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Cannes, 17 mag. (Adnkronos) - 'Passato' a pieni voti. La prima volta a Cannes del regista iraniano Asghar Farhadi e' stata salutata dagli applausi calorosi dei giornalisti che stamattina hanno visto 'Le passe'', il film che i bookmakers, alla vigilia della kermesse, davano come favorito per la vittoria della Palma d'oro. Non sorprende: dopo il trionfo internazionale di 'Una separazione' (un Orso d'Oro e un Oscar), la stella di Farhadi brilla luminosa nel firmamento dei festival.
'Le passe'' ha piu' di un legame di parentela con il precedente film, a incominciare dalla storia: il divorzio di una coppia separata da anni. E dai motivi che sottendono il racconto: i dilemmi in cui si dibattono i protagonisti nell'impossibilita' di stabilire, senza dubbi, torti e ragioni, menzogne e verita'. La differenza: e' il primo lavoro di Farhadi fuori dall'Iran: "Inizialmente il film era ambientato a Berlino - racconta il regista e sceneggiatore - ma dopo il mio distributore francese, Alexandre Mallet-Guy, mi ha convinto a cambiare scenario. Cosi' 'Le passe'' e' stato ambientato in una banliueu di Parigi". Anche se, dettaglio non da poco, i personaggi sono quasi tutti emigrati iraniani in Francia: "Non ho fatto nessuna ricerca sugli iraniani che vivono all'estero - dice Farhadi alla conferenza stampa sulla Croisette -. Non ne ho avuto bisogno. Purtroppo ne ho incontrati tanti che vivono all'estero e non per loro volonta'. C'e' un'enorme migrazione che somiglia a una diaspora".
Inevitabile la domanda sullo stato dei diritti e delle liberta' in Iran e scontata la risposta: "non buona". D'altra parte, a chi pensa che girare all'estero garantisca un'occasione irripetibile, Farhadi risponde: C'e' una censura esteriore, quella delle leggi e delle regole, e una censura interiore. E quella te la porti sempre dentro, anche quando vai fuori dal tuo paese".
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