"MERDA   IN   COMUNE  "

Post n°30 pubblicato il 01 Giugno 2007 da painterworld
 
Foto di painterworld

L'amico scultore Giovanni Borgarello, organizza una performances di un giorno sotto riportata.

 

L’opera d’arte "Merda in comune"

L’inaugurazione del 10 giugno avrà luogo a Cambiano, in via D’Ovia, entrando in paese dalla circonvallazione

La scelta dello scenario non è casuale, ma simbolicamente evocativa della capacità del grano di trasformare – riciclandola in messi copiose - la famosa merda di cui il Comune è grande produttore attraverso la nota discarica e gran distributore mediante il mitico sistema fognario, al punto da costituire nei fatti una sorta di record, continuamente migliorato, che prima o poi entrerà di diritto nel libro del Guiness dei primati.

E’ stata infatti ampliata – dopo adeguata rianimazione – la mefitica e mitica discarica e prosegue l’allargamento delle non meno celebri fogne, secondo i ben noti canoni.

L’opera "Merda in comune" si ispirò alla tristissima vicenda della costruzione di una grossa discarica nel territorio comunale destinata a smaltire i rifiuti di molti comuni del chierese e di Carmagnola, a poca distanza da zone residenziali: è costituita da un monolito di pietra con incisa sopra per l’appunto la scritta "merda in comune" su cui campeggiano due statue rappresentanti due individui nell’inequivoca posizione di chi esplica i propri bisogni fisiologici. In molti intravidero – per chissà quale arcano motivo - in costoro le silhoulettes del sindaco Emma Mariotto e del vicesindaco Michele Mammolito, che, a ruoli invertiti, reggono a tuttoggi, con record di longevità cadreghinista, le sorti della giunta municipale: ad alcuni la rappresentazione parve eccessivamente icastica e dal contenuto intrinsecamente troppo crudo.

In realtà essa è più che mai attuale e rappresentativa: infatti la discarica, su cui evidentemente gravitano ingenti interessi, doveva essere da tempo chiusa, mentre è ancora pienamente attiva e si susseguono ampliamenti e rimodellamenti. Vorrei ricordare che l’USL non ha mai dato parere favorevole alla costruzione della discarica, e che il sistema di pretrattamento dei rifiuti, tanto strombazzato dai nostri amministratori, non è mai stato costruito, nonostante siano decorsi oltre dieci anni.Queste sono solo le osservazioni più evidenti, ma tante sarebbero le doglianze da enumerarsi. Probabilmente agli amministratori non interessa affatto la salute dei cittadini, visto che continuano a perseguitare chi, come me, sta dalla parte dell’ambiente e del rispetto delle cose e delle idee altrui: infatti nel dissequestrarmi l’opera che senza diritto alcuno avevano trafugato, mi chiedono ora (sic!) il pagamento dell’affitto per il locale in cui me l’hanno rinchiusa, dopo averla fatta oggetto di vandalismi mediante picconatore varie, il cui effetto malamente hanno cercato di far scomparire con grossolano restauro.

L’opera mi è stata richiesta da molte persone interessate, ma ho voluto che restasse nel luogo dove il diritto di espressione artistica è stato negato, a ricordo di un brutale atto intimidatorio contro il libero pensiero e la libera espressione artistica.

Vi aspetto numerosi per un’inusuale festosa giornata!

Giovanni Borgarello

informazioni :

Tel. studio Borgarello 011 9457302

Privileggi - 339 6589999


gionborg@alice.it / michele@privileggi.it stefanorollero@hotmail.com
:ivi verrà realizzato un itinerario artistico che collegherà la mia scultura "Merda in comune", situata a 200 metri dalla sistemazione originaria, con altre sculture di un gruppo artisti tra cui PRIVILEGGI, AIROLA, CANFARI, ROLLERO, FERRERO, COLANGELO, PALIDDO , tutti attenti alle problematiche dell’ambiente, attraverso un percorso che si snoderà in mezzo ad un campo di grano, per sfociare in un punto di incontro conviviale dove verrà offerto agli ospiti un buon bicchiere di dolcetto ed il famoso "panis et perna" (pane e salame) della miglior tradizione rusticana.
,
scultura da me realizzata nel 1996 verrà ripresenta al pubblico il 10 giugno 2007 dalle ore 10 fino all’imbrunire dopo l’abbattimento perpetuato dall’Amministrazione di Cambiano dieci anni fa. E’ stata restaurata (malamente) su iniziativa della giunta, dopo la lunga vicenda giudiziaria intrapresa dall’allora sindaco Emma Mariotto nei miei confronti con l’accusa di vilipendio e che mi ha visto assolto con formula piena con sentenza passata in giudicato a seguito del pronunciamento della Corte d’Appello di Torino.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Correva l'anno 2000.................Il buon senso ed il colore del cemento..................

