Sarcophaga Carnaria

La propensione marginale ai tempi della sottrazione del cuore.


 "Ma per intanto il coito si è ridotto, per la stragrande maggioranza degli utenti, a pura rappresentazione mimica, a ripetizione pedissequa e meccanica di positure, gesti, atti, trabalzamenti, in vista dell'evacuazione seminale, unico fine ormai riconoscibile e legalmente esigibile. Il resto non conta, il resto è puro simbolo che serve a spingerti all'attivismo vacuo. Questo vuole la classe dirigente, questo vogliono sindaco, vescovo e padrone, questurino, sociologo e onorevole, vogliono non già una vita sessuale vissuta, ma il continuo stimolo del simbolo sessuale che induca a muoversi all'infinito". Bianciardi  “Andiamo a magiare la pizza da Eataly?” “Ok, andiamo.” Entro, e all'entrata, davanti le casse, ci sono loro: due ragazzi neri, volontari di Save the children. La ragazza mi chiama, io rispondo, mi fermo e ascolto – lo faccio sempre. Cammino in giro, loro mi fermano, e io ascolto con attenzione e poi rispondo con garbo che li conosco, del resto mi fermano sempre per strada, so cosa fanno, conosco il loro progetti, li ammiro tanto per quello che fanno, ma purtroppo non posso aiutarli, non adesso perché i nove euro al mese che mi chiedono, mi servono per fare altro. Lo so, sono solo ottanta centesimi al giorno ma proprio non posso. Mi giustifico, sono una persona sensibile e non ce la faccio a tirare dritto senza giustificare la mia non donazione. Del resto, faccio quello che posso, dono sempre il mio cinque per mille ad Emergency e l'otto ai Valdesi, quando vado in Africa porto le penne ai bambini e lascio le magliette e gli sciampi; compro collanine e distribuisco mance. Di più non posso - e finito di ascoltare, la interrompo e mi giustifico per la mia non donazione. Ma qualcosa, evidentemente, non funziona. La ragazza, mi ringrazia e continua a fissarmi. È chiaro che non mi crede e mi sento in colpa, anche se non dovrei. Mi siedo ordino e pago comodamente al tavolo – la signorina con la maglietta Eat better live better mi porge il pos - digito il pin, schiaccio il tasto verde ed è fatta. Sono trenta euro. Arriva la pizza, taglio, mangio, ma c'è qualcosa che non funziona. Non ho più fame. Continuo a fissare la scritta sul mio portaposate: la vita è troppo breve per mangiare e bere male... compra online. E qualcosa continua a non funzionare. Se un mese di scuola per un bambino costa quanto una pizza. Quante vite costano un biglietto per i film di Sorrentino, un vestito di Armani e cena al giapponese? Quante vite costano il Barcellona campione d'Europa, la Juve campione d'Italia e l'Italia campione del mondo? Quante vite costano un viaggio del Airforceone, una giornata di lavoro in Uganda per una raccoglitrice di the, che per lavorare, deve farsi scopare dal suo caporale e la giornata di lavoro di un operaio cinese per produrre gli Iphone? Quante vite costano le cure per i braccianti senegalesi che raccolgono la frutta nelle campagne italiane, per un disoccupato italiano non poter mandare suo figlio a scuola e la notte di una prostituta di Mombasa? Quante vite costano la giornata di lavoro di un muratore egiziano, un cucciolo di gatto e una borsa Louis Vitton? Quante vite costano un viaggio a New York, Cinquanta sfumature di grigio e le scarpe Fendi? Quante vite costano il biglietto per il concerto di Jovanotti, un tatuaggio e il debito di uno Stato? Quante vite costano il viaggio di un milione di migranti, lo yacht di un miliardario russo e la ricostruzione mai finita dopo un terremoto? Quante vite costano Kobane, un bacio in cima alla Tour Eiffel e l'aperitivo in Terrazza Aperol? Quante vite costano un viaggio in Patagonia, i Droni e i politici corrotti e quelli inetti? Quante vite costano “Fuori che tempo che tempo fa”, lo stipendio di Salvini e “Sex and the city”? Quante vite costano Expo, le autobombe del Isis e le vacanze per prendere il sole e fare il bagno nel Mediterraneo? Quante vite costa il mio modo di vivere? È possibile che siamo passati da “Ad ognuno secondo i propri bisogni” a ad ognuno secondo il proprio stile? È possibile che il proletariato è stato pensato” borghesemente” ed i poveri, oggi , vengano pensati “comodamente”, cioè, da chi sta comodamente seduto davanti alla tv? Inizio ad incazzarmi, penso a dove mi trovo, penso che era un teatro, penso al padrone della baracca, penso che dovrei agire e fare di più, penso che non dovrei essere qui, mi viene la colite nervosa. Continuo a fissare la scritta: la vita è troppo breve per non vivere italiano. Non so perché penso alla protagonista de “L'eleganza del riccio” quando dice che non si può capire Marx se non si è letto “L'ideologia tedesca”. Penso che anche il marxismo sia nato da un grande senso di colpa. Alle due mi sveglio, bevo un po' di coca zero, penso ad un bambino che con nove euro al mese, in Africa o in qualsiasi altro posto nel mondo, nonostante tutto, riesca ad istruirsi, rutto, ma c'è ancora qualcosa che non funziona. Penso quel bambino, istruito, adulto e sottomesso da un governo corrotto, che lo costringe a combattere una guerra senza senso; penso quel bambino in fuga attraverso centinaia di confini, attraverso un mare che non ha mai visto per raggiungere un mondo dove non si vive, ma si mangia e beve bene. Quel bambino, un giorno, trovandosi davanti una frontiera chiusa, mi guarderà e mi chiederà “ E tu, che cazzo hai fatto contro il Governo che mi ha ridotto così?” “Io? Non ho fatto niente, niente, ho mangiato la pizza da Eataly e ho dato nove euro per la tua istruzione.”  Push the sky away