nelle scuole. Nelle parole di Ambrosoli* si coglie una profondità di riferimenti valoriali che oggi più che mai mancano al nostro Paese, si percepisce l'orgoglio di chi si sente servitore dello Stato, ma non per questo affatto sminuito, anzi pronto piuttosto a sacrificarsi per il bene comune senza ambire a risultati personali.

A nulla valgono le pressioni e finanche i tentativi di avvicinarlo e di corromperlo che Sindona mette in atto, per evitare strascichi in ambito civile e penale. I cinque anni che vedono Ambrosoli alla guida della Banca Privata Italiana sono costellati di difficoltà e ostacoli frapposti alla sua azione anche da ambienti istituzionali e politici. Sono gli anni in cui Sindona viene celebrato come il "salvatore della lira" da Giulio Andreotti e in un contesto di isolamento, l'avvocato milanese può contare solo sull'apporto generoso del maresciallo Silvio Novembre, un finanziere tutto d'un pezzo. Un isolamento che si ampia a dismisura, quando anche i vertici della Banca d'Italia, nelle persone di Paolo Baffi e Mario Sarcinelli, vengono colpiti da un'inchiesta giudiziaria dai contorni poco chiari ancora oggi, in realtà tolti di mezzo per privare Ambrosoli di ogni appoggio.
Le pressioni si fanno più pesanti fino a sfociare in minacce vere e proprie alla sua incolumità e a quella dei suoi cari, ma nonostante tutto Ambrosoli, ben cosciente dei rischi che corre, chiude il procedimento di liquidazione, dopo cinque anni di duro lavoro. L'avvocato impedisce così il salvataggio dell'istituto richiesto da più parti a nome di Sindona, ma soprattutto getta le basi perché venga riconosciuta la piena responsabilità di Sindona in sede penale e civile. Negli stessi mesi l'intransigente commissario liquidatore collabora con la magistratura statunitense e con l'FBI per il crack negli Stati Uniti di un'altra banca controllata da Sindona, la Franklin National Bank e, proprio il giorno prima del suo assassinio, depone come testimone nell'ambito di una rogatoria internazionale, eseguita presso il Palazzo di Giustizia di Milano alla presenza delle autorità americane. Una deposizione che avrebbe dovuto sottoscrivere il 12 luglio, ma che non arriverà mai a firmare, bloccato dalle pallottole del killer mafioso.

Per l'omicidio Ambrosoli vengono condannati all'ergastolo Michele Sindona e Robert Venetucci, un mafioso italoamericano coinvolto nel traffico di stupefacenti. Sindona muore in carcere a Voghera, dopo aver ingerito un caffè contenente cianuro. Ancora oggi non è chiaro se sia stato messo a tacere oppure se la morte sia stata l'epilogo di un tentativo di suicidio, che lo avrebbe dovuto portare fuori dal carcere.
Giorgio Ambrosoli venne lasciato solo anche il giorno del suo funerale. Nessuna autorità, nessun rappresentante di quello Stato per il quale l'avvocato milanese si era speso con coraggio, fino all'estremo sacrificio.
Oggi le vicende di quegli anni sono raccolte in un bel libro scritto dal figlio di Giorgio Ambrosoli, Umberto. Il titolo è tratto proprio da quella lettera testamento lasciata dal padre "Qualunque cosa succeda" (Sironi Editore, Milano 2009). Una testimonianza di prima mano, con particolari inediti: "Toccare con mano la disinvoltura con la quale lo Ior ha operato insieme a Sindona genera in papà una sorta di imbarazzo, quasi una crisi della dimensione spirituale. Ma per noi tre continua a volere una formazione religiosa".

L'esempio di Ambrosoli è ancora vivo dopo trent'anni, soprattutto perché la situazione del nostro Paese non sembra essere cambiata. La corruzione, dopo gli anni di Mani Pulite, non ha mai allentato la presa sulla società e sull'economia e la certezza della pena per quanti si macchiano di crimini in ambito economico e finanziario resta una petizione di principio. Ricordare Ambrosoli significa consegnare il ricordo di un uomo dello Stato a quanti non l'hanno conosciuto, nella speranza che il suo impegno possa trovare altre gambe su cui camminare.

