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Juan: "Felice ed emozionato"


Sembra facile: «Sono riuscito a liberarmi dalla marcatura, sono andato verso il secondo palo, la palla è arrivata lì e l'ho colpita, un po' come mi era successo l'anno scorso quando col Bayer abbiamo affrontato lo Stoccarda». Pare facile, come ogni intervento di Juan, all'esordio ieri con la maglia giallorossa e già così importante, decisivo, letale, già così... migliore. Non doveva neanche giocare, a dir la verità. Ma quando Spalletti ieri mattina ha valutato con lui la reazione allo sforzo degli ultimi allenamenti e gli ha chiesto la disponibilità a scendere in campo, lui gli ha tolto gli ultimi dubbi: «Non c'è problema, mister. Conti su di me». Spalletti ci ha contato, i tifosi pure e dopo cinque minuti del secondo tempo lui li ha ripagati così, peraltro dopo aver fermato con Mexes ogni singolo tentativo offensivo degli avversari. Quel gol contro i futuri campioni dello Stoccarda ancora lo ricorda, quel colpo di tacco geniale, diverso da quello di ieri solo nelle modalità della conclusione: in Germania si fece passare la palla tra le gambe, deviandola dritta dal primo palo, strappando una delle tante standing ovation al pubblico tedesco; ieri l'ha impattata in diagonale, con un tocco leggermente più sporco, destando l'entusiasmo solo di quello romanista. Conta il risultato, identico: portiere confuso e pallone in rete. Alla fine ringraziava tutti: «E' stato emozionante. La squadra aveva bisogno di vincere ed io ho dato un contributo importante. Lo dedico alla squadra. E' grazie ai miei compagni che mi hanno aiutato se sono riuscito a giocare bene e a segnare. E ovviamente ringrazio Spalletti per la fiducia».
Ringrazia anche Taddei, che nell'occasione gli fa da interprete. Non stava bene, Juan: «Non sono ancora al 100%, in settimana ho fatto un viaggio stancante per tornare dagli impegni con la nazionale, ma poi l'allenatore mi ha messo in campo ed è andata bene. Alla fine ero stanco e quindi sono stato io a chiedere la sostituzione. Ma è stata solo una precauzione». Per uno stacanovista come lui, uno che in Germania, nella Bundesliga, ha giocato 139 gare in 5 anni, senza mai un infortunio serio, realizzando 10 reti e risultando quasi ogni volta tra i migliori della squadra, ritardare ulteriormente l'esordio sarebbe stato un problema se non altro di natura psicologica. Alimentare con una nuova assenza le superficiali teorie di chi aveva già battezzato fragile la sua struttura muscolare gli avrebbe dato fastidio come quando ha cominciato a sentirle. Juan è uno che per le sue squadre c'è sempre e se in questa stagione ha dovuto mordere il freno è stato proprio per la sua smodata voglia di giocare. Era andata così a Cesena, nella nemichevole con la Rubentus, quando s'è scaldato per scendere in campo nonostante un risentimento ancora diffuso e s'è dovuto fermare. Ieri non ha temuto di ripetere la beffa: ha cominciato cauto, poi a poco a poco ha spinto sull'acceleratore. E ora pensa solo al futuro: «Domenica c'è la Juve. Sarà una grande partita, ma prima c'è la Champions League e la Dinamo. Dobbiamo fare un passo per volta». L'entusiasmo che ieri s'è rinforzato intorno alla Roma non lo riguarda: «E' presto per coltivare qualsiasi ambizione. Dopo 3 partite non si possono fare calcoli. Facciamo un passo per volta e vediamo dove arriviamo».
Ieri intanto sono arrivati altri 3 punti importanti, i primi per lui: «Era una vittoria importante da conquistare e poi avevamo di fronte un avversario difficile che ha un pubblico molto caloroso». Lui s'è beccato anche con Tullberg, l'attaccante danese che non tira mai indietro la gamba, neanche quando rischia di far male: «Nessun problema, sono cose che nel calcio ci stanno». Semmai si può apprezzare la sua personalità applicata ad un bagaglio tecnico di prim'ordine: nel campionario visto a Reggio ci sono stati anticipi sopraffini, un grande senso della posizione, un'elevazione superiore alla media e anche un'estrema correttezza. Ma quando c'è stato da mettere il muso furente di fronte a quello del danesino, Juan non ci ha pensato due volte, senza perdere la serenità necessaria all'intervento successivo. Tutto normale. Per Juan!