C'è solo l'A.S.Roma!

Amantino: "Perchè dovrei andar via da qui?"


Gol sbagliato, gol segnato. Simone Perrotta prende spunto da una delle regole non scritte del gioco del calcio per riscattarsi a tre giorni di distanza dalla rete divorata a Reggio Calabria. È lui, Simone da Ashton, il terminale di una delle azioni più belle della Roma spallettiana. Un gol da far vedere e rivedere nelle scuole calcio, un gol che conferma l'abilità negli inserimenti del centrocampista della nazionale: «Il merito della rete - dichiara con la solita umiltà - è tutto di Tonetto, che mi ha messo una gran palla. Riusciamo a imporre il nostro gioco anche in Europa, stiamo bene e speriamo di riuscire a mantenere questo stato di forma sino alla fine». Con la Dinamo è iniziato il tour de force giallorosso, un ciclo terribile di partite che avrà la seconda puntata domenica contro la Juventus: «Domenica sarebbe stato meglio giocare di sera, invece scenderemo in campo in un clima un po' anomalo. Non dobbiamo pensare al ciclo di partite che ci attende - ammonisce poi il motorino del centrocampo della Roma -, bisogna vincerne una alla volta. Anche in Champions dobbiamo cercare di ripetere quanto di buono abbiamo fatto l'anno scorso, senza fare la fine di Manchester». Dopo aver messo in rete la palla dell'1-0 ha mostrato una maglia con un messaggio che resta top-secret: «È un regalo dei miei amici, la scritta è in dialetto calabrese e per scaramanzia non voglio rivelare il contenuto».Parla chiaro invece Mancini, tornato in campo dopo una fascite plantare che lo aveva costretto a guardare da spettatore le prime partite di una stagione che vuole vivere da protagonista: «È importante essere tornato dopo 45 giorni. Ho giocato bene, anche se non sto fisicamente al massimo, ma l'importante è che la squadra abbia iniziato con una vittoria la Champions. Facciamo un bellissimo calcio, corriamo tutti e siamo molto umili. Continuando a giocare così abbiamo tantissime possibilità di arrivare lontano». In estate è stato vicinissimo al Lione, ma nega di aver mai incontrato i dirigenti della squadra francese: «No, non li ho visti. Con la Roma ho altri due anni di contratto e a ottobre spero di rinnovare, lo vogliamo sia io che la società. In Italia e a Roma mi trovo benissimo, il pubblico mi ama. Perché dovrei voler cambiare aria?». La Juve non fa paura e anche i fantasmi dell'Old Trafford sono ormai un lontano ricordo: «Quella con la Juventus è una partita che manca da due anni, sono forti, ma l'importante è continuare a fare il nostro gioco. A Manchester non ci pensiamo più e quest'anno sarà un'altra storia. Siamo una squadra più esperta, siamo più maturi». Anche Spalletti sa che di Mancini può fidarsi: «Ha detto che vuole restare qui e che sta bene. Non posso che prendere per buone le sue parole». Anche perché di nome non fa Roberto!