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Con Collina è tutto come prima...


Sviste, errori e orrori degli arbitri. Dopo 5 turni il nuovo designatore è già nella bufera
La gomitata di Mutu su Cicinho giudicata solo da giallo da Bergonzi, il fuorigioco inesistente fischiato a Mancini su tocco di Ujfalusi, la punizione a favore fischiata a Vucinic lanciato a rete, il mancato rosso diretto a Donadel per l'entrata assassina su Aquilani. Tre giorni prima la rimessa laterale invertita contro la Juve da Morganti che aveva portato al 2-2 di Iaquinta ed anche il primo gol di Totti partito in off side. E la settimana prima il fallo di Lanzaro su Giuly a Reggio Calabria, anche quello non sanzionato. Negli ultimi tre turni di campionato le decisioni arbitrali non hanno favorito la Roma, che per il momento ha cercato di non alzare un polverone. Qualche frase, vedi Taddei («Giochiamo anche contro gli arbitri») ma anche la voglia di pensare solo al campo, alla prossima partita.Non ha fatto altrettanto il Milan in difesa del quale si è mosso Adriano Galliani in prima persona. «Così non va bene, questi errori si ripetono e non riesco a capire quale possa essere il motivo - ha detto l'ad rossonero dopo la discussa direzione di gara di Farina contro il Palermo - l'arbitro ha sbagliato, ora bisognerebbe capire cosa ne pensa Collina». Già Collina, l'indiscusso numero uno degli arbitri per tanti anni, che dopo sole 5 giornate da designatore è già nell'occhio del ciclone. Tutti se la prendono con lui, il capo della squadra dei baby fischietti che sta tentando di portare ad alti livelli. L'accusato numero uno è proprio Collina. Il motivo? Forse perché il giorno della nomina, quando venne ufficializzato il suo contratto da 500 mila euro (diritti d'immagine compresi), si presentò non come semplice designatore, ma come allenatore. Come tutti i tecnici, quando la squadra sbaglia, è proprio lui il primo a doverne rispondere. E di errori, dal 26 agosto ad oggi, se ne sono visti tanti, distribuiti più o meno uniformemente. A lamentarsi ora sono tutti, grandi comprese: si è detto del Milan, ma anche l'Inter e persino la Juve hanno avuto da ridire su alcune decisioni. Alla prima giornata i rossoneri, che oggi sono i più infuriati, vennero avvantaggiati nella vittoria di Marassi sul Genoa quando Saccani concesse un rigore per presunto fallo su Gilardino del portiere Rubinho, che in realtà colpì nettamente il pallone. Nello stesso turno fu clamoroso l'errore di Reggio Calabria con l'arbitro Brighi che diede il penalty all'Atalanta quando Zampagna a 6' dal termine si lasciò cadere a terra per una mano appoggiata sulla spalla da Valdes. I nerazzurri di Del Neri ricevettero un altro favore sette giorni dopo in casa contro il Parma, quando venne loro accordato un altro rigore a favore per un contatto tra Coly e Langella avvenuto chiaramente fuori area. Era la giornata di Cagliari-Juventus con le lamentele dei bianconeri per il rigore dubbio dato da Tagliavento per una scivolata di Chiellini su Daniele Conti. Dopo la sosta per la Nazionale iniziarono le proteste del Milan che pareggiò a Siena con la rete dei toscani siglata da Maccarone in posizione irregolare. A San Siro, intanto, l'Inter veniva graziata da Orsato in occasione di un contatto tra Burdisso ed il catanese Martinez. E siamo agli ultimi giorni. Domenica i nerazzurri fanno 2-2 a Livorno in una partita piena di episodi controversi e con Trefoloni sotto accusa. Prima Burdisso strattona in area Diamanti, poi i nerazzurri si lamentano per una possibile mano di De Vezze, per due interventi sospetti su Adriano e Ibra e per il gol del possibile 3-2 annullato allo stesso svedese. Mercoledì gli episodi di Firenze, quelli di Palermo con lo stop di mano di Amauri per il gol di Diana al Milan e anche l'espulsione assurda di Rubinho del Genoa per un'uscita regolare su Di Natale. In mezzo c'era stato anche il caso Orsato e le fuga di notizie sulle designazioni. Insomma, Collina è sulla graticola e anche i suoi ex colleghi ci vanno giù pesanti. «Mi sembra annebbiato - ha detto Graziano Cesari - Sta trovando le risposte che cerca dai giovani, ma il problema sono i vecchi arbitri che non lo ascoltano. C'è un'evidente frattura che frena il rinnovamento».