C'è solo l'A.S.Roma!

Dal Romanista di oggi, le parole del direttore Luna.


EDITORIALE de IL ROMANISTA del 23/01/2007, a firma del Direttore RICCARDO LUNA.C'è un unico, grande, aspetto positivo della bufera che ha investito Francesco Totti. Vuol dire che è tornato davvero forte. Più forte di prima. Fateci caso. Dopo l'infortunio, per mesi nessuno ha avuto il coraggio di dirgli nulla. I suoi nemici si sono zittiti, come se fossero appagati di avere a che fare con un ex giocatore. Quando è tornato in campo, per un po' gli avversari sono rimasti a guardarlo, timorosi di fargli male e finire così nel tritacarne dei cattivi. Poi hanno preso coraggio, quei vigliacchi, il coraggio di menare chi è più bravo di te, ma allora sono stati gli arbitri a fischiare con prontezza: «Ehi, che fai, lo vuoi rompere di nuovo?». Ora invece è tutto come prima: i difensori lo picchiano di brutto, gli arbitri stanno a guardare lasciando correre, e i detrattori lo attaccano come ai bei tempi. E' di nuovo il bullo del calcio. E in questo frastuono fasullo è una impresa provare a spiegare che, mai come questa volta, anzi, questa volta come tante altre in cui è stato condannato, lui è innocente. C'è una immagine che ha fatto entrare per sempre Rosella Sensi nel cuore dei romanisti. Totti esce in barella con la caviglia spezzata e lei piange in tribuna mentre all'auricolare apprende il terribile bollettino medico. Quelle lacrime pubbliche, eppure così intime; spontanee, eppure così tempestive, erano la fotografia di quanto tenga alla Roma la figlia del presidente, e del suo rapporto speciale con Totti, «un fratello grande». E' passato quasi un anno, era il 19 febbraio. Nei giorni successivi la Sensi tuonò contro chi aveva attentato alla carriera di un patrimonio di Roma e della Roma. Per questo sono rimasto male leggendo le sue parole, battute ieri mattina dalle agenzie di stampa, mentre i giornali e le tv mettevano alla gogna il nostro capitano: «Non lo giustifico». Sono rimasto male e ho voluto risentire l'audio originale: «Ha avuto una reazione non giustificata» diceva con voce severa. Nel giorno in cui tutto il calcio italiano ha trovato parole di comprensione per Totti, l'inflessibilità dell'amministratore delegato della Roma farà certamente piacere a Sconcerti e Cannavò, forse porterà prestigio e autorevolezza al vice presidente di Lega, magari consentirà a qualche consigliere occulto di farsi bello per la svolta moderata del club giallorosso. Ma ci lascia stupefatti. E dispiaciuti. In realtà Rosella Sensi non è la sola romanista a pensare che Totti abbia sbagliato e debba essere punito. Ce ne sono fra i nostri lettori, e anche fra i nostri editorialisti, come potete leggere a pagina 3. E ci metto anche Spalletti. A tutti lo dico con amicizia, da tifoso a tifoso: penso che sbagliate voi. Siete rimasti condizionati dal teatrino mediatico che è partito un secondo dopo i fatti di Livorno. Eppure le immagini tv lo dimostrano aldilà di ogni ragionevole dubbio ed oggi il giudice sportivo ne dovrà tenere conto: Totti non ha avuto una reazione violenta. Questo assunto è alla base della strategia difensiva della Roma, nonostante la condanna di Rosella Sensi non renda facili le cose. Infatti, dopo aver preso una gomitata premeditata in faccia, Francesco non si è buttato per terra fingendo di essere morto, come avrebbero fatto altri, né si è fatto giustizia da solo, com'era umano e sbagliato fare. Ma ha afferrato Galante per protestare. Dirgli: «Ahò, ma ch'hai fatto!». Il suo cartellino rosso è ridicolo. E' come se per una tentata rapina, la legge condannasse il rapinato per aver fatto resistenza (senza sparare, peraltro).C'è un precedente illustre che dice come reagisce un paese in questi casi. Quando Zidane ha dato una testata in petto a Materazzi per difendere "l'onore della sorella", offeso da una battutaccia, la Francia intera si è stretta attorno al suo campione e due giorni dopo il presidente Chirac riceveva Zinedine in pompa magna all'Eliseo per consegnarli non so quale onorificenza. Secondo me la Francia ha esagerato, ma Totti in compenso non ha dato una testata a nessuno: ha preso una gomitata in faccia. Ed è stato espulso. Quel precedente insegna che un patrimonio va difeso non quando le cose vanno bene, ma quando è in pericolo e adesso, con il video di Vito Scala spintonato che ruzzola, ritrasmesso in tutte le tv del globo, il patrimonio Totti è in pericolo. Per il capitano della Roma il danno di immagine di queste ore è molto superiore alle giornate di squalifica che gli darà il giudice sportivo. Per questo andavano trovate ed evidenziate, carissima dottoressa Sensi,«le ragioni per giustificarlo»: che non vuol dire farne un impunito. Ma capire quello che è accaduto davvero. Capire che se Ibrahimovic dà un calcio nel sedere ad un avversario e tutti parlano di Totti, ci sarà un motivo. E quel motivo spetta alla Roma tirarlo fuori. Per questo noi, sperando di non vedere mai più certe scene, diciamo oggi come ieri: «Anche io sono Francesco».