Creato da umamau0 il 15/04/2008

Sarcophaga Carnaria

ciò che è non può essere vero

 

 

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Remembering the dripping june

Post n°54 pubblicato il 09 Giugno 2015 da umamau0

 

Il padrone mi manda spesso lontano, dove gli altri hanno paura d’andare. Ma io sono Malpelo, e se non torno più, nessuno mi cercherà” Verga

 

Oggi è il tredici di giugno. Ogni tredici di giugno è un giorno particolare per me. Sono in fila alla cassa numero undici dell’Esselunga – quella per non più di dieci pezzi – il grande orologio elettronico situato al di sopra delle casse, con i suoi numeri luccicanti, segna le 19:47. Sono in fila e lì davanti proprio di fronte alla cassiera c’è un bambino che piange per la solita cazzatina messa apposta lì di lato alla cassa.

La mammina peruviana non gliela compra e lui continua a piangere. Davanti a me c’è un nero di due metri, che mi dà le spalle. Ha un cappello in testa che copre i capelli quasi bianchi e porta le cuffie.

Oggi è venerdì tredici giugno, non sono scaramantico, non credo a niente, ma per me è un giorno particolare. Questa sera, come tutti i venerdì, ho comprato la carne da fare sulla piastra e una bottiglia di vino. Come tutti i venerdì sera Braciole di coppa e Nero d’Avola. Io e Emilio facciamo a metà. Sono in fila e il bambino continua a piangere e il nero con le cuffie si mette una mano sul petto, e mi fa:”Ne ho passate tante in vita mia. Ma quando sento piangere un bambino, mi si spezza il cuore”. Ha gli occhi lucidi. Alzo le spalle e dico:”Cosa ci vuoi fare? Succede “. Lui me lo ripete una decina di volte. Ha l’alito di vino e un cartone di Tavernello nel cestino giallo. Poi mi guarda con espressione dispiaciuta e mi fa:”Maledetta Italia!”. Mi ricordo che alle sei era iniziata Italia – Romania. Gli chiedo a quanto stanno – non mi interessa, ma glielo chiedo lo stesso per farlo sentire un po’ a casa. Glielo chiedo perché penso gli faccia piacere. Non guardo la televisione da cinque anni. Non ho il televisore. Io e Emilio lo abbiamo buttato. E poi, io tifo per il Portogallo, forse perché mi sento un po’ portoghese. Forse mi piacerebbe rinascere a Lisbona. Non so perché ma è così. L’ultima partita che ho visto è stata la finale dei mondiali del 2006. quella sera ho bevuto dieci birre come se fossero state bottiglie di acqua. Non è successo niente. Ma quella era un’altra storia. Forse un’altra vita – il nero mette un dito sulla cuffia dell’orecchio destro, ascolta e poi con un’espressione delusa mi fa:”1 a 1, maledetta Italia”. La partita sta per finire e fuori inizia a piovere. Piove tanto forte che il tetto del supermercato sembra cedere sotto il colpi delle gocce d’acqua. Arrivo alla cassa. Una signorina impacciata mi chiede:”Sacchetti?”. “Sì, due, grazie” rispondo. “Sono 14 e 90”. Pago con il bancomat, imbusto la roba e mi avvio verso l’uscita. Siamo tutti fermi all’ingresso. Piove forte e nessuno si muove. Il bambino continua a piangere perché le ha prese dalla mammina peruviana. Il nero mi guarda e mi fa:”è finita”, scuote la testa e aggiunge: “Maledetta Italia!”. Una vecchia, alle sue spalle, lo riprende, ricordandogli che se l’Italia fa schifo è colpa loro, che l’hanno riempita di neri e di marocchini. Il nero non risponde. Mi guarda. Io sorrido, gli strizzo l’occhio e inizio a camminare da solo, sotto la pioggia battente, verso la fermata del tram. Mi riparo sotto un balcone, ma la pioggia è tanto forte che mi bagna lo stesso. Arriva il tram. Faccio una fermata. Sono tanto bagnato che la gente mi guarda e si mette a ridere. Rido anch’io, scendo e sotto la pioggia vado verso casa. L’acqua tiepida mi scorre addosso come se fossi sotto la doccia. La maglietta e i pantaloni mi si incollano alla pelle. Le scarpe affondano nelle pozzanghere – non ho mai visto piovere così in vita mia – apro il portone e salgo le scale lasciando una scia luminosa come le lumache. Apro la porta. Emilio è davanti al computer acceso e mi fa:”Che paese di merda! Che paese di merda! Ma come si fa? Come si fa?” gli chiedo che è successo e mi risponde che hanno approvato il decreto sulle intercettazioni.

Oggi è il tredici di giugno. Ogni tredici di giugno per me è un giorno particolare. Oggi l’Italia ha pareggiato 1 a 1 con la Romania. I Rumeni al piano terra hanno la televisione con il volume alto e festeggiano con birra da due soldi. Oggi l‘Italia è un paese un po’ più di merda di quanto non lo fosse prima. O forse no. Emilio mi chiede come si fa a diventare cittadino svizzero.

Oggi è il tredici di giugno. Poso le buste della spesa. L’acqua gocciola a terra dai miei vestiti e esce dalle scarpe. Mi guardo allo specchio e inizio a piangere. Sembro appena uscito da un pozzo. O forse no. Quelli come me da quel pozzo non ci sono mai usciti.

Ad Alfredino bambino nel pozzo

Dripping

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Commenti al Post:
cigliaalcioccolato
cigliaalcioccolato il 15/06/15 alle 12:14 via WEB
Io le ricordo quelle notti, una, tante, non so più quanto sia durato; un incubo, mai finito.
 
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"Non capisco la gente a cui piace far rumore; di conseguenza la temo, e poiché la temo, la odio. é un circolo vizioso emotivo"

 

 

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