C'è solo l'A.S.Roma!

Non c'è nulla da essere contenti


Oggi sono tutti contenti: la Roma che ha convinto il giudice sportivo, Galante che aveva chiesto il minimo della pena per la sua vittima, e l’arbitro promosso dal designatore nonostante il disastro combinato. E Totti? Certo, giocherà contro l’Inter. Ma perché dovrebbe essere contento? Questa assurda giornata di squalifica resterà appiccicata nel suo curriculum per sempre. I numeri diventano statistiche e le statistiche creano dei mostri. Un anno fa a San Siro Totti fu espulso per aver preso una capocciata da Veron. Fu un marchiano errore arbitrale, ma nei giorni scorsi la storia, per avvalorare la tesi del capitano cattivo, è stata raccontata come «quella volta che Totti e Veron si presero a capocciate». Sarà così anche questa volta purtroppo: la tredicesima espulsione di Totti sarà quella di quando reagì violentemente a un certo Galante! E non importerà nessuno che non ci sia stata reazione come le immagini hanno dimostrato aldilà di ogni dubbio. La tecnologia ci fa fare di tutto, ormai, gli arbitri hanno persino gli auricolari, eppure il loro referto è sacro come la Bibbia: Ayroldi la reazione di Totti l’ha vista. Si è sbagliato? Pazienza. La gomitata in faccia di Galante invece, proprio non l’ha vista. E Galante da questa storia ne esce con la fedina pulita. E poi dicono che Totti dovrebbe essere contento!Contento di cosa? Del fatto che questa giornata di squalifica è l'esempio lampante di quanto chi manovra i fili del campionato ha la coscienza sudicia? Il comunicato emesso ieri pomeriggio dal giudice sportivo è un capolavoro di malafede e buon senso: «Una giornata effettiva di gara per TOTTI Francesco (Roma): per avere, al 46° del secondo tempo, in reazione ad un fallo subito, spinto con veemenza un avversario, portando le mani all’altezza del capo dell’antagonista; sanzione correlata alla qualifica di capitano della squadra». Ragionevolmente, non si fa cenno al tipo di intervento portato da Galante: si parla genericamente di «fallo», per evitare di dover sottolineare la gravità dello stesso, evidentemente non colta dall’arbitro Ayroldi che altrimenti avrebbe dovuta sanzionarla con un provvedimento più grave del cartellino giallo. La dinamica della reazione è descritta chiaramente: spinta veemente e poi un gesto non meglio identificato, «portando le mani all’altezza del capo». Di più, in effetti, Totti non ha fatto: rialzandosi dopo la gomitata subita, ha semplicemente cercato di “girare” l’avversario per urlargli ciò che pensava di lui, come hanno abbondantemente testimoniato foto ed immagini televise. Altro che nervi fragili. Il contrario: nonostante l’impulso di vendicare il colpo subito, il gesto è solo quello di reagire a parole, a patto però che l’interlocutore ascolti. Nessun danno portato, nessuna volontà di procurargliene. E nessun riferimento, com’era naturale, al successivo comportamento di Totti nei confronti di Vito Scala. Niente di niente. Come niente è quello che è successo. E se Ayroldi avesse tirato fuori per Totti il giallo, non si sarebbe verificato neanche il can can successivo. E, chissà?, la Roma avrebbe potuto giocare altri tre minuti a Livorno col suo capitano per cercare la vittoria. Un altro danno che nessuno considera.Grande soddisfazione in casa Roma, un po’ meno a casa Totti. Francesco ha appreso la notizia a casa, leggendola su Televideo: aveva il telefono staccato e nessuno l’ha potuto avvisare direttamente. Ma non ha espresso la sua contentezza. Resta convinto di aver subito un’ingiustizia e non può certo essere contento per l’evidente danno d’immagine subito, l’ennesimo che è andato ben oltre le sue colpe specifiche. In mattinata si era allenato a Trigoria, sottoponendosi alla solita seduta differenziata, senza calciare. Il dolore all’alluce resta vivo, ma adesso è più forte la sua voglia di tornare ad occuparsi solo di calcio. Sfrutterà la domenica fuori squadra per riposare, ma tra Coppa Italia e campionato ha davanti tre sfide con le milanesi tutte da gustare.Con l’animo più carico che mai!