LA COLPA DI SCRIVERE

Artisticamente insieme


 Continua l’escalation della Spriral Movement, giovanissima associazione, che in pochissimo tempo – tre, quattro mesi? - sta ribaltando la prospettiva culturale di Sibari, che adagiata sugli allori di un passato forse glorioso, ma a mio avviso forse improbabile e sicuramente annacquato nella leggenda, si propone come centro del mondo, senza approdare mai a nulla di vero, andando a impantanarsi nella grandezza, sempre raccontata e mai dimostrata, di un’antica Sibari rappresentata oggi da pochi ruderi, puntualmente sommersi nuovamente dall’acqua, a ogni nuova pioggia poco più che insistente, e dalla speranza, sempre auspicata, ma mai attuata, di uno sviluppo turistico, che dovrebbe portare benessere e civiltà e invece, sempre a mio avviso, ha portato altre cose: case vuote, abitate quindici giorni l’anno, droga, prostituzione, ingiustizia ed emarginazione.            È possibile che la Sibari antica, che si racconta, non sia mai esistita. È probabile che quella che le cartine geografiche chiamano Sibari, sia qualcosa di diverso. È sicuro, invece, che la Spiral Movement, sta portando una ventata di freschezza e di innovazione.E l’ultima testimonianza è quella di ieri, allorquando i fratelli Ugo e Gaetano De Biase e Serena Guzzo, in modo semplice e senza grandi mezzi, presso la Sala Convegni “Don Lorenzo Milani”, mettono su una collettiva di eventi, che artisticamente insieme, dimostra come le cose cambiano e si possono cambiare. Senza annoiare, come invece tante altre associazioni del nostro circondario, da decenni, riescono tranquillamente a fare, diffondendo il niente e la noia di migliore qualità.In un sol colpo, si può usufruire, praticamente a costo zero, di un laboratorio di musica, di una laboratorio di disegno, di un laboratorio di danza, di un laboratorio di danze popolari, di un laboratorio di pittura. E a seguire, di uno spettacolo di danza, di una esibizione di karate e di un concerto di musica baltica. Tutto contornato da una mini-fiera del libro e da una mostra di manufatti ottenuti da oggetti riciclati, a dimostrazione che nulla si butta e che dove le leggi falliscono, l’arte può supplire.Tante cose messe insieme, che spargano semi di arte e di cultura. E se sapremo mantenere le menti vigili e libere, porteranno frutti. Senza dimenticare che questa giornata, ci ha regalato momenti indimenticabili.Tanti i nomi da citare, scrivo solo quelli che mi ricordo, e alla rinfusa: Maria Risolè per la musica, Annarita Panarace e Romina Giordano per il disegno, Gaetano De Biase, Serena Guzzo, Rossella Dattoli, Ramona Brunetti, Raffaella Maritato per la danza, Carmelina Milano per la pittura, l’amico Antonio Michele Cavallaro, che ha assunto il ruolo di presentatore, e in quanto amico sicuramente contesterà quello che ho detto all’inizio riguardo a Sibari, i Balca Bandanica che ci hanno fatto conoscere una nuova musica, Antonio Ruscelli e i suoi ragazzi, per il karate. E se ho sbagliato qualche nome o non l’ho citato, chiedo venia e qualcuno aggiunga e mi corregga.Ma soprattutto voglio ricordare Ugo De Biase, che ci crede e lavora dietro le quinte, sapendo che un padre e una madre, insieme a molti di noi “vecchi”, credono in lui.Ai nostri (ai miei) tempi, noi bambini sperduti, certe cose le immaginavamo appena, e la nostra scuola di vita era la strada, oggi quello che noi sognavamo, e per cui abbiamo lottato e protestato e pagato un prezzo, si può realizzare: basta mettersi insieme, in pochi ma determinati, e nessuno deve osare intralciare il cammino di chi vuole e può fare. Il mondo migliore che noi sognavamo, è a portata di mano, basta restare liberi nel pensiero e non lasciarsi condizionare da lusinghe di grandezza e cancellare l’idea che solo il potere e la politica possono risolvere problemi.Bisogna andare avanti artisticamente e non politicamente, nella serietà di ciò che diverte e libera, e rifiutare l’oppressione di ciò che rende difficile, la soluzione di ogni facile questione. Presto scopriremo che la “seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino”, ci conduce fino all’isola che non c’è, e lì scopriremo che i bambini sperduti siamo noi stessi, tenuti al guinzaglio da falsità e bugie, e che l’isola esiste, ed è la terra sotto i nostri stessi piedi.Oggi, a Sibari, io l’isola che non c’è, la chiamo Spiral Movement e dico, senza timore, alla prossima puntata.  Sibari 22 dicembre 2013 Alfredo Bruni