C'è solo l'A.S.Roma!

Tutti vicino ad Alberto


«Pronto Alberto, sono Cristian. Come stai? Mi dispiace tanto. Lo sai che la prossima di Champions non la gioco nemmeno io, sono stato espulso...». Martedì sera, sono da poco finite le partite di Champions, dall'altra parte della cornetta Cristian Chivu, che di Alberto Aquilani è un amico vero oltre ad essere stato suo compagno di squadra e vicino di casa. Un'amicizia che va al di là dei cambi di maglia: sempre il romeno fu uno dei primi a congratularsi con lui dopo il gol di Palermo, alla prima di campionato e per le convocazioni in nazionale. Chivu però non è stato il solo a farsi sentire con Alberto, a provare nell'impresa di consolarlo dopo la "botta" di questo nuovo infortunio. Il telefonino non ha smesso mai di squillare dopo la partita, si sono fatti sentire in tanti: da Rosi, suo compagno di stanza in ritiro prima di andare a cercare fortuna al Chievo, a Montolivo, compagno di Under 21 talento purissimo come lui e prossimo compagno anche in nazionale maggiore, fino a Pierluigi Casiraghi. Il ct dell'Under, che ha avuto la carriera interrotta da un gravissimo infortunio, gli ha mandato un sms. Un invito a farsi forza e a non mollare, e a essere più forte della sfortuna che lo sta perseguitando in questa fase della sua carriera.E proprio nelle ore immediatamente successive alla partita, quelle in cui nella sua mente si erano fatti largo i pensieri più tristi, la paura di uno stop che poteva essere lunghissimo (l'ecografia cui si è sottoposto ieri però ha scongiurato l'ipotesi di tanti mesi di inattività), è servito tutto l'affetto dei compagni per tentare l'impresa di tranquillizzarlo. Mexes è rimasto con lui per tutta la notte, insonne per entrambi, con Alberto che grida «Perché proprio adesso?»e lui, il francese, a fargli coraggio.E la notte è stata insonne anche per papà Claudio, che era all'Old Trafford e che ha fatto ritorno a Roma subito dopo la fine della partita, e mamma Annamaria che la partita l'ha vista da casa. Anche per loro è stata una sofferenza vederlo a terra in lacrime. Anche il telefono di Claudio non ha mai smesso di squillare: parenti, amici, semplici conoscenti che volevano sapere le condizioni di Alberto, che da Manchester chiedeva notizie. «Che dicono a Roma? Quanto devo stare fermo?». Il pensiero più brutto, quello di uno stop lungo, è stato scongiurato in giornata dall'ecografia. Prima però la mente è andata fino in Romagna, a Cesenatico, alle mani dorate del professor Chierici che già una volta lo ha rimesso in piedi proprio mentre i compagni stavano affondando all'Old Trafford, guarda le coincidenze. Stavolta però non ce ne dovrebbe essere bisogno, per fortuna. Altrimenti Alberto avrebbe fatto come lo scorso anno quando fu costretto ad alzare la voce, e lo staff medico giallorosso non la prese per niente bene, per andare a curarsi per conto suo. Stavolta, come detto, non ce ne sarà bisogno. Perché tutti a Trigoria stanno facendo il massimo per limitare al minimo l'assenza dal campo del Principino . E tutti lo aspettano il prima possibile, più forte di prima.