C'è solo l'A.S.Roma!

Daniele studia da Totti


Capitan Futuro... Capitan Presente!
Abbracciato ad Amelia canta forte l'inno Danielino nostro, in uno dei giorni più emozionanti della sua vita, così almeno dirà ai figli di Gaia parlando di quel giorno in cui ha indossato per la prima volta la fascia da Capitano della Nazionale, cioè ieri, a Siena, amichevole tra una sperimentale azzurra (nel senso negativo: molti non ci giocheranno più) con un capitano sperimentale (nel senso positivo: presto lo farà per sempre) contro il Sudafrica, finita 2-0, doppietta di Lucarelli nel finale e zero tiri in porta da parte dei sudafricani. Partita mortifera e insignificante, ma per il popolo romanista entra in ogni caso nella storia. La nostra.Canta forte l'inno, Danielino, prima della partita, schierato primo da destra come si conviene a un capitano, stretto tra uno degli assistenti dell'arbitro Weiner e Amelia, abbracciato forte, brividi sparsi e gli occhi di tutti sul suo viso compassato e fiero e orgoglioso e intenso. Chissà quanta emozione scarica il capitano dell'Italia (una cosa che per i bimbi è un gradino più sotto di comandante del mondo) dopo un minuto e 36 secondi quando fa una piroetta palla al piede e scarica su Montolivo (uno dei tre esordienti di ieri con Gamberini e Rosina), magari poca roba, di sicuro non gli tremano le gambe quando dopo 2 minuti e 16" lancia dritto per Foggia che potrebbe sfruttare meglio il disimpegno. Il suo tracciante dopo sei minuti illumina la serata, lancio di 50 metri da sinistra verso destra, ancora verso Foggia, poi dopo trenta secondi sradica il pallone dai piedi di un avversario e lo recupera per gli azzurri, i suoi azzurri. Quando il cronometro dice 8'20" c'è una punizione da trenta metri, ma non c'è discussione, come nella Roma la batte il capitano e il numero dieci. Danielino avrebbe forza e tecnica per inquadrare la porta, ma conosce il senso di ogni misura, così taglia perfettamente in mezzo all'area dove però Chiellini manca goffamente l'impatto. Un minuto dopo si tocca minacciosamente la coscia e vuoi vedere che la sua partita finita lì, ora che ha indossato la fascia da capitano dell'Italia a 24 anni, 2 mesi e 24 giorni dal primo vagito e magari dopo dieci minuti finisce tutto. E invece passano altri trenta secondi e Danielino fa un recupero difensivo impeccabile e altri sessanta secondi è in area a cercare di deviare di testa un suggerimento di Foggia, senza toccare il pallone. Civoli lo chiama "il nostro capitano" e fa un bell'effetto sentirlo: anche perché resta in campo e non si tocca più la coscia.L'Italia giovane, sperimentale e sbarazzina diverte e si diverte, Zaccardo accarezza la traversa, ma si tira lo stesso poco in porta, De Rossi lì in mezzo zampilla come acqua fresca, tutti sistemati come la Roma, a fianco ha Montolivo che pare Aquilani, i tre dietro Lucarelli (scusa er paragone, France'...) sono Foggia, Rosina e Mauri, Danielino ha la faccia del più saggio a 24 anni e spiccioli, come se fosse nato già con la fascia addosso e solo perché c'è Totti non la porta pure nella Roma, che anche per tutti i bambini è su quel gradino più alto, sì, per loro Totti è il comandante del mondo.Danielino a 23' e 32" ricalcola il senso della misura e decide che stavolta su punizione può tirare, e spinge la palla fortissimo, mandandola però un po' sopra la traversa. Poi l'Italia si ammoscia e dopo un'ora Danielino sa che i ragazzi adesso camminano anche da soli, così lascia posto a Palombo e fascia a Gilardino. Nessuna ironia, anche perché dopo dieci secondi proprio Gilardino sfiora il vantaggio, poi anche Mauri. Il centrocampo orfano del capitano fatica un po', ma le occasioni arrivano lo stesso. Gilardino coglie il palo al 24', ma poi è Lucarelli a trovare la via del gol due volte: al 37', su cross dell'ispiratissimo Dossena, e al 45' su assist di Semioli. Non era Danielino, ieri sera, il Totti dell'Italia? Certo che si!