Post n°28 pubblicato il 29 Aprile 2007 da painterworld
Foto di painterworld

Dal mio archivio ho trovato questo articolo risalenta all'anno 2000. ( Pubblicato nella pagina di Caselle dal Settimanale : " IL RISVEGLIO" scritto dalla giornalista Nadia Bergamini, il 27 Gennaio 2000.)

L'opera tuttora esistente, " LE ALI DEL TERZO MILLENIO" tecnica mista, olio, plurimaterico, dimensione 92x50, è testimonianza di un mio preciso senso del percepire....da artista...........ancora prima della pubblicazione (2002).............guardacaso del massiccio volume " Contributi allo studio e alla programmazione dell' Area Canavesana" titolato: "Le ali del Nuovo Millenio in un angolo di Canavese" volume realizzato dalla Regione Piemonte, Assessorato allo Sport, Promozione Parchi.

 Articolo:

Caselle-Prosegue presso la caffetteria i Portici situata sotto l'ala di Palazzo Mosca, l'esposizione dei lavori del pittore Stefano Rollero.

Gli appassionati possono ammirare alcuni lavori, svolti recentemente dall'artista casellese. Non solo : in visione un'opera straordinaria e davvero originale, dal titolo " Le ali del terzo millenio", < La metafora è utilizzata dal comune di Caselle - spiega Rollero - per indicare l'abbellimento e il riassetto futuro della cittadina. La mia composizione ha una motivazione propositiva e riflessiva nel suo contenuto>. Si tratta di una cartina con la nuova configurazione del centro, ali sporgenti di ferro, modellate a caldo, un aereo ritagliato da " Le Monde" e un'intensa evocazione di verde, inteso come, < Territorio protetto - illustra Rollero - ma a rischio e la griglia che apparentemente si spezza imprime fortemente questo significato>.

Una metafora che non può che far pensare. < Il dato su cui riflettere - spiega - è la ventilata proposta di ampliare la pista dello scalo o la destinazione d'uso dell' area a vincolo aereoportuale>. Senza dimenticare l'eterna questione: migliorare la qualità della vita, offrire un migliore arredo urbano. Ma finchè a 150 metri dai tetti e nel centro del paese continua ad esserci tutta quella " ferraglia volante," con la sua massa di incombusti che si disperde nell'aria della nostra città, un terzo millenio migliore, non sembra quasi una contraddizione meritevole di maggiore attenzione? Un quesito inquietante su cui discutere. Merita veramente di essere visitata e discussa quest'ultima fatica di Rollero.

Nadia Bergamini.

 

 

Cosa sono le "aree a vincolo aereoportuale ATA"

Il progetto Aree ATA si inquadra in un più vasto ambito di potenziamento strategico della zona aeroportuale, che contempla al suo interno non solo un mega-centro commerciale,di circa 120 mila metri quadrati complessivi (oltre 50 mila di superficie di vendita), ma anche componenti direzionali, ricettive e logistiche di grande rilevanza, quali la realizzazione del centro di interscambio Movicentro e della nuova sede di Alenia.

Sulla politica di gestione urbanistica del territorio di Caselle e le ricadute che interventi simili a quello previsto per l’area nei pressi dell'aerporto comportano sul territorio anche in termini di qualità della vita, senza tralasciare l'aspetto commerciale, visto e considerato che i piani commerciali sono ormai parte integrante dei vari piani regolatori. Ritengo necessario ripensare il modo di gestire il territorio partendo non da chissà quali estremismi o fondamentalismi, ma dal semplice buon senso. Una infrastruttura importante come l'aeroporto "Sandro Pertini" di Caselle, non può essere gestita secondo, le sole logiche del profitto per i privati. Ci vuole il buon senso che ha permesso di preservare per secoli ampi spazi agricoli che nel giro di pochi decenni stanno scomparendo.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Incredibilmente mentre stavo scrivendo il post, alla radio hanno trasmesso un brano di Cocciante, "Io rinascerò" o cervo a primavera, che sensazione strana......Ho l'impressione che le mie osservazioni, le mie provocazioni artistiche siano fuori dalla vita reale, mi sembra di proiettare ovunque i mie fantasmi, i miei bisogni, che però nessuno riconosce o può interpretare....Questa mia necessità di volere, questo mio desiderio di migliorare, dell’agire sociale o di cambiamento, questo scopo sublime, tutto questo mi stà diventando insopportabile!