Lorenzo Frigerio - Libera Informazione, www.liberainformazione.org


*Anna carissima,
è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. (Banca Privata Italiana n.d. r.) atto che ovviamente non soddisfarà molti e che è costato una bella fatica. Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. E' indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese.
Ricordi i giorni dell'Umi (Unione Monarchica Italiana n.d.r.) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l'incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato - ne ho la piena coscienza - solo nell'interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo.
I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell'altro.. Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi (...)
Giorgio





 
 
 

Riceviamo e pubblichiamo

Post n°15 pubblicato il 04 Settembre 2011 da vannaalbrizio
 
Foto di vannaalbrizio

L’ASSOCIAZIONE GIORGIO AMBROSOLI SALERNO (A. G. A. S),

CON il PATROCINIO DEL CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SALERNO, della Provincia si Salerno e della Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), Sez. di Salerno, ha organizzato, per VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2011, dalle ORE 15:30 alle ore 18:00, l’INCONTRO SUL TEMA: “LE PROCEDURE CONCORSUALI TRA DOTTRINA E GIURISPRUDENZA”NELL’AMBITO DEL QUALE SARÀ PRESENTATO IL TRATTATO “LE PROCEDURE CONCORSUALI” (edizioni Cedam), a cura di Antonio Caiafa, coordinato da Stanislao De Matteis e Stefano Scarafoni. La manifestazione. molto attesa in ambito legislativo, si terrà presso la Provincia di Salerno, Palazzo Sant’Agostino, Sala “Bottiglieri”, in Via Roma n. 104, Salerno.

 La serata si aprirà con i saluti degli Avv.ti:  Prof. Romano Ciccone, Assessore alla Provincia di Salerno  e Avv. Americo Montera, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli

Avvocati di Salerno, (Co-fondatori dell’Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno),

 del Dott. Raffaele Battista, Capo di gabinetto della Questura di Salerno e Presidente dell’Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno e dell’Avv. Pasquale D’Aiuto, Professionista iscritto presso l’Ordine degli Avvocati di Salerno, Co-fondatore e Segretario dell’Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno.

Farà seguito l’intervento dell’ Avv. Valerio Iorio, del Foro di Salerno. Docente di Diritto Privato Comparato presso l'Università “Pegaso”. Curatore Fallimentare;

Il convegno sarà presieduto dal Dott. Lucio Di Nosse, Presidente della sezione fallimentare delTribunale di Napoli;

PARLERANNO: Prof. Avv. Giovanni Capo, Ordinario di Diritto Fallimentare presso

l’Università degli Studi di Salerno;

Prof. Avv. Francesco De Santis, Ordinario di Diritto Processuale Civile presso l’Università degli Studi di Salerno;

Dott. Antonio Didone, Magistrato presso la Corte di Cassazione;

Dott. Giorgio Jachia, Magistrato presso la sezione fallimentare del Tribunale di Salerno;

Prof. Avv. Stefania Pacchi, Ordinario di Diritto Commerciale presso l’Università degli Studi di Siena;

Prof. Avv. Roberto Rosapepe, Ordinario di Diritto Commerciale presso l’Università degli Studi di Salerno;

Dott. Salvatore Russo, Presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Salerno.

Con la collaborazione di UBI-BANCA CARIME

La partecipazione all’incontro attribuisce n. 3 crediti formativi per gli Avvocati.

Per informazioni: Organizzazione: Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno

Organizzazione: A.G.A.S. - www.associazionegiorgioambrosolisalerno.it

Avv. Valerio Iorio – valerioiorio@tiscali.it; Avv. Pasquale D’Aiuto pasqualedaiuto@hotmail.com. Ufficio stampa: giornalista Bianca Fasano.

 
 
 

Poveri pensionati!

