C'è solo l'A.S.Roma!

Il Capitano e quel silenzio imbarazzato sugli spalti


Il modello della grandezza di un uomo, così come di un calciatore, può anche arrivare per paradosso, cioè attraverso il capovolgimento di quelli che sono i comuni parametri di giudizio: dalla lunetta del calcio d'angolo, zero a zero gonfio di entusiasmo e aspettative, Roma-champagne, nei pronostici, che rovescia tutte le sue bollicine sul vassoio interista: un piattone svogliato, un po' troppo sufficiente, e il destino annunciato si capovolge, come se quella palla che aveva dato appuntamento a centro area fosse impazzita e, da sola, avesse deciso di rinculare fino all'altro emisfero del campo, dove nessuno l'aspettava, ospite indesiderata che Giuly decide di prendere a schiaffi, quando l'uscio è ormai spalancato. Così, percosso e attonito, l'Olimpico sta muto contemplando l'errore del Capitano, gelato come se il timido vento fosse diventato tramontana, ammutolito, ancor più che dallo svantaggio, dall'imbarazzo del doversi trovare, con le sessantamila anime che si porta sulle spalle, a commentare l'inenarrabile. Il Capitano ha sbagliato, anzi peggio: ha fatto una stupidaggine, in un'occasione in cui si cercava per l'errore altrui. E proprio in quel silenzio innaturale, in quei commenti a mezza bocca che ognuno sibila senza guardare negli occhi il vicino di posto, per paura di trovare conferma alle proprie impressioni. Fosse capitato ad un altro, a qualsiasi altro, lo stesso Olimpico muto sarebbe esploso nella disapprovazione rabbiosa; invece è stato il Capitano, figlio prediletto ed eletto, e allora implode nell'incredulità. Il rispetto e la considerazione, per chi è grande davvero, passano anche attraverso un imbarazzato silenzio.Peccato, perchè fino a quel momento, a quella stupidaggine colossale, il Capitano era andato benissimo, come al solito. Rientrava, lanciava, faceva salire la squadra, concludeva in porta. Poi la torta avvelenata, a quarantott’ore dal trentunesimo compleanno. Dacourt,che parte da stopper aggiunto, gli tira baci prima e grandi pedate poi: è l’annuncio di una serata maledetta. Francesco, dopo un inizio incoraggiante a dispetto dei non pochi acciacchi e della gabbia in cui l’Inter lo rinchiude, la consuma sotto gli occhi allibiti della sua gente. Sbaglia clamorosamente il corner che lancia il contropiede che stravolge il profilo della partita e di lì in poi è un calvario. Voglia di rifarsi tanta, esiti malinconici. Cerca senza fortuna giocate che non trova mai, sfiora un gran gol sull’1-3, ma è solo uno sprazzo. Una serata no per tutti, Capitano compreso e soprattutto per il Capitano.