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Panucci nel club dei 50 con la Nazionale


Stavolta Genova è veramente per lui, che proprio nella città e nello stadio che prima lo ha visto esordire in A (Genoa-Juve 2-2 del 20-9-1992) e poi affermarsi come giocatore di livello nazionale taglierà il traguardo delle 50 partite con l'Italia. Lui è Christian Panucci, ligure di Savona, genoano di estrazione e oggi romanista di professione e passione. E già, perché la Città Eterna conquista sempre tutti quelli che ci vengono a vivere e così è stato anche per un giramondo come lui, che prima di approdare in giallorosso ha giocato in tante altre città d'Europa: Milano con entrambe le maglie, Madrid con quella del mitico Real, Londra nell'alta borghesia del Chelsea e Monaco, che vuol dire Montecarlo, un passo di là dal confine e dalla sua Savona. Poi è arrivata Roma, madre, moglie e amante di chiunque e qui Christian ha trovato pace, tanto che vi risiede ormai da sei anni, quanti non ne aveva passati in nessun altro dei club precedenti. A Roma è arrivato che era uno dei nazionali e ha vissuto l'ostracismo di Lippi quando quello è stato sulla panchina azzurra portandosi dietro alcune scorie non proprio positive della loro breve conoscenza all'Inter che gli hanno impedito di chiamare questo ragazzo che in giallorosso stava conoscendo una seconda giovinezza. Per questo non è diventato Campione del Mondo insieme a Totti e De Rossi. Le porte della Nazionale, per lui, sono rimaste chiuse dal 2004 al 2007, nell'intero periodo lippiano e gli sono state riaperte dall'ex compagno di squadra Donadoni, che quando è andato in sofferenza nel reparto arretrato si è ricordato di lui, uno buono per ogni ruolo, esterno o centrale, come probabilmente giocherà oggi. Ecco dunque Panucci di nuovo in azzurro in Ucraina la sera del 12 settembre scorso esattamente tre anni dopo l'ultima volta, quella nella quale aveva collezionato la sua presenza n.49 con l'Italia. Una gara che, lui stesso, pensava fosse stata l'ultima in nazionale. E invece no, la costanza di rendimento, l'abnegazione nel lavoro e, perché no, la Roma delle meraviglie di Spalletti che lo ha esaltato come ha fatto con tutti i suoi compagni lo hanno riportato in azzurro e stasera fa 50 gare tonde, tonde. Proprio come Fulvio Collovati, che Campione del Mondo lo divenne in Spagna nell'82. Poco più su ci sono due miti come Rosetta (52) e Meazza (53). Caso vuole, come scrivevamo all'inizio, che entrerà nel club dei 50 proprio nella sua Marassi, inteso come quartiere e stadio della città che lo adottò quando aveva appena 14 anni. «Lì c'è la mia curva, quella che mi ha visto iniziare a giocare a calcio seriamente nel Genoa - ha dichiarato- Allo stadio ci saranno i miei genitori e mio figlio Juan, al quale dirò che lì è cresciuto il suo papà. No, per me non può essere una gara come tutte le altre».