Post n°14 pubblicato il 23 Luglio 2011 da vannaalbrizio
 
Foto di vannaalbrizio

Dopo lo shock della manovra finanziaria impostaci dall’europa e la reazione dell’altra italia cioè dei normali cittadini….i nuovi aristocratici

Stanno vivendo un luglio di fuoco…..il governo e la lega scavano nei loro archivi per rilanciare le riforme e ripescano la riforma costituzionale

Del 2005 con cui diminuirebbero i costi della politica che è come diminuire il livello del mare levando un bicchiere d’acqua…..

Il terzo polo…un congresso …..io cambio l’italia….peccato che fini..casini ..rutelli non si sono accorti che nel 1998 il debito pubblico

Era di 1250 miliardi…oggi è 1900 miliardi….eppure c’erano mentre la classe aristocratica di cui fanno parte sottraeva ogni anno 100 miliardi al

Paese penalizzando servizi e retribuzioni….bersani e la sinistra continuano ad elencare ‘’cambiamenti da fare’’….peccato che in 15

Anni non li hanno saputi fare nemmeno negli enti locali dove governano…….meglio tardi che mai…solo ora se ne sono resi conto…

Ammettiamo sia così …ma un uomo politico è tale se capisce i problemi della società in cui opera….prima degli altri…e non dopo che

La società civile protesta per anni e la situazione finanziaria del paese è compromessa…..e la lega???...da roma ladrona degli esordi

Si è aggregata alla classe ed è la più convinta sostenitrice di roma padrona…ed offre ai suoi il finto spostamento dei ministeri….

In definitiva una classe politica che si accorge solo dopo 15 anni dei guasti creati al paese deve solo…passare la mano…per incapacità

Politica….l’italia è dei cittadini…loro non l’hanno ereditata per diritti dinastici….

Francesco degni www.laltraitalia.net

 
 
 

Raccolgo e condivido

Post n°13 pubblicato il 25 Giugno 2011 da vannaalbrizio
 

amazzonia, casa nostra
Post n°71 pubblicato il 25 Giugno 2011 da fasanobi
Foto di fasanobi

From: parmenide2008@libero.it

ubject: Fw: Omicidio in Amazzonia
Cari amici,



La foresta amazzonica è a rischio. Il Congresso brasiliano ha seriamente indebolito le leggi che proteggono le foreste e i coraggiosi attivisti brasiliani sono stati ammazzati per essersi opposti al progetto. E' arrivato il momento per noi d'intervenire e di fare di questa una battaglia globale: se tutti noi chiederemo alla Presidente Dilma di mettere il suo veto alla legge, potremmo salvare l'Amazzonia!

L'Amazzonia è in serio pericolo: una delle due camere del Congresso del Brasile ha deciso di cestinare le leggi che oggi proteggono la foresta. Se non agiremo immediatamente la gran parte del polmone verde del nostro pianeta potrebbe essere distrutta.

La decisione ha scatenato un' indignazione diffusa e manifestazioni in tutto il paese. E la tensione sta crescendo: nelle ultime settimane molti ambientalisti sono stati uccisi, probabilmente da criminali commissionati dai latifondisti che disboscano illegalmente le foreste. Il tempo stringe, e ora stanno cercando di mettere a tacere ogni opposizione proprio mentre la legge è in discussione al Senato. Ma la Presidente Dilma può mettere il proprio veto, se solo riusciremo a convincerla che deve respingere le pressioni politiche nel paese e mostrarsi invece una leader a livello mondiale.

Il 79% dei brasiliani è in favore del veto di Dilma contro la modifica delle leggi che proteggono le foreste, ma le loro voci si scontrano con quelle della lobby dei latifondisti. Ora sta a noi alzare la posta e fare della protezione dell'Amazzonia una battaglia globale. Uniamoci in un appello enorme per fermare gli omicidi e la deforestazione illegale, e soprattutto per salvare l'Amazzonia. Firma la petizione sotto - sarà consegnata a Dilma non appena riceveremo 500.000 firme:

http://www.avaaz.org/it/save_the_amazon

Tutti noi amiamo il Brasile! Il sole, la musica, il ballo, il calcio, la natura: è un paese che affascina milioni di persone in tutto il mondo. Questo è il motivo per cui il Brasile ospiterà la prossima Coppa del mondo, le Olimpiadi del 2016 e il vertice sulla terra del prossimo anno, un incontro che potrebbe fermare la morte lenta del nostro pianeta.

