LA COLPA DI SCRIVERE

Mentre mordevo la vita, appunti sparsi su Daniela Pericone poeta


             Da qualche settimana, su segnalazione di mia sorella Giulia Bruni, leggo, in ordine sparso, le poesie di Daniela Pericone, di Reggio Calabria, dove vive. Leggo quello che internet mi permette di leggere. Non la conoscevo, suoi libri non ne ho letti, ma la segnalazione di Giulia, è stata felice. Dopo qualche verso ero già in grado di dire che la poesia della Pericone è  “poesia vera, autentica, che rimodella la parola con un sapiente lavoro di incastri di emozioni e ricordi, che vanno oltre i semplici moti dell'anima, ma si dirigono, efficacemente, in direzione di un universo poetico che incanta e coinvolge”.             Giudizio che riconfermo anche adesso, dopo la lettura di tanti altri suoi versi, e penso che Daniela, che è poeta modernissimo, non si dispiccia e non tema un giudizio, dato da un vecchio, disordinato, irregolare, ma niente affatto sprovveduto, lettore di poesia, tirato fuori solo dalla lettura dei versi apparsi in internet. Del resto, lei stessa, intervistata da Claudio Morandini, afferma che “la diffusione in rete della poesia è una vera rivoluzione, ha rotto gli argini di un sistema in cui pochi detentori del potere editoriale o intellettuale decidevano (e decidono) chi o cosa dovesse avere visibilità o meno, secondo criteri non sempre legati alla qualità dei testi, piuttosto frutto di logiche di consorterie e politiche di esclusione a vario titolo”.            Ma chi scrive versi come questi: Mentre mordevo la vitaun dente si spezzava,mi chinavo a raccogliereil pezzo mancantee con dita maldestrerinsaldavo quelloche era stato un incisivo,ma che ora somigliaa un insulso caninola cui natura animalemostra solo il ringhio e la vita se la ridedel mio morso a mezz’aria. (A MORSI), oppure, ripensando e pensando al senso della vita, riesce a dire, senza una parola di troppo e senza artifizi retorici che: Non del silenzio ho pauraho paura del vuoto della cadutadel piede in fallotortura delle parole incespicatedi quelle senza controllodelle mie parole allo sbando le ascolto ragliare in una cantilenasenza motivo senza cervellonervosamente m’insorgoal solo sentirle strisciaresgusciare dalle mie labbrada sotto la lingua non mai dalla testa vorrei bastonarle picchiarleterribilmente sgridarlee a spinte farle caderea calci e unghiate farle rientrareal recinto dei discorsi sconnessi ma come mi sanno ridurre perchénon cresca premura né vengariparo che accolga la mia stortural’insensatezza il canto rottod’imperfezione, si può essere sicuri che ci troviamo difronte a un “esemplare” unico e compiuto, di poeta che “maneggia” con destrezza il suo strumento  poetico e ha una visione della vita che ci conduce, senza dubbio, nel ristretto novero di chi può dirsi poeta e quindi creatore di vita e di futuro.            E penso che questa prima recensio, un po’ sveltita e un po’ appassionata, per il momento possa bastare, anche se il discorso su Daniela poeta e operatrice della cultura, andrebbe e va approfondito.            Dispiace solo che recentemente, la Pericone, in un noto premio letterario, è stata impropriamente accostata, vincitrice ex aequo, a uno stucchevole testo autoreferenziale, che presume di immortalare un fatto di “delinquenza” internazionale, ma in realtà è un catalogo di luoghi comuni e di citazioni abilmente camuffate, che senza sentimento, vanno da Fabio Volo, passando dal solito Zolla fino all’autocitazione, piuttosto che dall’autocommiserazione, che sarebbe stato molto più onesto. Ma questa è tutta un’altra storia.Sibari 7 luglio 2016 Alfredo Bruni  Daniela Pericone è nata nel 1961 a Reggio Calabria, dove vive. Si è laureata in Scienze Politiche, e per molti anni si è occupata di promozione artistica e letteraria; collaboracon enti e associazioni alla realizzazione di eventi culturali, come il ciclo di incontri Il Posto della Poesia dell'Università eCampus di Roma, nel cui ambito interviene anche con propri testi e reading a tema.Scrive poesie, prose brevi, testi di critica letteraria. E' autrice e interprete di letture sceniche e recital, tra cui Orfeo ed Euridice lo sguardo sull'ombra e Caravaggio. E' componente e voce recitante nel Gruppo Artistico Labyrintho.  E' inserita in antologie poetiche (tra le ultime, Pane Poesia, a cura di Vincenzo Guarracino, New Press Edizioni, 2015), riviste culturali (Poesia, Capoverso, La Nuova Tribuna Letteraria, Helios, Nuovo Contrappunto, I fiori del male, Link), siti e blog letterari (Radio Rai1, Rainews24 Poesia di Luigia Sorrentino, Atelier poesia, La Rivista Intelligente, Caponnetto-Poesiaperta, Words Social Forum, Versante Ripido, La presenza di Erato, Apuntozeta, Zona di disagio, Larosainpiu, L'EstroVerso, Iperboli Ellissi, Collettivo Antigone, Digital Literature, Linfoart, Un posto di vacanza, Il Sogno di Orez). E' redattore della rivista on line Carteggi Letterari - critica e dintorni. Sue poesie sono state tradotte in lingua romena da Eliza Macadan.Ha ricevuto premi e riconoscimenti per la poesia edita e inedita, tra cui Città di Corciano, G. Palumbo, S. Domenichino-Città di Massa, L. Montano, A. Contini Bonacossi, Sulle Orme di Ada Negri, Il Litorale, Antica Badia di S. Savino, Tra Secchiae Panaro.Ha pubblicato i libri di poesia: Passo di giaguaro, Edizioni Il Gabbiano, 2000 (con una nota di Adele Cambria); Aria di ventura, Book Editore, 2005 (prefazione di Giusi Verbaro); Il caso e la ragione, Book Editore, 2010; L'inciampo, L'Arcolaio, 2015 (prefazione di Gianluca D'Andrea e nota di Elio Grasso), per il quale ha ricevuto il Premio Francesco Graziano 2016 e selezionato al Premio Camaiore 2016. FONTE: LA RECHERCHE.IT