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L’Apnea č il nuovo orizzonte per il Nuoto!

Post n°813 pubblicato il 11 Ottobre 2012 da Swim76
 

L’Apnea è il nuovo orizzonte per il Nuoto!
Ecco come riacciuffare i tempi dei super costumi.

Phelps_Cavicfonte SWIM4LIFE.it

Qualche tempo fa una notizia del tutto nuova ha scatenato i nuotatori e gli apneisti di tutto il mondo: il campione serbo di nuoto, Milorad Čavić, si allenò nell'ambito di un programma volto ad inserire, specificatamente per gli sprinter, esercitazioni in ipercapnia ed ipossia dell'apnea, nella preparazione tradizionale del nuoto!
La respirazione, sia nello stile libero che nella farfalla, è un’azione che comporta un “disturbo” all’assetto che deve essere corretto da un altro gesto tecnico, al fine di non perdere l’assetto e nelle alte velocità, questo che può sembrare un piccolo dettaglio, è un fattore di fondamentale importanza!
Anche se può sembrare un controsenso, essere in grado di sostenere l’apnea significa saper respirare meglio, avere il diaframma rilassato, sfruttare meglio la residua capacità polmonare ed avere il pieno controllo di se stessi senza rischiare di andare in ansia da mancanza di ossigeno, soprattutto quando aumenta l’acido lattico.
Negli ultimi anni le infinite fasi subacquee di nuotatori di successo come Ryan Lochte ad esempio, hanno dimostrato che uscire dall’acqua due metri dopo gli altri può significare la vittoria finale.

Re_MagnoNegli ultimi anni il nuoto ha fatto un grande passo in avanti verso il futuro per quanto riguarda gli allenamenti specifici e questo progresso, fatalità o condizione, è iniziato in maniera decisiva solo una volta che sono stati banditi i super costumoni tecnologici gommati! È esattamente da Gennaio 2010 che la lista di costumi omologati FINA è variata in modo decisivo per tanti nuotatori, alcuni dei quali sono caduti in una profonda crisi di identità in termini di risultati personali. Sia a livello assoluto che master infatti, i nuotatori di tutto il mondo sono stati squamati da quella pelle tanto cara che ha permesso di realizzare 43 record del mondo ai Mondiali Assoluti di Roma 2009!
Da allora la palestra è diventata parte integrante degli allenamenti dei nuotatori che hanno iniziato ad applicare le fondamenta degli allenamenti degli sprinter americani di atletica leggera, portando i muscoli a lavorare in carichi di energia da trasformare in esplosività al fine di aumentare la velocità di base, oltre ai lavori aerobici per preparare le distanze.
Oggi pare che un’altra frontiera degli allenamenti sia diventa l’Apnea!
discesa_apnea_Record_Gianluca_GenoniProprio perché si tratta di una nuova frontiera ne abbiamo voluto parlare con uno specialista del settore, Gianluca Genoni.
Genoni ha praticato nuoto a livello agonistico fino all'età di 20 anni, quando ha deciso di dedicarsi esclusivamente all'immersione in apnea, fino ad arrivare ad essere responsabile della sezione apnea per la didattica subacquea Professional Scuba Schools (PSS) dal 1995!
È uno dei più grandi apneisti mondiali. Come dimenticare l’impresa del 2002 quando è diventato il primo uomo al mondo ad immergersi in apnea a 3000 metri di altitudine sotto un metro di ghiaccio per oltre 60 metri!
Nell'ottobre 2003, Nepal, nell'ambito di un esperimento medico scientifico, ha compiuto la prima immersione mondiale in apnea a oltre 5200m di altitudine ai piedi dell'Everest.
Il 26 novembre 2008 ha stabilito il nuovo record del mondo di apnea statica con 18'3"69 (facendo uso di iperventilazione e ossigeno puro), superando di quasi un minuto il precedente primato del britannico David Blaine.
Il 2 ottobre 2010 ha stabilito il nuovo record mondiale di discesa con propulsore elettrico, nuova disciplina inaugurata proprio da Genoni che prevede l'utilizzo dello scooter elettrico in luogo della zavorra di discesa. In 4'24" ha toccato la profondità di -152 m ed è risalito sempre trascinato dallo scooter realizzato apposta per l’occasione. Un primato pazzesco che ha migliorato proprio pochi giorni fa, il 28 settembre 2012, quasi tre mesi dopo aver computo 44 anni, scendendo in apnea fino a 160 metri di profondità nelle acque di Rapallo!
Chi meglio di lui poteva darci delucidazioni in merito all’argomento che vogliamo trattare?

