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a Emilio Vedova


 
. “Il pittore è contemporaneità,  ha dueocchi di lupo che guardano per odiare e amare. I simboli nel quadro sonodi lotta: coltelli, furia del cavallo allucinato,braccia spezzate, urli di madre comesirene di cantiere in allarme.”. Il carattere di  Emilio Vedova,  balza fuori da queste frasi scritte a proposito  di  Guernica,famoso dipinto antifranchista di Picasso. Siamo nel 1946 e l’artista, all’unisono col grande spagnolo, svela un’identica impellente necessità di testimoniare, di colpire.
. .grande forza espressiva, eseguiti con ampie pennellate vere e proprie bordate di colori violenti, con poche sfumature, che si impadroniscono delle superfici con la loro caotica  disposizione  e  colpiscono  con una potenza   devastante.  ….abiti completamente macchiati e con la sua lunga barba che lo fa sembrare guerriero o profeta a seconda delle età...   “Sento rompersi il ghiaccio in me “    Quante frequenze ,  scrive neldiario ,  più volte con la testa nei sassi,in un sempre peggio… fra un odoredi fumo, di estate, di latte abbrustolito,nelle malghe vuote . Ma anche le giornate di vivide forze, dinervi e presenze più forti, di una semprepiù chiara coscienza. Lo scenderea valle, lo scontrarsi e rovesciare il calendariodegli incubi. Dovrei elencaretroppe cose, i rastrellamenti, le ferite,le fughe, i giorni tragici… Col miosacco partigiano riportai una cartelladi disegni, presto quasi tutta dispersa,dai quali trassi però una seriedi tempere…. 
  La pittura è, come la vita, una  nuova scelta, nuova responsabilità. Niente è facile per me, la mia mano non si muove senza mesi di studio preparatorio, senza un continuo approfondimento della coscienza. Emilio Vedova