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Doni: "In Nazionale grazie alla Roma!"


Una prima da brividi. Alexander Doni stasera sarà nel tempio del calcio, a Wembley, con la nazionale brasiliana. La sua prima convocazione nella Seleçao, difficile chiedere di meglio. Peccato che il ct Carlos Dunga, dopo aver aspettato a lungo prima di chiamarlo, sembra aver deciso di preferirgli Helton, del Porto. Si dovrà accomodare in panchina. Un modo per prendere confidenza con la nazionale verdeoro con la quale disputerà la Coppa America. In quella occasione il Brasile sarà privo di tutti i migliori, non oggi. Per il ritorno dei leoni d'Inghilterra nello stadio del titolo mondiale del '66 hanno risposto presente anche i vari Kakà, Ronaldinho e Robinho. Uno spettacolo in campo e fuori con il pubblico delle grandi occasioni che tornerà ad affollare Wembley dopo l'inaugurazione fatta con gli azzurrini dell'Under 21 e dopo la finale di Fa Cup tra Manchester United e Chelsea.Ma oggi è un'altro giorno, è il giorno di Doni in verdeoro. Il portiere giallorosso nelle ore che hanno preceduto il match si è detto felice dell'ambiente che ha trovato, anche meglio di quanto potesse immaginare. Ma anche in questo momento di inebrianti novità non ha dimenticato la Roma: «Ho lavorato molto in questi due anni in Italia, per fortuna il riconoscimento è arrivato con la convocazione». Una maturazione alla quale i tifosi giallorossi hanno potuto assistere giorno dopo giorno, partita dopo partita, fino a fare di lui un punto fermo e uno dei migliori portieri del campionato. «In Italia credo di aver imparato ad essere più professionale, a lavorare con maggiore serietà». Merito di Spalletti e del suo staff che hanno trasformato un giocatore con delle potenzialità in un "nazionale". E quella dei portieri brasiliani, per anni ricordati solo per "papere" incredibili come quelle di Valdir Peres al Mundial del 1982, sembra essere diventata una moda. «Oggi tutta Europa e tutto il mondo ci cerca - ha detto Doni - merito del buon lavoro fatto dai primi che sono stati ingaggiati (vedi Taffarel, ndr), loro hanno aperto la strada». Ora quella la sta percorrendo lui, una strada che porta dritta a Wembley. Alle 16 locali, le 20 in Inghilterra, le 21 qui nel nostro paese, il Brasile si fermerà a guardare la Seleçao. Una parata di campioni, con Doni lì ad aspettare in panchina con la speranza che Dunga gli possa concedere almeno una manciata di meritatissimi minuti in campo.