Gianluca, quanto può valere per un velocista una preparazione studiata con l’innesto dell’apnea?
“Secondo me può valere tanto, nel senso che riuscire a nuotare per tutti i 50 metri senza far muovere la testa per respirare, è sicuramente un vantaggio. Bisogna vedere quanto vale in termini di sforzo trattenere il respiro per tutti i 50 metri. Gli sprinter però impiegano talmente poco per questo tipo di gara che credo si possa fare tranquillamente”.
Record_Gianluca_GenoniMa l’ossigeno non è il carburante per i muscoli? Anche se si riesce ad andare in apnea per 50 metri di velocità, i muscoli non ne risentono perdendo forza gradualmente?

“Sicuramente si. Bisogna vedere però se in meno di 22-23” il muscolo perde già ossigenazione. Io credo che con una buona preparazione ed una buona ventilazione prima della gara, si possa fare la competizione in apnea senza rischiare di perdere ossigenazione nei muscoli”.
Quindi l’allenamento finalizzato ad aumentare la scorta di ossigeno nei polmoni in stato di apnea, può condizionare in meglio la preparazione atletica del nuoto?

“Ragionando sempre su probabilità, visto che siamo appena all’inizio di questa nuova era se così vogliamo definirla, secondo me si. Si può preparare una gara da 50 metri in apnea sperando di ottenere buoni risultati”.
La tecnica dell’apnea può essere adoperata da tutti gli atleti o è rivolta solo a determinati casi, considerando capacità polmonari e costituzione fisica?

“La capacità polmonare è molto in rapporto con la struttura della persona. Più un atleta è grosso, più ha massa muscolare e più ha una buona capacità polmonare. Io credo che, come detto prima, su una distanza da 50 metri, affinata la tecnica e fatta una studiata preparazione finalizzata all’apnea, credo che questo tipo di preparazione si possa applicare, cosa che mi piacerebbe molto seguire con atleti di livello”.
Gianluca_Genoni_ApneaCredi possa essere utile inserire preparazioni di apnea in occasione di collegiali di nuoto o addirittura negli allenamenti specifici durante la stagione?

“Credo che inserire l’apnea nel corso della preparazione di un atleta di nuoto, possa essere una cosa positiva. Imparare le tecniche di apnea significa anche saper respirare bene e quindi ti dirò che secondo me la cosa può dare importanti vantaggi non solo ai velocisti ma anche agli specialisti che gareggiano nelle altre distanze, compresi gli 800 o 1500 stile libero. Saper respirare per gestire meglio lo sforzo può essere determinante in qualsiasi tipologia di gara. È un po’ come nel ciclismo o nella corsa, sport nei quali saper gestire la respirazione quando si va in affanno è fondamentale”.
Vista la forza che si impiega e lo sforzo massimo in breve tempo, si può rischiare un’embolia per un 50 metri nuotato in apnea?

“Assolutamente no. Quello che si può rischiare al limite è uno svenimento per carenza di ossigeno, ma non credo che ciò possa avvenire in una gara da 50 metri”.
Ma un atleta come Cavic che ha ormai raggiunto un’età nella quale nel nuoto diventa difficile fare risultati, così come un Magnini ad esempio che sta andando incontro all’inevitabile cammino biologico che lo porterà ad avere sempre più difficoltà a fare certi tempi, possono trovare un vantaggio importante che gli permetta di ritrovare quel qualcosa in più?

Filippo_Magnini_grinta“È sempre tutto da valutare e da studiare con allenamenti mirati perché non tutti reagiscono allo stesso modo ad uno sforzo prolungato in apnea”.
Credi che la preparazione del nuoto con innesti di apnea possa giovare di più in determinate fasce di età o la cosa è indifferente?