In ogni caso il brano di Cocciante è molto bello e triste allo stesso tempo.
Io rinascerò cervo a primavera o forse diverrò gabbiano da scogliera senza domande più da fare. E' un'idea molto bella e poetica la sua della vita dopo la morte. E' un a bellissima canzone che io vorrei invitarvi ad ascoltare non ve ne pentirete non è un disco recente, ma di forte impatto anche perche dopo anni dalla sua uscita non si riesce a dimenticare.
Immaginatevi di essere un gabbbiano e di volare lungo le scogliere di un mare bellissimo non avete più i problemi di ogni giorno e godere di un panorama stupendo e spaziare nel cielo infinito.
Be' cosa dirvi di più ascoltatelo ad occhi chiusi e alcune paure se ne andranno.
Grazie a Cocciante per averci regalato un pezzo così che non è l'unico pezzo bello delle sue canzoni ,un grandissimo autore.

E solcherò il tuo corpo
come se fosse terra
cancellerò quei segni
dell'ultima tua guerra
e brucerò col fuoco
quest'erba tua cattiva
e ti farò con l'acqua
più fertile e più viva
e pregherò che il sole
asciughi questo pianto
e pregherò che il tempo
guarisca le ferite
poi costruirò una serra
intorno al tuo sorriso
farò della tua tua vita
un altro paradiso
sarò il tuo contadino
e tu la terra mia
combatterò col vento
che non ti porti via
poi spargerò il mio seme
nella tua verde valle
e aspetteremo insieme
che venga primavera...
che venga primavera...


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

" LAVORARE   STANCA"

Post n°27 pubblicato il 22 Aprile 2007 da painterworld
 
Foto di painterworld

Ho preso spunto dalla esposizione "Incontri d' arte" nella ex manifattura di Cuorgnè ( To) Imponente cotonificio ottocentesco restaurato recentemente e oggi diventato spazio espositivo per l'arte contemporanea e sede del Museo Archeologico del Canavese. (La sensibilità delle forze politiche locali è riuscita ad acquisire gli edifici impedendone la dispersione speculativa e consentendo un corretto recupero di una delle più importanti testimonianze di archeologia industriale del Piemonte.)


La Manifattura di Cuorgnè divenne il maggior complesso piemontese per la lavorazione del cotone ed uno dei principali d'Italia con i suoi 1300 dipendenti ed una produzione di altissima qualità su tutte le gamme dei filati da meritarsi i più importanti riconoscimenti internazionali. Nel 1885 si iniziò la trasformazione delle turbine per la produzione elettrica, costruendo poi dighe e centrali che ancor oggi caratterizzano la Valle dell'Orco.

All'inizio del 1900 la Manifattura di Cuorgnè è la maggiore industria dell' Alto Canavese, VI LAVORAVANO RAGAZZINE DI 12 ANNI NORMALMENTE DALLE  12  ALLE 14 ORE AL GIORNO............................NEL RUMORE ASSORDANTE DEI TELAI.

Visitando l'edificio si nota come le stanze a pianterreno, specie quelle del fabbricato centrale, siano costruite con arconi e volte in robusta muratura: qui erano sistemate le prime fasi della lavorazione del cotone, con battitori di notevole peso e vibrazioni; nei piani alti, con pavimenti in legno sostenuti da eleganti colonnine in ghisa, avvenivano la ritorcitura, la filatura e le altre lavorazioni. Nel 1939 viene inaugurato un nuovo edificio di tre piani, il terzo impianto, prolungato nel 1949-50 fino a raggiungere una lunghezza complessiva di 140 metri. La recente crisi della lavorazione del cotone viene, nel caso di Cuorgnè, aggravata da passaggi a compagnie finanziarie che conducono alla chiusura degli impianti alla fine del 1991.

 

Omaggio alla raccolta di poesie "Lavorare stanca".