E tutta questa nostra passione per il paese non è ingiustificata: l'Amazzonia è fondamentale per la vita sulla terra, visto che ben il 20% del nostro ossigeno e il 60% dell'acqua dolce provengono dalle sue magnifiche foreste pluviali. E' per questo che è cruciale che tutti noi la proteggiamo.

Ma il Brasile è un paese che sta crescendo a ritmi da record, nel tentativo di far uscire dalla povertà decine di milioni di persone, e la pressione in favore della deforestazione e dell'estrazione di minerali è molto forte. Ed è questo il motivo per cui il paese sta per abbandonare la protezione dell'ambiente. Gli attivisti del posto sono stati uccisi, minacciati e fatti tacere, e ora sta ai membri di Avaaz di tutto il mondo mettersi dalla parte dei brasiliani e chiedere ai politici brasiliani di essere coraggiosi.

Molti di noi hanno visto nei propri paesi come sia la natura a pagare le conseguenze della crescita economica, e l'acqua e l'aria sono sempre più inquinate e le nostre foreste muoiono lentamente.

Per il Brasile però l'alternativa è possibile. Il predecessore di Dilma ha ridotto sensibilmente la deforestazione e ha costruito la reputazione internazionale del paese come leader nella difesa dell'ambiente, allo stesso tempo godendo di una fortissima crescita economica. Uniamoci tutti insieme e chiediamo a Dilma di seguire quella strada - firma la petizione per salvare l'Amazzonia, e inoltra questa e-mail a tutti:

http://www.avaaz.org/it/save_the_amazon

Negli ultimi 3 anni i membri brasiliani di Avaaz hanno fatto passi avanti enormi e hanno portato avanti campagne che vanno verso il mondo che vogliamo: hanno ottenuto una coraggiosa legge anti-corruzione, hanno fatto pressione sul governo per chiedere di giocare un ruolo cruciale all'ONU, proteggere i diritti umani e intervenire in favore della democrazia in Medio Oriente, in Africa e altrove.

Ora che coraggiosi attivisti brasiliani sono stati uccisi per avere protetto una preziosa risorsa naturale per tutti noi, uniamoci e costruiamo un movimento internazionale per salvare l'Amazzonia e proclamiamo il Brasile come leader internazionale anche questa volta. Firma la petizione e inoltra l'e-mail a tutti:

http://www.avaaz.org/it/save_the_amazon

Con speranza,

Emma, Ricken, Alice, Ben, Iain, Laura, Graziela, Luis e tutto il resto del team di Avaaz.

PIU' INFORMAZIONI

Ambientalisti uccisi in Brasile mentre una legge minaccia l'Amazzonia:
http://www.salvaleforeste.it/201106011458/ambientalisti-uccisi-in-brasile-mentre-una-legge-minaccia-lamazzonia.html

Brasile, Amazzonia a rischio con la nuova legge sulle foreste:
http://www.tmnews.it/web/sezioni/videonews/20110617_video_15463389.shtml

La maggioranza dei brasiliani è contraria alle modifiche alle leggi sulla foresta amazzonica (in inglese):
http://news.mongabay.com/2011/0611-amazon_code_poll.html

Amazzonia, la mafia del legno uccide ancora:
http://www.dirittodicritica.com/2011/06/06/amazzonia-brasile-legname-omicidi-21428/

 
 
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

vannaalbriziofasanobicarmelina59_2009gioiaamorepsicologiaforensepensierisulblogbelladigiorno_marte1245bicuriosoiostrong_passionleggenda2009call.me.Ishmaelavvalfredocavallomondodonna_2008
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963