“Credo che sia un qualcosa in più da inserire per atleti di una certa età che sono comunque ad alti livelli. Sarebbe in ogni caso interessante inserire parti di preparazione di apnea anche per i più giovani, iniziando un nuovo percorso di preparazione per il mondo del nuoto”.
Ora immergiamoci un po’ nel mondo dell’Apnea. Sono sempre di più gli appassionati che praticano questo sport. Quanto è cresciuto questo settore e quanto questa crescita è avvenuta grazie a campioni come te?

“Credo che pur restando uno sport di nicchia, sia un settore cresciuto tantissimo. Quando ho iniziato io nel 1996, fare un Record era una cosa molto particolare in quanto fare apnea era una cosa per pochi visto che per imparare questa disciplina dovevi trovare i posti giusti e gli spazi adeguati. Oggi invece ci sono tanti centri dove si pratica l’apnea e questo sicuramente anche grazie al fatto che ci sono stati tanti campioni italiani, da Maiorca fino a me, che hanno un po’ trainato questa disciplina, dandole un certo vantaggio nell’espandersi. In Italia l’apnea è molto diffusa ed anche come livello medio siamo messi bene. Questo anche perché essendo l’Italia un paese bagnato dal mare un po’ ovunque, è più facile fare delle uscite in acque libere e fare delle prove specifiche”.
I record sono fatti per essere battuti ma ci sarà prima o poi un limite che l’essere umano non potrà superare parlando di Apnea?

“Parlando di apnea in profondità, credo che si possa fare sempre di più. Il problema è capire come lo fai. Ci sono molti aspetti da valutare, dalla sicurezza, ai subacquei in assistenza, fino alle tecniche di immersione. Quindi tutti i record sono fatti per essere prima o poi battuti, con una grossa differenza però. Nel nuoto ad esempio, se sbagli un record, lo manchi per pochi centesimi o decimi di secondo. Nell’apnea invece, se sbagli un record, i problemi possono essere ben diversi, anche più gravi insomma”.
Cosa si prova quando si scende a 160 metri di profondità nel mare?

Apnea_concentrazione_pre_gara_Gianluca_Genoni

“Poiché a quelle profondità non vedi assolutamente niente, è un esercizio molto in prospettiva, nel quale stai attento ad ascoltare i segnali del tuo corpo, a controllare se tutto va bene, a compensare bene per non avere problemi alle orecchie e poi nel mio caso resti affascinato da queste sensazioni che provi. I colori che svaniscono, il blu sempre più intenso che ti avvolge, il silenzio sempre più assoluto che ti stai intorno, sono emozioni che non ho mai provato in nessun altro sport”.
Cosa pensi quando sei lì sotto?

“Dipende dalle profondità. Quando tocchi -160 metri, la prima cosa che ti viene è quella di girarti e tornare verso su. Quando fai immersioni meno profonde, quindi non al limite, che gestisci più facilmente e tranquillamente, ti godi le emozioni che si provano nell’immersione e godi in maniera più spensierata del benessere psicofisico che l’apnea sa dare. Una cosa che molti pensano è che fare apnea sia una prova di coraggio e forza, invece si tratta di una prova di tecnica, di rilassamento, di respirazione, di acquaticità e quindi di una serie di componenti che sanno darti poi dei benefici psicofisici come dicevo prima, davvero molto particolari”.
Quali sono i pensieri che riempiono la mente in quei frangenti in cui si sta tentando un record e se vogliamo si sta rischiando per certi versi la vita?

“Io la percezione di rischiare la vita non l’ho mai avuta perché scendo a certe profondità sempre con tutte le precauzioni di sicurezza massime. Ho sempre molto rispetto per il mare ma prima di scendere ho pensieri positivi. Vivo l’immersione come una cosa bella e non come un rischio o una cosa pericolosa”.
 A tal proposito vorrei farti una domanda a riguardo della tragedia che nel 2002 colpì Audrey Mestre, apneista moglie di Pipín Ferreras, anche lui campione affermato di apnea. Nonostante fosse circondata da uno staff di professionisti, perse la vita al largo della spiaggia de La Romana nella Repubblica Dominicana, proprio durante un tentativo di primato mondiale, per cause e circostanze mai completamente chiarite. Cosa pensi tu a riguardo di quella tragedia?

