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Cicinho, il nuovo Pendolino


Felicità è giocare nella Roma. In questa Roma. Lo ha scoperto anche Cicinho. Al brasiliano è bastato poco più di un mese per capire di essere capitato nella città giusta, nella squadra giusta, quella perfetta per diventare il migliore esterno destro di difesa del mondo. Era quello che sperava quando Doni lo chiamava a Madrid spiegandogli la bellezza di un gruppo unito come non mai. E a Trigoria ha trovato solo conferme. Compagni dalle grandi qualità tecniche ed umane, una squadra che gioca a memoria e, soprattutto, un tecnico capace di tirare fuori il meglio da ciascuno dei suoi giocatori. Lui ci ha messo poco a sentirsi a casa e già si sta inserendo nei meccanismi di gioco voluti da Spalletti.Mercoledì a Firenze Cicinho ha fatto capire a tutti che, acquistandolo, la Roma non ha preso solo un nome per scaldare il pubblico, ma un grande giocatore. Una bella dimostrazione di personalità dopo le critiche ricevute al termine della partita contro la Juve. Protagonista due volte in negativo, prima per l'ingenuità in occasione del fallo da rigore su Nedved, poi con la rimessa laterale invertita che aveva portato al 2-2 finale. Due episodi che avevano offuscato la sua prestazione (iniziata a freddo per l'infortunio di Cassetti) spingendo i più pessimisti a considerarlo inadatto a fare il difensore in un campionato duro come quello italiano. Ma Spalletti è stato chiaro, lui lo vede come esterno basso. Non si discute. In caso di necessità, di emergenza, può anche fare uno dei tre alle spalle di Totti (come accaduto per alcuni minuti contro la Fiorentina al momento dell'uscita dal campo di Mancini) ma il suo ruolo è un altro. E al Franchi, nell'esordio dal primo minuto lo ha fatto benissimo: corsa per novanta minuti, niente distrazioni, un salvataggio in extremis su Mutu e l'ormai consueto cross perfetto che Vucinic non ha sfruttato con la giusta cattiveria. Sempre nel vivo del gioco con 59 palloni toccati, terzo dietro solo ai due playmaker Pizarro e De Rossi.Una partita vera, da difensore vero e moderno. Lo stesso che, prima dell'infortunio ai legamenti del ginocchio, si era guadagnato la maglia da titolare nel Brasile. La stessa maglia che in sua assenza si sono contesi Maicon e Daniel Alves. Ieri sono arrivate le convocazioni di Dunga per le prime partite di qualificazione al mondiale 2010, Cicinho non è stato inserito nella lista, ma il capitolo Seleçao è tutt'altro che chiuso. I tifosi brasiliani lo rimpiangono e chiedono a gran voce il suo ritorno in verde-oro. In un sondaggio di alcuni giorni fa lo preferivano nettamente (con quasi il 42 per cento dei voti) agli altri interpreti del ruolo. Ma la Nazionale arriverà, senza fretta, grazie alla Roma e agli insegnamenti di Spalletti, l'uomo giusto per farlo tornare ai massimi livelli. Inter, Manchester e Parma, un bel trittico prima della sosta. Quanto basta per presentare ai tifosi il nuovo pendolino giallorosso.