Tavola Rotonda Artù

Cheronea


Cheronea dei giorni nostri (ndr 338 a.c. Alessandro il Grande)Nell'ora in cui il sol avvicina il suo muso ,ecco l'Artù che muove in baldanza il suo bianco vello, fiero d'iniziar un nuovo giretto.Due colpi di naso e la direzion subito è presa: si va nella via del nero lupone.Donando le nobili acque agli ormai viziati muri ed erbe, il canis guida il seguito e par che anche gli alberi si pieghino per rimirar il drappello.I campi di fianco paiono in preghiera di ricevere la semenza. Ma oggi è un giorno che scriverà la storia ed i posteri di legger ne saran fieri.L'Artorius ferma il passo dianzi al lupone, con Spillo suo storico nemico, il quale sbarra gli occhi incredulo, soffre e grida per lo smacco della ferma da dietro il porton.Artù piega in grande eleganza le membra, alza il testone all' Orsa Maggiore e lascia cader in terra delle crocchette la fibra. Raddrizza la coda, ritorna diritto e riparte, mentre il lupone ferito dallo scempio quasi sviene dal dolore.Chi raccoglie avverte la commozion dell'erba ed il cassonetto s'apre da solo intonando l'inno nazionale e chiude con  "Cucciolon".Conquista così il Canis quell'unico lembo di terra che non pareva possibile.Nell'aere vi è sentore di un dispiacer che lo potrebbe colpire : il grande Artu',pur ancora fanciullo, sì come Alessandro il Magno, anche lui potrebbe non aver più terre da conquistare.Beviamoci intanto un fresco bicchiere di Bonarda :Vino dal colore rosso rubino mediamente carico e sfumato di cadmio mezzano.Profumo vinoso, secco ed abbocato, lievemente morbido, vellutato e fine.Si percepisce in chiaro profumo di violetta appena sbocciata e pistacchi tritati alla macina.Sapore intenso e di carattere, di una raffinatezza caratteristica ed unica.Estatico l'abbinamento con pane e salame, cionondimeno con carni arroste in erbe speziate.Si serve a 16° previa ossigenazione di 7 minuti in bicchieri precedentemente raffredati in ghiacciaia.