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Mancini: "Pace fatta con Totti"


«Dispiace molto per il pari, eravamo venuti qui per vincere e portare a casa tre punti. Il rigore? C'era un fallo netto prima su di me e poi su Pizarro. Però l'arbitro non ha fischiato e comunque non possiamo prenderla come scusa». Non riesce proprio a sorridere Alessandro Mancini, quel rigore di Parisi ha rovinato tutto. Ha rovinato una giornata che sembrava perfetta. Ha rovinato la prima di campionato del 2007 che fino al 93° sarebbe rimasta negli almanacchi con il suo nome. Ma tutto è stato offuscato dal pareggio del Messina, tutto. Il suo gol, meraviglioso per la costruzione, per l'assist di Totti e per la conclusione morbida morbida a scavalcare Storari. E ora passa in secondo piano anche l'abbraccio riconciliatore di Amantino con il capitano dopo la rete. Neanche a farlo apposta, proprio loro due, i più chiacchierati della settimana, avevano confezionato la rete del vantaggio ed erano corsi ad abbracciarsi come tutti i tifosi avevano chiesto che fosse per non rompere l'armonia dello spogliatoio, di un gruppo straordinario.Per chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno c'è la soddisfazione di vedere che i problemi, piccoli o grandi che fossero, sono stati risolti e la conferma l'ha data lo stesso Mancini a fine partita: «Pace fatta, abbiamo già risolto tutto. L'importante è che in campo facciamo belle cose. Abbiamo sempre corso, sudato e fatto gol». Parole vere, verissime, e il gol Totti e Mancini lo avevano fatto anche ieri intendendosi alla perfezione, prendendo di sorpresa un Messina che si è lamentato perché la Roma non ha interrotto il gioco vedendo Cordova a terra in occasione del vantaggio. Senza esitazione la risposta di Mancini sull'argomento: «Non ho visto il loro giocatore a terra, anche perché l'azione era molto veloce e se l'avessimo visto ci saremmo fermati. Noi siamo una squadra da fair play, in passato quando sono successe cose simili ci siamo sempre bloccati». Un pareggio amaro che porta l'Inter a più nove sui giallorossi, la rimonta sembra sempre più difficile, qualche tifoso comincia a non crederci più, non il brasiliano che rilancia la sfida ai nerazzurri: «Non molliamo, lotteremo sino alla fine. Sappiamo che nove punti da recuperare sono tantissimi ma siamo consapevoli della nostra forza, dobbiamo solo mantenere la calma».«I nostri volti descrivono al meglio l'amarezza per il risultato finale». Il suo più di tutti. Un po' come sempre, ma stavolta pure un po' di più Daniele De Rossi appare arrabbiato «perché il Messina non ha fatto un tiro in porta», e perché «l'arbitro? E' mejo lascia' sta'», perché «in fondo non abbiamo giocato male», perché «sarebbe molto più grave arrivare terzi che non primi». Della pace che non c'era nemmeno bisogno di fare ma che pure s'è fatta tra Mancini e Totti, lui pensa quello che alla Roma pensano un po' tutti: era un problema soltanto visto dall'esterno, non da dentro lo spogliatoio, non era un problema, in campo non lo è mai stato: «Pure alle elementari uno non s'abbraccia con tutti - dice De Rossi - c'era un piccolo attrito fra di loro e quindi fa piacere quell'abbraccio. E' sempre bello quando c'è serenità in un ambiente, ma all'interno del gruppo c'è sempre stata. Loro si sono sempre passati la palla, ci hanno deliziato con gol e magie, anzi, oggi si sono abbracciati e non abbiamo vinto». E' questo il problema: l'abbraccio rimane, sono due punti che se ne sono andati. Ecco perché «i nostri volti descrivono al meglio l'amarezza per il risultato finale». «Dobbiamo riprendere confidenza con il campionato? No, semmai dobbiamo riprendere confidenza con la vittoria - dice il centrocampista campione del mondo negli spogliatoi del San Filippo - Fino al novantesimo minuto, comunque, la partita era vinta dalla Roma anche se quella di oggi non è stata una delle nostre gare più belle. Loro non hanno fatto un tiro in porta». Ma la Roma, appunto, non è stata la Roma: «La nostra arma si chiama contropiede e oggi non l'abbiamo sfruttata al meglio. Non l'hanno sfruttata i trequartisti, né noi che stavamo dietro. E' un peccato perché noi volevamo vincere a tutti i costi, per noi, per continuare quello che stavamo facendo, per tenere il ritmo dell'Inter, ma non siamo stati brillanti come al solito. E' un vero peccato perché se avessimo vinto non avremmo rubato niente». C'entra qualcosa l'arbitraggio? «Lasciamo stare, lasciamo stare perché tanto qui è sempre la stessa storia. Non me va di parlarne sennò sarei polemico. Gli arbitri vanno capiti, ci stanno tante cose, ma in campo sembrava proprio che eravamo sfortunati in tutti gli episodi. Prima di commentarli, però, vorrei vedere per non dire sciocchezze. E' mejo che non dico niente». E' esattamente quello che ha fatto Francesco Totti. Il capitano quello che aveva da dire lo ha "accennato" ad arbitro e guardalinee, poi ha preferito starsene in silenzio. Lui, come De Rossi, è abituato a rispondere coi fatti: gol, assist, baci e abbracci.