Pavese nasce a S.Stefano Belbo: qui il padre, cancelliere di tribunale a Torino, ha un piccolo podere che per tutta l'infanzia sarà per il figlio Cesare la sede, mitizzata poi nel ricordo, delle sue vacanze estive. Si laurea a Torino, sede dei suoi studi, con una tesi sulla poesia di Walt Withman. 1933 Comincia a lavorare, insieme a Carlo Levi, Massimo Mila, Leone Ginzburg e altri, alla casa editrice Einaudi.

Nel 1935 viene arrestato perché coinvolto in attività antifasciste. Condannato al confino a Brancaleone, in Calabria, vi resta fino al Marzo del '36. Inizia intanto a registrare un diario (Il mestiere di vivere).

Al ritorno dal confino sfiora il suicidio. La donna amata si era sposata. Nel '50 conseguì il premio Strega con il volume 'La bella estate'.
Qualche tempo dopo, esattamente la notte tra il sabato 26 e la domenica 27 Agosto, morì suicida in una camera d'albergo, l'hotel Roma, a due passi dalla stazione di Porta nuova a Torino.

Il suo primo libro - da lui stesso così considerato - fu Lavorare stanca(Firenze 1936; edizione definitiva, 1943), una raccolta di poesie che denotano nell'autore il riallacciarsi ad un ambito regionale, crepuscolare (accentuato in direzione popolaresca, dialettale in confronto con il parlato borghese crepuscolare).


Così spiega Cesare Pavese:

"... Contro il sospetto che il mio sia un piedmontese revival, sta la buona volontà di credere a un possibile allargamento dei valori piemontesi. La giustificazione? Questa: non è letteratura dialettale la mia - tanto lottai d'istinto e di ragione contro il dialettismo -; non vuole essere bozzettistica - e pagai d'esperienza - cerca di nutrirsi di tutto il miglior succo nazionale e tradizionale; tenta di tenere gli occhi aperti su tutto il mondo ed è stata particolarmente sensibile ai tentativi e ai risultati nord americani, dove mi parve di scoprire un tempo un analogo travaglio di formazione. O forse il fatto che ora non mi interessa più la cultura americana, significa che ho esaurito questo punto di vista piemontese? Credo di sì; almeno, il punto di vista come l'ho ottenuto finora.".1

Questi valori piemontesi sono ben evidenziati in tutte le sue opere. Per fare un esempio, la poetica di Lavorare stanca è di una sconvolgente novità rispetto agli ultimi modelli della tradizione ottocentesca, libera da ogni provincialismo.

... "Camminammo più di mezzora. La vetta è vicina,
sempre aumenta d'intorno il frusciare e il fischiare del vento.
Mio cugino si ferma ad un tratto e si volge: "Quest'anno
scrivo sul manifesto: - Santo Stefano
è sempre stato il primo nelle feste
della valle del Belbo - e che la dicano
quei di Canelli.". Poi riprende l'erta.
Un profumo di terra e di vento ci avvolge nel buio, qualche lume
in distanza: cascine, automobili
che si sentono appena; e io penso alla forza che mi ha reso
quest'uomo, strappandolo al mare, alle terre lontane, al
silenzio che dura.
Mio cugino non parla dei viaggi compiuti.
Dice asciutto che è stato in quel luogo e in quell'altro
e pensa ai suoi motori." ...
"Ma quando gli dico
Ch'egli è tra i fortunati che han visto l'aurora
nelle isole più belle della terra,
al ricordo sorride e risponde che il sole
si levava che il giorno era vecchio per loro."
2

Qui, viene accentuata in modo particolare la direzione popolaresca presa da Pavese, soprattutto nei versi 3/7 in cui rende pesantemente il suo campanilismo paesano e le sempre più presenti rivalità fra paese e paese. Il segno crepuscolare lo si nota subito dopo i sopraddetti versi: quel ritornare con la mente al paese dal quale egli è lontano - a causa del confino - lo rende malinconico e questo sarà l'inizio dello stile dello scrittore piemontese che fa riscontrare spesso nelle sue poesie e nei suoi romanzi quest'onda di malinconia.
A mio parere una delle più belle poesie di Pavese, forse la più profonda per maturità e serietà di ogni singola parola, maliziosamente inserita al posto giusto è sicuramente Esterno:

"Quel ragazzo scomparso al mattino non torna.
Ha lasciato la pala ancor fredda, all'uncino - era l'alba -
nessuno ha voluto seguirlo: si è buttato su certe colline.
Un ragazzo dell'età che comincia a staccare bestemmie
non sa fare discorsi. Nessuno
ha voluto seguirlo. Era un'alba bruciata di febbraio, ogni
tronco colore del sangue aggrumato. Nessuno sentiva
nell'aria
il tepore più duro.
Il mattino è trascorso
e la fabbrica libera ogni operaio.
Nel bel sole qualcuno - il lavoro riprende
fra mezz'ora - si stende a mangiare affamato. Ma c'è un
umido dolce che morde nel sangue e alla terra dà brividi
verdi. Si fuma
e si vede che il cielo è sereno e lontano le colline son
viola. Varrebbe la pena
di restarsene lunghi per terra nel sole.
Ma buon conto si mangia. Chissà se ha mangiato quel
ragazzo testardo? Dice un secco operaio,
che, va bene, la schiena si rompe al lavoro,
ma mangiare si mangia. Si fuma persino.
L'uomo è come una bestia, che vorrebbe far niente. Son le bestie
che sentono il tempo, e il ragazzo l'ha sentito all'alba. E ci sono
dei cani
che finiscono marci in un fosso. La terra prende tutto. Chi sa
se il ragazzo finisce dentro un fosso affamato? E' scappato
nell'alba senza fare discorsi, con quattro bestemmie, alto il
naso nell'aria.
Ci pensano tutti
aspettando il lavoro, come un gregge svogliato."
3

Un ragazzo dunque, un giovane operaio di una fabbrica da cui fugge in una fredda mattina di febbraio. Fugge perché nell'aria ha sentito qualcosa che nessun altro poteva sentire ed è corso a sdraiarsi sulle colline. Aveva sentito l'arrivo della primavera.
"Nessuno voleva seguirlo.".
Gli ultimi versi di questa poesia, fan capire che i compagni della fabbrica, nonostante le parole dure, sentono che quel ragazzo ha fatto qualcosa che non sarà facilmente accantonabile; ora avvertono dentro una pena nuova, un sentimento inquieto che non conoscevano.
Anche in questa poesia, come nella precedente, Pavese tiene ben evidenziato il titolo della raccolta originale, appunto Lavorare stanca, in quanto nella prima poesia, I mari del sud, vi è un sordo lamento, quasi un’eco lontana che narra la tristezza e la depressione nel vedere il sole sorgere all'alba quando il lavoro è già iniziato da tempo e, nella seconda poesia, Esterno, con tono pesante, ma finemente sarcastico, facendo notare che il lavoro in fabbrica rompe sì la schiena, ma permette di mangiare e "addirittura" di fumare.
Due tipi di stanchezza dunque: una di tipo fisico, accentuata maggiormente; l'altra una fatica mentale, l'arrugginirsi dei sentimenti verso la natura ed una rassegnazione alla propria condizione attuale, di stampo quasi leopardiano: "... e il naufragar m'è dolce in questo mar.".

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

"  Il Canavese parla"

Post n°26 pubblicato il 22 Aprile 2007 da painterworld
 
Foto di painterworld

Il canavese con la "sua" OLIVETTI doveva diventare la "Silicon Valley" del Piemonte, anzi d'Italia e forse d'Europa.( il nome, coniato negli anni '70 dal giornalista Don C. Hoefler, per indicare la parte meridionale della San Francisco Bay Area. Fu chiamata "Silicon Valley" per la fortissima concentrazione di industrie tecnologiche, sostanzialmente di ricerca e computer).

Oggi ci sono società che vogliono abbandonare il Canavese e il Piemonte o perché non ritengono più strategica l´area o perché preferiscono saturare gli stabilimenti che, come funghi, nascono nell´Est Europa e in Asia. (i Cinesi costano molto, molto meno.)
Alla fine il risultato è sempre lo stesso. Circa 2500 posti di lavoro persi, addetti in cassa integrazione o mobilità, con costi elevati per le casse dell´Inps, fabbriche vuote e know-how che finisce oltre confine.

"Gli Olivetti" ce li dovevamo tenere, non farceli portare via bovinamente dai vari De Benedetti, Colaninno, Tronchetti Provera, una intera classe industriale, fatta da capitalisti senza capitale, straccioni, che giocano con le scatole cinesi al fine di fare fortuna con i soldi pubblici.
Alla olandese Getronics di Ivrea, comparto informatico e figlia dello spezzatino Olivetti, sono andati persi 300 posti, mentre la Diebold, sempre nell´Eporediese, 150, tra tecnici e ingegneri, resteranno a casa perché la casa madre statunitense ha deciso che i bancomat si possono realizzare negli Usa. Allo stesso modo le stampanti Olivetti da Agliè sono state traslocate in Malesia, facendo finire in cassa integrazione 210 persone. Altri 50 posti persi alla HsVeglio, che produceva utensili per il taglio di pietre preziose. La proprietà, Swarovski, ha spostato tutto in Repubblica Ceca.

