C'è solo l'A.S.Roma!

Donadoni... un Grosso Pirlo!


Sarà dura. Ma un altro passo, molto importante, quasi decisivo, è stato compiuto. E adesso servirà l'ultima impresa a Glasgow per conquistare la tanto sospirata qualificazione agli Europei. Ieri sera 2-0 alla Georgia e pratica archiviata, era questa la notizia più attesa. Il pensiero corre alla Scozia e magari a un mezzo passo falso della Francia, perché non è scontato che i Bleus vincano sempre. Non c'è da sperarci troppo, ma una trappola può sempre essere in agguato. Le buone notizie, prima del match di Genova, scarseggiano. Vince la Francia (6-0 alle Far Oer, doppietta di quel fenomeno di Karim Benzema che io vorrei e dedrei nella Roma...), vince la Scozia, che abbatte 3-1 l'Ucraina. Foschi presagi, prima del fischio d'inizio. Marassi attende, l'Italia deve solo vincere e la tensione, si sa, gioca brutti scherzi. Basta guardare in faccia gli azzurri, concentrati ma nervosi, determinati a cercare il gol sin dal primo affondo.È un'Italia che perde la propria tinta giallorossa. Niente Perrotta, niente Aquilani, niente De Rossi. Tra infortuni e scelte tecniche, c'è soltanto Panucci a tendere la mano a Donadoni e a sistemarsi accanto a Barzagli nel ruolo di centrale difensivo. Christian è uomo buono per tutte le stagioni. Ricopre qualsiasi ruolo, si distingue per capacità di adattamento e per indiscusse qualità camaoleontiche. Certo, sarebbe un peccato che il rapporto con Spalletti non venisse ricucito, ma i segnali che lo strappo sia davvero alle spalle ci sono tutti. E così si comincia con l'Italia che carica a testa bassa e con la Georgia subito alle corde a difendere una dignità che nessuno mette in discussione. Tridente doveva essere e tridente è. Quagliarella (che flop quel ragazzo...) e non Iaquinta, debilitato dalla tosse e da un violento attacco influenzale. Toni e Totò Di Natale. Toni che raccoglie gli inviti di Di Natale e che al 27' colpisce un palo clamoroso. Azione perfetta, cross da applausi, colpo di testa che pare un invito a nozze per il vantaggio. Invece niente. Il palo trema, lo 0-0 perdura. Ci vuole una prodezza, o forse chissà, un regalo di un avversario modesto. Il tempo di imprecare contro Di Natale per un'occasione fallita al 37' che grida ancora vendetta, ed ecco il regalo di Lomaia, portiere tanto incerto quanto ingenuo. Pirlo su punizione finta il cross e indirizza a rete, Lomaia ha già accennato il movimento per l'uscita e rimane spiazzato. Gol d'astuzia, e per fortuna che c'è qualcuno che ci dà una mano, nel girone dove tutti fanno a gara a chi ci rende la vita più difficile. Vuoi mettere andare al riposo in vantaggio di un gol, senza avere l'assillo di dover per forza segnare? Il secondo tempo è strano. Nel senso che l'Italia attacca, costruisce tante occasioni per chiudere il conto, ma non riesce mai a farlo. Per De Rossi, desolatamente in panchina, non c'è nemmeno un minuto di gloria. E si soffre un po'. Fino al 39', quando Toni smarca Grosso, che si ricorda di aver deciso un Mondiale e di non essere la sua sbiadita controfigura come accaduto lo scorso anno a Milano. Energie dosate, obiettivo raggiunto. E adesso tutti gli occhi sono puntati su Glasgow. La Scozia fa sul serio, se c'era qualcuno che ancora dubitava. L'Italia, però, può farcela. A patto di mescolare abilmente cinismo e qualità tecniche. Quel mix che un anno e tre mesi fa, ci fecero alzare la Coppa del Mondo a Berlino.