C'è una profonda esperienza del vuoto nell'arte del karesansui. Quest'esperienza del vuoto però non emerge da riflessioni teoriche, ma da una pratica di meditazione che può realizzare condizioni di vuoto produttivo nella mente, nel cuore e nel corpo non solo dell'artista, ma anche di chi ne apprezza le opere.Nell'arte giapponese si tende sempre a sottrarre qualcosa. La parola giapponese "yohaku" è composta da "resto" e "bianco", quindi lo spazio vuoto, l'essenziale, il non destinato a sparire, ciò che resta dopo che è stato tolto tutto ciò che può essere tolto. Nasce una riflessione sulla nozione di "resto", no ? Qui resto è residuo, in Oriente è origine!E' proprio nell'abissale semplicità del qui e ora, che con più potenza vacilla il senso codificato delle cose. Non è un nulla conclusivo, stato di inerzia e di inesistenza, ma un nulla originante, stato germinale della realtà.Sono elementi che devono nudrire la mente dell'artista occidentale confrontato oggi a un grande vuoto (esistenziale), proprio perché parte dal pieno, anziché dal vuoto.... la creazione è un togliere, non un aggiungere...solo così l'arte potrà -secondo me- rinascere...Coltiviamo il nostro giardino di pietra, che poi in realtà non è "nostro", è.
I giardini di pietra
C'è una profonda esperienza del vuoto nell'arte del karesansui. Quest'esperienza del vuoto però non emerge da riflessioni teoriche, ma da una pratica di meditazione che può realizzare condizioni di vuoto produttivo nella mente, nel cuore e nel corpo non solo dell'artista, ma anche di chi ne apprezza le opere.Nell'arte giapponese si tende sempre a sottrarre qualcosa. La parola giapponese "yohaku" è composta da "resto" e "bianco", quindi lo spazio vuoto, l'essenziale, il non destinato a sparire, ciò che resta dopo che è stato tolto tutto ciò che può essere tolto. Nasce una riflessione sulla nozione di "resto", no ? Qui resto è residuo, in Oriente è origine!E' proprio nell'abissale semplicità del qui e ora, che con più potenza vacilla il senso codificato delle cose. Non è un nulla conclusivo, stato di inerzia e di inesistenza, ma un nulla originante, stato germinale della realtà.Sono elementi che devono nudrire la mente dell'artista occidentale confrontato oggi a un grande vuoto (esistenziale), proprio perché parte dal pieno, anziché dal vuoto.... la creazione è un togliere, non un aggiungere...solo così l'arte potrà -secondo me- rinascere...Coltiviamo il nostro giardino di pietra, che poi in realtà non è "nostro", è.