C'è solo l'A.S.Roma!

Guerra Legea-Kappa per la Roma!


Il giallo dello sponsor tecnico si arricchisce di un nuovo capitolo. Con risvolti clamorosi. Legea è rimasta completamente spiazzata dalla decisione di interrompere la trattativa. La Roma avrebbe (avrebbe, il condizionale è d'obbligo) firmato un'intesa di tre anni con Kappa. A Pompei reclamano l'esistenza di un altro contratto, siglato venti giorni fa con la Roma. L'amministratore delegato di Legea, Giovanni Acanfora, tende la mano alla società giallorossa: «Siamo talmente interessati alla A.S. Roma che siamo pronti a ridiscutere l'intesa. Vorremmo farlo sapere alla famiglia Sensi». Ma cosa è successo realmente nelle ultime ventiquattr'ore?Da Villa Pacelli era trapelato che il contratto con Kappa fosse ormai cosa fatta. Ieri tutti i giornali davano la notizia dell'accordo, che la Roma non confermava nè smentiva. Ma per Legea l'affare non è saltato. A Pompei sostengono che il contratto sarebbe perfettamente valido. Sull'intesa siglata con la Roma non ci sarebbe solo la firma di De Alessi. Il timore dei vertici di Pompei, ma più probabilmente la speranza, è che Trigoria stia tentando un gioco al rialzo. Non è così. De Alessi a Torino ci sarebbe andato davvero e la firma ci sarebbe stata. Sarà Kappa a vestire la Roma per le prossime tre stagioni. E allora? Se entro qualche giorno saltassero fuori le maglie griffate Kappa, Legea avrebbe la prova che la Roma stava conducendo una trattativa parallela con il gruppo torinese. Un'eventualità non piacevole per la Roma, che rischierebbe di produrre delle conseguenze legali. La sensazione - lo testimoniano le parole dell'ad Acanfora - è che però Legea voglia evitare una battaglia fatta di ricorsi e controricorsi con la Roma. Sconcerto, rabbia, delusione nella Legea. Difficile azzardare quale di questi sentimenti abbia prevalso il giorno dopo negli stabilimenti di Pompei. Legea avrebbe saputo della "virata" della Roma verso il gruppo torinese solo dai giornali. Dopo un primo iniziale smarrimento, i vertici dell'azienda si sarebbero attaccati al telefono. A Trigoria non avrebbe risposto però nessuno. Tranne uno. Tranne Stefano De Alessi, uno degli uomini-marketing della Roma. Colui che aveva condotto in prima persona, per conto della Roma, una trattativa avviata a gennaio grazie all'intervento di un intermediario. Lapidaria la risposta a Legea. D'Alessi avrebbe negato un suo coinvolgimento in questa fase, perché la questione sarebbe passata direttamente nelle mani della famiglia Sensi. Legea sarebbe però venuta a sapere, attraverso altri canali, del viaggio a Torino proprio di De Alessi, ieri. Contrariamente a quanto si pensava, sarebbe stata la Roma a offrire a Legea la gestione del proprio merchandising. Con una precisa richiesta: l'azienda di Pompei avrebbe dovuto salvaguardare i 28 dipendenti che lavorano nel settore per la Roma. Legea aveva acconsentito. In tutti questi mesi, ci sarebbe stato un continuo tira e molla tra le due parti. La Roma chiedeva, Legea si adeguava. Persino quando la società giallorossa aveva chiesto di rivedere la durata del contratto. Che, da due anni più un'opzione romanista sul terzo, sarebbe stato trasformato a un anno, con l'opzione sul secondo, più un'altra sul terzo. Con la previsione di una forte penale per chi avesse receduto. Integrazione dopo integrazione, qualche settimana fa era stato inviato a Pompei il contratto definitivo. Con tanto di indicazione del materiale tecnico che sarebbe servito alla società giallorossa nella prossima stagione. A Pompei avevano esaminato ogni minimo dettaglio, persino i guanti da gioco che Doni avrebbe indossato nei mesi invernali.Finanziariamente, per Legea è un bagno di sangue. Al momento dello strappo, l'azienda era in fase di pre-produzione. Erano pronte non solo le maglie. Ma l'intera collezione. La Roma non è il Messina, con tutto il rispetto per i siciliani e Legea aveva ordinato i migliori filati che ci sono in circolazione, pur di garantire alla squadra di Spalletti dei completi all'altezza della Champions. Tanto che era stato preparato un modello esclusivo per la Roma, che sarebbe stato presentato con un'anteprima mondiale. A Pompei sono rimasti stupiti anche della cifra offerta da Kappa: quattro milioni cash, sei con il giro di affari complessivo, tra materiale tecnico e sconti sulle forniture ai Roma Store. Meno dei tredici milioni in due anni che Legea avrebbe garantito ai giallorossi. Gli "omini" di Kappa sono tornati. Ma per l'ufficializzazione dell'accordo la società giallorossa attenderà ancora. Presumibilmente, l'intesa con Kappa dovrebbe venire resa nota lunedì. La presentazione delle nuove maglie è prevista per il 27 luglio. All'Olimpico, in occasione della festa degli 80 anni della Roma. A Pompei, comunque, non si rassegnano. Di buttare una collezione già pronta non ne vogliono sapere e attendono un segnale distensivo dalla Roma. Difficile, quasi impossibile, però che la famiglia Sensi voglia tornare indietro sulla decisione di affidarsi a Kappa. Se l'affare con Legea non è andato in porto, è forse perché - ma questa è un'ipotesi - a Trigoria non sono mai stati realmente convinti dell'offerta Legea. L'ingresso di Kappa nella trattativa, un mese fa, avrebbe facilitato la rottura del rapporto. Il giallo dello sponsor tecnico non finisce qui. Nei prossimi giorni non sono esclusi altri colpi di scena.