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Doni finisce in panchina


«Non sono triste, tiferò dalla panchina». E' uscita in tarda serata la notizia dell'esclusione di Doni, e il romanista l'ha presa sportivamente. «Probabilmente avrei avuto qualche rimpianto in più se fosse successo con il mio club, perchè quello è il mio lavoro, mentre giocare in nazionale è un onore, significa rappresentare il mio mio paese, e mi basta stare tra i 22 convocati». Al suo posto giocherà Julio Cesar, rinnovando lo stesso dualismo del campionato italiano, Roma contro Inter. A luglio l'assenza nel nerazzurro aveva permesso al numero 32 giallorosso di vincere da protagonista la Coppa America, ma tutti gli elogi ricevuti solamente tre mesi fa non sono stati sufficienti a convincere Dunga a lasciargli il posto. Ieri, dopo l'allenamento, il trasferimento in aeroporto: la Seleçao è decollata alle 19:45, arrivando all'una di notte, oggi pomeriggio, alle 16 ora locale (le 23 in Italia), la seduta di rifinitura allo stadio "El Campin", quello dove ventiquattro ore dopo la formazione verdeoro tornerà a giocare una gara con qualcosa in palio, la prima dopo la finale di Coppa America del 15 luglio.Ci sarà anche Robinho: le sue condizioni destavano qualche preoccupazione, ma ieri il talento del Real Madrid ha lavorato regolarmente con il gruppo. E ci sarà, ovviamente, anche Juan: in patria viene considerato un intoccabile, e la coppia con Lucio è ritenuta una delle migliori di sempre. «Il Brasile ha sempre avuto grandi difensori - spiega il centrale romanista - sono soddisfatto dell'esperienza che ho fatto in Germania, e adesso sto imparando moltissimo in questi tre mesi di calcio italiano. Questa nazionale è un gruppo di grandi giocatori, dobbiamo solo giocare come abbiamo sempre giocato, in avanti, alla ricerca del gol. Il 12 ottobre in Brasile è la festa dei bambini, vogliamo regalar loro una vittoria».Mercoledì la squadra di Dunga tornerà in campo contro l'Ecuador: Doni, che non ci ha mai giocato con la maglia verdeoro, sognava la prima al Maracanà. Sarà per la prossima.