C'è solo l'A.S.Roma!

A Frosinone decide Alvarez


La Roma vince la sua prima amichevole estiva, ma per i paradossi del calcio d'estate regala le migliori cose (e il gol del vantaggio di Alvarez poi difeso fino alla fine) nel primo tempo, con la squadra delle cosiddette riserve (in alcuni casi, viste le assenze iniziali, riserve delle riserve) opposta al miglior Frosinone. La partita, cominciata con mezz'ora di ritardo per l'incidente al pullman dei padroni di casa di cui riferiamo a parte, è tirata e ben giocata soprattutto nel primo tempo, grazie alle continue accelerazioni degli esterni giallorossi e alla solidità della squadra di casa, attesa da un promettente campionato di serie B. I ritmi agonistici scemano poi nel secondo tempo, quando le sostituzioni cambiano faccia alle squadre e in teoria dovrebbero dare alla Roma la possibilità di prendere il largo. Invece la squadra giallorossa resta contratta e non trova più la profondità (forse perché larghi vanno Alvarez a destra e Vucinic a sinistra, già provati da un'ora di continui allunghi) e il Frosinone infrange i suoi tentativi di pareggio sul muro di Mexes, Juan e Doni. Bella, in ogni caso, la cornice di pubblicoL'atmosfera al Matusa è infatti quella delle partite vere, con il tutto esaurito e una Curva Sud compatta e rumorosa, anche se la formazione inizialmente schierata da Spalletti è ampiamente rimaneggiata. Totti è in panchina, ma è ovviamente il più osannato appena la sua zazzera bionda si intravede dal sottopassaggio, prima dell'inizio. Poi, in rappresentanza anche di Perrotta e De Rossi, ritira un premio donato dal presidente frusinate Stirpe per la vittoria mondiale di un anno fa. Accanto al capitano siedono Doni, Panucci, Juan, Mexes, Giuly, Tonetto e poi i giovani Marsili e Della Penna. In campo, nella bella divisa bianca con gli omini della Kappa ridimensionati sulla spalla, Spalletti cerca indicazioni per il futuro e per le gerarchie della panchina, con la coppia babies di difensori Freddi-Andreolli, Rosi a destra e Cassetti a sinistra (dove dovrà abituarsi a giocare quando arriverà Cicinho), in mezzo i muscolari Brighi e Barusso, davanti Esposito e Alvarez guizzanti e a tratti imprendibili sulle fasce, con due attaccanti in verticale: dietro Vucinic, davanti Nonda. La palla scorre che è un piacere anche nelle asprezze di un avversario poco disponibile a far da sparring partner e disposto a specchio, con l'ex promessa laziale Evacuo davanti, con Pecchia alle sue spalle e il talentuoso Lodi sulla destra e sei uomini votati alla difesa, a far diga davanti a Sicignano, che una volta parò un cucchiaio storto di Totti su rigore. Il Frosinone si rende pericoloso due volte, su altrettanti disimpegni sbagliati di Brighi, assai difettoso nell'impostazione: la prima volta Evacuo arriva con un attimo di ritardo sull'imbeccata bassa di Lodi da sinistra, la seconda è lo stesso Lodi (il migliore di Cavasin) a sfiorare l'incrocio sulla punizione fischiata per il fallo cui è stato costretto Rosi al limite dell'area. Ma Spalletti può sorridere per la sorprendente prova di Alvarez (suo il gol del vantaggio al 30', con splendida rifinitura col colpo sotto dopo imbeccata di Vucinic), per i progressi di Vucinic (sfortunato e un po' approssimativo nelle conclusioni, ma presente in tutte le manovre d'attacco) e di Esposito e per la dignitosa prova degli esterni bassi, Rosi e Cassetti. Benino anche i giovanissimi centrali anche se il banco di prova per loro non era irresistibile.Per un quarto d'ora Spalletti tiene in campo la stessa squadra del primo tempo e praticamente non succede niente, se non un paio di iniziative dei padroni di casa con conclusioni senza pretese di Evacuo e Cariello. Poi il tecnico concede mezz'ora alla squadra titolare, la stessa che scenderà in campo con la Juventus e presumibilmente con l'Inter tra dieci giorni per il primo trofeo della stagione. Entrano in campo contemporaneamente Doni, Panucci, Mexes, Juan e Tonetto, resta invariato il centrocampo, e davanti Totti e Giuly (alle spalle), mentre Alvaretto va a destra e Vucinic a sinistra. Gli altri sono quelli restati a casa: Pizarro, Ferrari, Mancini, Aquilani, De Rossi, Perrotta, Taddei, tutti alle prese con acciacchi di varia natura. Il Frosinone sfiora subito il pareggio, prima su contorsione di Ischia di testa con Doni che vola sulla sua destra e poi con la successiva conclusione di Pecchia che sulla respinta del portiere non trova la porta e spara alto. Poi entrano anche gli altri primavera, Marsili e Della Penna e, a sottolinear il clima goliardico, i tifosi della Sud intonano subito il coro «Della Penna facci un gol». Anche in campo non c'è molta voglia di impegnarsi e la Roma, nonostante l'evidente a questo punto superiorità tecnica, non costruisce occasioni nitide (se non con colpo di testa di Giuly su assist di Totti e con una doppia sfortunata conclusione di Panucci) ed è anzi il Frosinone a rendersi ancora pericoloso. Ma finisce 0-1.