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Aldilà


I nostri morti vivono nella luce e tengono i loro occhi risplendenti fissi sui nostri velati di lacrime. E sanno meglio di noi ricordare e pregare (S. Agostino).Nel momento del decesso lo spirito di una persona lascia il corpo fisico e i due eteri più grossolani ritrovandosi in un corpo aereo formato dai due eteri più sottili e tutti gli altri veicoli di cui poteva disporre durante la sua esistenza terrena.Nei tre giorni che seguono al decesso il defunto imprime nel suo corpo del desiderio tutto il panorama della sua vita, evento dopo evento, dal concepimento in poi. Questo è un lavoro assai importante ed è buona norma che il defunto non venga disturbato con grida o pianti. Anche il trapianto di organi non è da considerarsi consigliabile.Il Purgatorio
Finito questo lavoro inizia la fase chiamata "Purgatorio". La persona inizia a vedere il panorama della sua vita e soffre per ogni sofferenza che gli altri hanno subito a causa sua. Questa fase dura all'incirca un terzo degli anni vissuti nel corpo fisico e viene fatta a ritroso, ovvero dalla morte alla nascita, affinché si vedano prima i dolori arrecati e poi le azioni che li hanno causati.L'ultima parte del Purgatorio viene anche definita come "Primo Cielo". Questo esame è assai importante perché permette al defunto di rendersi conto di quanto male ha causato per il modo in cui ha agito. Questa consapevolezza imprime nello spirito la coscienza di ciò che non deve essere fatto e sarà la voce della coscienza nella vita successiva.Quando uno spirito entra nel Purgatorio, è esattamente lo stesso personaggio che era prima di morire; ha gli stessi gusti, gli stessi desideri, le stesse avversioni di prima. Non ha però il corpo fisico per soddisfare i suoi desideri. Il beone, ad esempio, desidera ardentemente bere, ancor più di quando era in vita, non ha però lo stomaco per contenere l'alcool e creare la sensazione di ebbrezza. Può però entrare in un bar, penetrare nel corpo fisico di un beone e soddisfare, suo tramite, il pressante desiderio. Il supplizio di Tantalo intende appunto significare la situazione dei viziosi durante il Purgatorio.Questa sofferenza termina quando lo spirito ha compreso che non vi è più alcuna possibilità di soddisfare i desideri carnali ed accetta di eliminare i suoi vizi avanzando così nel cammino spirituale. Se i suoi desideri fossero insaziabili, al punto da non poter resistere senza essere appagati, la sofferenza sarebbe davvero infernale anche se non vi fossero fiamme di sorta. Se la vita terrena è stata vissuta sobriamente il processo di purificazione viene terminato in breve tempo. Il Purgatorio diventa invece assai lungo se le brame ed i desideri sono stati forti ed incontrollati.