C'è solo l'A.S.Roma!

L'Inter di oggi è proprio come la Juve di ieri...


Roma e Inter, è muro contro muro. A sentire trombe e campane si corre addirittura il rischio che per dispetto Chivu rimanga alla Roma e per vendetta poi l'Inter ricompri Pizarro alle buste. Ma a chi conviene lo scontro? Di sicuro non alla società giallorossa, in chiara posizione di debolezza nella questione Chivu (non può dare al difensore i soldi di Moratti, non può pretendere il reale valore del cartellino essendo ormai prossima la scadenza del contratto) e nella necessità tecnica di confermare Pizarro. Ma forse neanche l'Inter ha l'interesse a portare la questione fino alle estreme conseguenze. Intanto perché lasciare il romeno un anno alla Roma comporta anche il rischio di perderlo, qualora i dirigenti giallorossi riuscissero poi a convincerlo a firmare il rinnovo prima di gennaio; poi perché l'azione di disturbo con la sontuosa offerta al giocatore sarebbe vietata dai regolamenti e, cosa tutto sommato più grave, da quell'accordo non scritto che impone ai presidenti soprattutto delle migliori società massima correttezza reciproca, e quindi portarsi sulle spalle la responsabilità di aver rotto questo patto non sarebbe piacevole per uno come Moratti, che fa del comportamento lineare nella gestione un principio fondamentale; e infine perché negare Pizarro alla Roma significa, oltre ad una spesa imprevista per un giocatore che l'allenatore Mancini non ritiene utile alla causa nerazzurra, anche rimangiarsi una precisa promessa fatta un anno fa dallo stesso Moratti a Rosella Sensi, come ha ricordato lo stesso Moratti a Tonino Cagnucci in un'intervista pubblicata sul Romanista lo scorso 4 maggio: «Da quello che mi risulta - disse testualmente - c'è un accordo fra le due società perché le cose restino così come sono. Io ho sempre stima e un buon rapporto con la famiglia Sensi».Oltretutto Rosella Sensi è vicepresidente di Lega e Moratti è tra i Consiglieri dello stesso organismo e di regola sarebbero chiamati ad affrontare con sintonia le delicate questioni che il ruolo impone loro. Ieri il presidente dell'Inter era a Roma, per l'Assemblea dell'Unione Petrolifera: «Chivu - ha detto all'uscita - è un giocatore importante e c'è stima da parte nostra. Ma bisogna valutare diverse condizioni, da quelle economiche a quelle del team, del gruppo». Alla domanda se le trattative tra le due società siano o meno in alto mare Moratti ha risposto: «L'alto mare è un'altra cosa...». In pratica ci sono schermaglie, con le rispettive esigenze prospettate magari a brutto muso, e poi ci sono le intenzioni, che per forza di cosa dovranno convergere. Ma è un fatto che il colloquio ai massimi livelli continua ad essere rimandato. Chissà fino a quando.Ipotizzare a tutt'oggi un esito diverso da quello di Chivu all'Inter in cambio di una cifra variabile tra dieci e quindici milioni e Pizarro alla Roma con un rinnovo della comproprietà, o in cambio di una cifra variabile tra i quattro e i sei milioni, resta oggettivamente azzardato. Escluse altre, più suggestive ipotesi. Intanto perché la clausola Uefa che avrebbe potuto permettere a Chivu di liberarsi per il mercato internazionale a 6 milioni di euro è scaduta da un paio di giorni. Poi perché il Barcellona al giocatore offre grosso modo la stessa cifra offerta dalla Roma. E infine perché il Real Madrid fino a domenica - fino a quando, cioè, la Liga non eleggerà un nuovo campione - non muoverà un dito in nessuna direzione. Il giocatore è sereno e a parole dice, come ha fatto con Spalletti, di essere pronto anche ad andare in ritiro con la Roma. Se fosse così significherebbe che Moratti ha alzato il livello dello scontro con Rosella Sensi, ancora arrabbiata anche per lo sgarbo su Suazo. Quale? Basta rileggere le parole dette ieri dal presidente del Cagliari Cellino a Radio Radio: «La Roma a febbraio mi chiese Suazo, mi andava bene anche perché mi interessavano i giocatori che la Roma ha. Gli chiesi però di non andare dal giocatore per non distrarlo in un momento importante del campionato e la Roma l'ha fatto. Nel frattempo su Suazo andati quelli dell'Inter e alla fine lui s'è convinto ad andare a Milano. La correttezza della Roma nei miei confronti può averla penalizzata». Bei metodi sbrigativi questo Moratti, non c'è che dire. Ricordano tanto quelli di Moggi d.g. della vecchia Juventus! Ma in fondo, anche molti arbitraggi a favore dell'Inter nel campionato appena concluso, hanno tanto ricordato la Juventus nell'epopea pre-calciopoli. Ormai, più che un sospetto è una realtà: non c'è più l'arroganza ed il potero mafioso juventino e moggiano, ma c'è quello interista e morattiano.