“In quel caso non c’erano molte precauzioni di sicurezza e quindi è un caso un po’ differente. Nessuno ti obbliga, ne in gara ne in allenamento, ad avere uno o dieci sub che supervisionano la tua immersione. Sta quindi un po’ all’atleta decidere, in base a come vuole gestirsi la cosa”.
Quale delle tue impresi ricordi in maniera particolare e perché?

“Sicuramente il primo record che feci nel 1996 perché mi allenavo da tanto tempo e realizzai un sogno speciale che fatto la prima volta ha un sapore diverso, nuovo. Ricordo con piacere anche l’ultimo record che ho fatto, perché mi risulta più vivo da ricordare in quanto più vicino. Riesco ancora a ricordare bene tutte le sensazioni provate in ogni frangente dell’impresa”.
Milord_CavicHai mai avuto particolarmente paura in una delle tue immersioni?

“Sinceramente no. Non ho mai avuto nessun particolare incidente ne in gara ne in allenamento, facendo i dovuti scongiuri. Non ho mai incontrato il mostro degli abissi, ma una volta, tanti anni fa mentre mi allenavo a 50-60 metri di profondità in Sardegna, sentii un rumore molto forte che proveniva da un sommergibile che mi stava passando appena sotto di me. Questo è stato l’unico incontro che mi ha un po’ sorpreso”.
Concludiamo con una previsione futuristica. Immaginiamo Nuoto ed Apnea fuse per la preparazione. Un giorno sarà possibile vedere una gara di nuoto senza respirazione?

“Forse i 50 metri si, credo siano fattibili. Altre distanze ritengo sia impossibile. Mi piacerebbe sicuramente seguire un progetto speciale, nel quale allenare un gruppo di atleti che con i giusti allenamenti ed insegnamenti, potrebbero sicuramente trarre vantaggi dalla preparazione con innesti di apnea”.

 
 
 

swim quote

Post n°812 pubblicato il 03 Maggio 2012 da Swim76
 

"Il malcontento è il primo passo verso il progresso"

(Oscar Wilde)

 

 
 
 

Sei un MAster o un nuotatore?

Post n°811 pubblicato il 16 Aprile 2012 da Swim76
 

MASTER  o NUOTATORE?


Ho sempre pensato che il Nuoto Master deve essere vissuto come meglio si crede, per cui ho sempre rispettato sia chi si allenava tutti i giorni e seguiva anche palestra e regime alimentare specifico, sia chi si allenava solo quel paio di volte a settimana e si buttava in acqua a far gare!

Vi posto questa lettera che mi sembra perfetta per descrivere quello che dovrebbe essere lo spirito Master, e  per avere spunti di riflessione, scritta tra l’altro da un pluricampione Master quale Raffaele Lococciolo.


clicca qui per l'immagine ingrandita

 
 
 

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Post n°809 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da Swim76
 

 

"Fare del tuo meglio non è tanto superare le barriere poste di fronte da altre persone ma piuttosto si tratta di superare le barriere che noi stessi ci poniamo di fronte.

Non ha nulla a che fare con quante volte si vince o si perde.

Non ha alcuna relazione con la posizione in cui si finisce una corsa o se si infrangono record mondiali.

Ma ha a che fare con tutto ciò che è la visione di un sogno, con il coraggio di recuperare da avversità e la determinazione di non perdere mai di vista i tuoi obiettivi."

Kieren Perkins

 
 
 

Paolo Ranieri neo papā

Post n°808 pubblicato il 15 Dicembre 2011 da dolphin_7
 

Martedì in casa San Mauro è nata una nuova adepta che ha reso per la prima volta papà il compagno di squadra Paolo Ranieri!

Stiamo parlando di una splendida bambina di nome Arianna di ben 53 cm e con lunghe mani e piedi che fanno ben sperare per un futuro da nuotarice!

Auguri al neo papà Paolo che da oggi avrà ben altro da fare che mordere medaglie...

Paco

 
 
 
 

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