 

 

 

 

 

Dal settimanale: La Sentinella del Canavese.

Nell' ex-ricco Canavese della ex-informatica ormai si ruba per fame.

Padre e figlio costretti a rubare pane e fette biscottate per sopravvivere e la spesa nell'ultima settimana si fa a credito.

Nessuno parla della fine dell'Olivetti e dell'informatica italiana.

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

"INCONTRI D'ARTE"  Spazio:ex Manifattura di Cuorgnè To.

Post n°25 pubblicato il 18 Aprile 2007 da painterworld
 
Foto di painterworld

Il Centro culturale artistico "Carlin Bergoglio"

Città di Cuorgnè

presentano:

"INCONTRI D'ARTE"

Mostra collettiva

da Sabato 21 a Domenica 29 Aprile 2007

Inaugurazione Sabato 21 Aprile ore 17,00

Sala espositiva della ex Manifattura di Cuorgnè sede del Museo Archeologico del Canavese, Via Ivrea 100 (Imponente cotonificio ottocentesco restaurato recentemente e divenuto sede del Museo Archeologico del Canavese.

Rivisitazione in chiave moderna, luogo di memoria del lavoro di tessitura trasformato in sublime spazio espositivo per l'arte contemporanea.)

 

Associazioni e Gruppi artistici:

Del GRUPPO PITTORI DELLO SCALO SONO PRESENTI:

Stefano Rollero

Liliana Barberis

Giusy Romano

Giuseppina Colosimo

Michele Privileggi

Francesco La Porta

Elsa Borrin

Salvatore Martinico

Valeria Franca Oliveri

Ivan Cambiolo

Alessandro Paliddo

Fulvia Ricchiardi

Stefania Carollo

 

Nella stesso pomeriggio è prevista un'esposizione di "Prodotti tipici Campani" con brindisi e degustazione, e visita alla suggestiva mostra " Aspetti della vita quotidiana a Pompei" esposizione di reperti archeologici, evento eccezionale inaugurato in Febbraio con termine il 30 Aprile 2007.

 

SCENE DI VITA POMPEIANA

Il museo archeologico del Canavese di Cuorgnè ospita dal 17 febbraio al 30 aprile cento reperti provenienti dagli scavi di Pompei e di Ercolano. La collezione comprende calchi, statue in terracotta, vetri, bronzi, ceramiche, metalli, marmi e oggetti di uso quotidiano. Parte dei pezzi sono arrivati a Cuorgnè per essere restituiti al loro splendore. Saranno restaurati dagli studenti del Cesma che lavoreranno sotto gli occhi dei visitatori della mostra. È la prima volta che le testimonianze dell'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo vengono affidate per un recupero completo a un pool di restauratori lontano dalla Campania. La suggestione del restauro in diretta, la singolare e tragica bellezza dei reperti rendono unica e speciale la mostra organizzata dal Comune di Cuorgnè in collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Pompei. Hanno contribuito: Provincia di Torino, Regione Piemonte, Ministero per i beni e le attività culturali, Atl 3, Gtt, Cesma Formazione e Cultura, Gruppo Smat, Compagnia di San Paolo

Informazioni

 

Orario di visita:
dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18
sabato dalle 10 alle 12
domenica dalle 14 alle 18.

www.comune.cuorgnè.to.it

http://www.artmajeur.com/catanquader

:

Museo Archeologico del Canavese
Ex Manifattura
Via Ivrea, 71 - Cuorgnè
Tel. 0124 651799

 

Pittori dello Scalo ( Caselle tor.)

Easy Paint (Leinì)

ARTEggiando (Settimo Tor)

Bottega "L'incontro" ( Ivrea)

Centro Cul. Art. "Carlin Bergoglio" ( Cuorgnè)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

virmistpantin50clagordani.angecorrado3020080zorbacoopmarelirodiliberto.gabriellaMelsBelleeleonorafrassanitouranio1977offcourse3monella.40lucolombooverthegreen1971
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963