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ad alto contenuto Rock
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Il PUTAN CLUB è stato ideato come una cellula di resistenza, caratterizzata da un modo di agire ispirato
ai primi complotti di partigiani europei durante l'ultima guerra mondiale (azioni di forza in luoghi diversi e vari)
e di partigiani irakeni, afgani o ceceni odierni.
La resistenza è organizzata con i mezzi più arcaici ed immediati del nostro secolo: dal pianoforte alla chitarra,
dal respiro al rumore elettrico/elettronico come dal verso scritto alla parola urlata, come dire dalle pitture
rupestri al concettualismo più arduo, o dall'avant-rock alla musica classica contemporanea alla techno/house
più becera, dal bacio in bocca al calcio in culo, etc...
E' questa sinergia che dà forza alla resistenza: musica + testi + immagini. E così i luoghi dell'azione
sono volutamente infiniti: dalla galleria d'arte newyorkese allo squat bosniaco, dal museo tedesco
al club giapponese, dal teatro francese al bar andaluso.
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Vincent Fortemps disegna su un foglio plastico trasparente (rhodoïd), superficie che si lascia attaccare,
incidere, ricoprire di inchiostro, pulire, ed ancora ricoprire di inchiostro. Una cinepresa posta sotto il suo
tavolo da lavoro in vetro manda le immagini su un schermo. È il principio del cinema, dell'animazione,
ma senza pellicola.
Appoggiandosi su questa tecnica notevole e molto fisica, Vincent scatena tutta la rabbia e il potere
drammatico del colore nero. La prodigalità di queste antraciti, di questi depositi di materia, sono
controbilanciati dalle riserve, i pentimenti che orchestra con gli attrezzi che vanno della mano nuda alla
lametta da barba. Il nero è pieno di sfumature che vanno di un estremamente profondo ad un grigio
diafano che fluita nell'aria. Il suo lavoro, pieno di passione e di movimenti, si concentra sulla
solitudine dell'individuo faccia all'immensità e la ferocia del mondo.
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Posso affermare con certezza, oggi si, lo posso fare :
ieri sera ho vissuto veramente il ......... . [li] Quid pluris
ho bevuto e gustato, sorseggiando, quella misturamista
bevanda distillata da persone umili ma degne di sedersi al fianco
di dei come Apollo e Dioniso
e vissuto momenti di arte con la A e di aria
bevuta, respirata, inalata,
salutare per lo spirito e per la mente,
e profumo che si tagliava a fette.
Si lo confermo e lo riaffermo, la nebbia che impregnava i nostri indumenti
aveva quel sapore dolciastro ed acre
come un cucchiaino di miele con gocce di lime
ed i palmi delle mani di Vincent , unti di nero inchiostro plastico e poco liquido
la chitarra, l'ideazione, la musica, la voce di François
hanno fatto si che incontrassimo, in una rara sera inaspettata . . . . .
l'Apollineo ed il Dionisiaco.
ed il culmine è stato il mio Bene.... . . . .
"... Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense! ... "
"... Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca
Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia. ..."
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Salut Vincent , mon Ami
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R
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